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Lo smog strappa anni di vita a miliardi di persone: è un killer peggiore del fumo e dell’AIDS

A causa dell’inquinamento atmosferico ciascuno di noi perde in media 2,2 anni di vita; ciò significa che l’umanità intera sta perdendo 17 miliardi di anni di vita per l’aria contaminata. Il dato risulta sensibilmente peggiore per gli abitanti dei Paesi fortemente inquinati, come l’India, dove i cittadini del Nord perdono fino a 6 anni di aspettativa di vita. A catalizzare i rischi è soprattutto la combustione del carbone, il cui consumo è anche un motore dei cambiamenti climatici.
A cura di Andrea Centini
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L'inquinamento atmosferico o smog rappresenta una delle principali minacce alla salute pubblica a livello globale, tuttavia i suoi catastrofici effetti vengono troppo spesso sottovalutati. A calcolare l'impatto del particolato sottile e delle altre sostanze inquinanti che respiriamo quotidianamente nelle nostre città (e non solo) sull'aspettativa di vita è stato un team di ricerca internazionale che ha messo a punto l'Air Quality Life Index (AQLI). In parole semplici, si tratta di un modello matematico che traduce i livelli di inquinamento con gli anni di vita perduti; complessivamente, in base al nuovo rapporto AQLI, ciascuno di noi perde in media 2,2 anni di vita con le attuali concentrazioni di smog, ma l'impatto è significativamente maggiore nelle aree più contaminate della Terra. Nell'India settentrionale, ad esempio, dove quasi mezzo miliardo di persone è esposto a un livello di inquinamento medio dieci volte maggiore, gli anni di vita perduti sono quasi 6.

Facendo un semplice calcolo, l'inquinamento atmosferico determina la perdita di ben 17 miliardi di anni di vita per l'intera popolazione umana. “Cos'altro sul pianeta sta causando la perdita di 17 miliardi di anni di vita?”, si domanda retoricamente il professor Michael Greenstone, Milton Friedman Distinguished Service Professor in Economia presso la Harris School of Public Policy dell'Università di Chicago, co-presidente del settore Energia e Ambiente dell'Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab (J-PAL) e tra i principali artefici dell'AQLI. La risposta è nulla. L'inquinamento atmosferico uccide infatti più di “big killer” come il fumo, gli incidenti stradali e l'AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita provocata dal virus dell'HIV. E non solo nei Paesi industrializzati, come si potrebbe immaginare. Secondo il nuovo rapporto messo a punto da Greenstone e colleghi, che potete consultare cliccando sul seguente link, nell'Africa centrale e occidentale lo smog ha un impatto sull'aspettativa di vita non diverso da quello della malaria e del sopracitato AIDS. L'inquinamento atmosferico strappa ben 5,4 anni di vita ai cittadini del Bagladesh e del Nepal, mentre quelli del Pakistan ne perdono 3,9. In Cina, che è uno dei principali Paesi inquinanti al mondo assieme agli Stati Uniti, l'aspettativa di vita media è ridotta di 2,6 anni a causa dello smog, ma solo qualche anno fa questo dato era sensibilmente peggiore. Il Dragone ha infatti nettamente tagliato le fonti della contaminazione, ottenendo risultati eccellenti nel giro di brevissimo tempo. Uno stimolo per tutti i Paesi che intendono abbracciare un percorso virtuoso.

Il principale motore dell'inquinamento atmosferico è la combustione del carbone, che non solo è fonte del pericoloso particolato sottile, ma anche volano dei cambiamenti climatici. Tagliando il consumo di carbone e di altri combustibili fossili, in sostanza, prenderemmo i classici due piccioni con una fava: da un lato l'umanità intera guadagnerebbe (miliardi) di anni di vita, dall'altra abbasseremmo la “febbre” del pianeta e scongiureremmo l'impatto catastrofico del riscaldamento globale, una vera e propria emergenza globale che rischia di travolgerci nel giro di pochissi decenni. A dimostrare che lo smog è uno dei principali killer vi sono molteplici studi: recentemente, ad esempio, l'Agenzia europea dell'ambiente ha determinato che l'inquinamento atmosferico uccide 630mila europei ogni anno (6,1 milioni a livello globale); secondo un'altra ricerca dell'Università Statale dell'Oregon è responsabile del 14 percento degli ictus e degli infarti; ogni anno ci sono inoltre circa 4 milioni di bambini malati in più a causa dell'aria sporca che respirano; mentre altre ricerche hanno associato lo smog al cancro alla bocca, all'Alzheimer, e al cancro al cervello. Solo con un repentino e netto passaggio alle fonti energetiche rinnovabili riusciremmo a riguadagnare gli anni di vita perduti a causa dello smog e mettere un freno all'incombente crisi climatica.

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