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Covid 19

Cos’è la polmonite bilaterale interstiziale dei pazienti con COVID-19

L’infezione da coronavirus SARS-CoV-2, la COVID-19, in una parte dei pazienti può comportare lo sviluppo di una polmonite bilaterale interstiziale, ovvero di un’infiammazione che interessa entrambi i polmoni e in particolar modo l’interstizio, il tessuto connettivo a sostegno degli alveoli. Nei casi più gravi la polmonite può evolvere nella Sindrome da Distress Respiratorio Acuto, una condizione potenzialmente fatale. Silvio Berlusconi, infettato dal patogeno, avrebbe una polmonite bilaterale in fase precoce.
A cura di Andrea Centini
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L'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, chiamata COVID-19, può manifestarsi in varie forme, che spaziano dall'assoluta assenza di sintomi alla comparsa di complicazioni talmente severe da richiedere il ricovero in ospedale e l'intubazione. Il virus può infatti scatenare una polmonite bilaterale interstiziale in grado di evolvere nella pericolosa Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS), una conseguenza della “tempesta di citochine”, reazione spropositata del sistema immunitario all'invasione virale. Questa evoluzione della patologia, come dimostrato da numerose ricerche, è potenzialmente mortale, in particolar modo nei pazienti anziani di sesso maschile, con comorbilità (più malattie) e in presenza di altri fattori di rischio, alla stregua dell'obesità. Stando alle indiscrezioni, Silvio Berlusconi sarebbe stato ricoverato al San Raffaele di Milano per una polmonite bilaterale da coronavirus in fase precoce, non ancora noto se con interessamento dell'interstizio.

Cos'è la polmonite bilaterale interstiziale

La polmonite, come specificato dall'istituto Humanitas, è un'infiammazione acuta dei polmoni, generalmente legata a cause infettive. I patogeni responsabili delle polmoniti solitamente sono batteri, come il comune pneumococco, ma possono essere causate anche da funghi e virus, proprio come il coronavirus SARS-CoV-2. Una polmonite bilaterale è un'infezione che interessa entrambi i polmoni, ed questa è la condizione che si verifica più spesso nei pazienti con COVID-19 nel caso la si sviluppi, a differenza di ciò che avviene con le comuni polmoniti. Altre caratteristiche comuni della polmonite bilaterale da COVID-19 solo le opacità a vetro smerigliato evidenziate dalle TAC e anomalie in alcuni risultati di laboratorio, legati ad esempio alla funzionalità epatica, come sottolineato nello studio "A Comparative Study on the Clinical Features of Coronavirus 2019 (COVID-19) Pneumonia With Other Pneumonias". Con il termine “interstiziale”, infine, ci si riferisce all'interessamento dell'interstizio, ovvero la “fitta e sottile rete di tessuto connettivo a sostegno di bronchi, vasi ed alveoli polmonari”, come spiegato dal professor Gianfranco Schiraldi dell'Istituto Auxologico Italiano.

Così il coronavirus colpisce i polmoni

Per comprendere meglio l'impatto della COVID-19 su questa delicata parte anatomica possiamo fare riferimento all'elegante spiegazione dell'Ospedale Bambino Gesù, che parte dal funzionamento della respirazione. Quando respiriamo, l'aria penetra nei bronchi e da lì, passando attraverso ramificazioni sempre più sottili (i bronchioli) arriva fino agli alveoli polmonari, che sono come “microscopici palloncini con una parete molto sottile, che permette all'ossigeno di passare dall'aria al sangue e all'anidride carbonica di passare dal sangue all'aria”. Gli alveoli si gonfiano quando l'aria entra nei polmoni e si sgonfiano quando espiriamo la CO2. L'interstizio è in pratica l'impalcatura che separa gli alveoli e permette loro di scambiare agevolmente ossigeno e anidride carbonica, mettendoli in contatto con i vasi sanguigni. Il coronavirus SARS-CoV-2 è in grado di colpire proprio l'interstizio, nel quale si infiltrano le cellule dovute al processo infiammatorio. “L'impalcatura, quindi, si ispessisce, diventa ingombrante e impedisce agli alveoli di espandersi completamente durante l'inspirazione. Comincia a mancare l'ossigeno e il respiro si fa affannoso”, spiega l'Ospedale Bambino Gesù.

Cos'è l'ARDS

Una forma lieve di polmonite può presentarsi anche nei pazienti che presentano lievissimi sintomi respiratori, ma in alcuni casi la condizione può aggravarsi fino a portare alla morte del paziente. “Se l'infiammazione persiste – spiega il nosocomio romano – può formarsi tessuto cicatriziale (fibrosi) che sostituisce gli alveoli. Si va incontro a una vera e propria polmonite interstiziale grave. Via via che questo processo avanza, la respirazione si fa sempre più difficile”. A complicare il quadro può intervenire la sopracitata tempesta di citochine, che comporta il versamento di fluidi infiammatori nel tessuto polmonare e una potenziale Sindrome da Distress Respiratorio Acuto o ARDS (Acute respiratory distress syndrome), una condizione che compromette il funzionamento dei polmoni a causa delle gravi lesioni ai tessuti e all'accumulo di liquido. La concentrazione di ossigeno nel sangue crolla e i pazienti più gravi devono essere assistiti con la ventilazione polmonare meccanica (intubazione). Nei casi in cui le polmoniti risultano lievi e la saturazione non raggiunge livelli drammatici, i pazienti possono essere trattati in terapia subintensiva con un casco CPAP.

Come specificato, fortunatamente, solo una piccola percentuale dei pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 arriva in condizioni critiche, mentre per molti altri la prognosi è sicuramente molto più favorevole. Ma proprio poiché si rischiano queste e altre complicanze, come la miocardite fulminante che ha ucciso un'insegnante nel napoletano in perfetta salute, la COVID-19 non deve essere assolutamente sottovalutata, ed è necessario seguire tutte le misure previste dalle autorità sanitarie: distanziamento sociale di almeno un metro; uso della mascherina laddove richiesto e costante igiene delle mani con acqua e sapone o un gel idroalcolico. Ad oggi, sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins, nel mondo si registrano 26,3 milioni di contagiati e circa 870mila morti a causa del coronavirus SARS-CoV-2.Non esistono ancora né una cura né un vaccino, benché la ricerca stia facendo concreti passi avanti.

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