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Vaccino anti Covid italiano per gatti innesca forte produzione di anticorpi ed è ben tollerato

La società biotecnologica italiana Evvivax ha sviluppato un vaccino anti Covid per gatti basato sulla tecnologia dell’elettroporazione, utilizzata anche nel vaccino per l’uomo messo a punto dalla Takis Biotech di Castel Romano. Il farmaco, in un primo studio di Fase 1, ha dimostrato di innescare una robusta risposta anticorpale dopo la prima dose e non ha provocato reazioni avverse nei felini.
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A cura di Andrea Centini
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Un vaccino anti Covid progettato per i gatti – ma che sarà destinato anche ad altri animali – ha dato risultati molto positivi in un primo studio di Fase 1. Il vaccino, prodotto in collaborazione tra l'azienda italiana Evvivax e l'americana Applied DNA Sciences, dopo la prima dose ha infatti innescato una forte produzione di anticorpi neutralizzanti in tutti i felini coinvolti, inoltre è risultato ben tollerato, senza determinare reazioni avverse. Entro la fine di aprile saranno disponibili anche i dati relativi alla somministrazione della seconda dose. Gli scienziati continueranno a monitorare i gatti vaccinati per determinare anche la durata dell'immunizzazione, un dato prezioso che ancora non è chiaro nemmeno per i vaccini anti Covid per l'uomo (secondo l'AIFA la protezione attesa dovrebbe essere di 9-12 mesi).

Il farmaco per i gatti, chiamato LinearDNA ™ COVID-19, si basa sulla medesima tecnologia del vaccino anti Covid per l'uomo sviluppato dalla società di biotecnologie di Castel Romano Takis Biotech, il cui amministratore delegato – il dottor Luigi Aurisicchio – non a caso è a capo anche di Evvivax. Entrambi i vaccini fanno affidamento sulla “elettroporazione”, ovvero a un impulso elettrico inviato dopo l'inoculazione (tramite iniezione intramuscolare) per favorire l'accesso del principio attivo nelle cellule e innescare la risposta immunitaria contro la proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della COVID-19.

“In tutti gli animali trattati abbiamo osservato la formazione di anticorpi neutralizzanti dopo una singola somministrazione di un DNA sintetico lineare e a fine aprile potremo vedere i risultati della seconda iniezione”, ha dichiarato all'ANSA il dottor Aurisicchio. “È un risultato molto positivo, che valida la tecnologia alla base del vaccino. Il disegno molecolare è lo stesso messo a punto dalla Takis per il vaccino destinato all'uomo e in fase di sperimentazione con un'altra azienda italiana, la Rottapharm Biotech”, ha aggiunto lo scienziato, sottolineando che i risultati preliminari del LinearDNA ™ COVID-19 rappresentano “la prima vera dimostrazione di principio che un vaccino genetico contro il virus SARS-CoV-2 basato sulla tecnica sull'elettroporazione del DNA stimola risposta immunitaria”.

I test sui gatti sono stati condotti negli Stati Uniti presso il Centro diagnostico per la salute degli animali dell'Università Cornell, dove i titoli anticorpali sono stati valutati venti giorni dopo l'inoculazione. “La somministrazione del vaccino candidato tramite elettroporazione è stata ben tollerata senza eventi avversi nei felini sani. I risultati preliminari, con una produzione di anticorpi a questo livello, sono molto incoraggianti e supportano il continuo sviluppo del candidato vaccino”, ha sottolineato in un comunicato stampa l'oncologo veterinario Joseph Impellizeri coinvolto nella ricerca. Come spiegato dall'amministratore delegato e presidente di Applied DNA Sciences James A. Hayward, ci si aspetta che dopo il richiamo la concentrazione di anticorpi neutralizzanti sarà 3-4 volte superiore a quella osservata dopo la prima dose.

I gatti e i felini in generale, come dimostrano i contagi in tigri, leoni e leopardi delle nevi ospitati nei giardini zoologici, risultano particolarmente suscettibili al coronavirus SARS-CoV-2, e lo sviluppo di un vaccino come LinearDNA ™ COVID-19 è ritenuto importante anche per evitare che questi animali possano diventare un serbatoio per nuove varianti potenzialmente in grado di balzare all'uomo. Recenti indagini hanno ad esempio rilevato la variante inglese B.1.17 anche in cani e gatti. Al momento non ci sono prove che gli animali domestici infettati possano trasmettere il virus all'uomo (sono i proprietari a infettarli), inoltre gli esperti sottolineano i test su cani e gatti sono ancora troppo scarsi per avere una reale idea dei tassi di infezione.

Il vaccino candidato sarà testato anche sui visoni, animali ancor più suscettibili al SARS-CoV-2, come mostrano i devastanti focolai negli allevamenti. In Danimarca le autorità hanno fatto sopprimere oltre 17 milioni di visoni (tutti quelli presenti negli allevamenti) poiché il coronavirus, una volta passato dall'uomo agli animali, è tornato agli allevatori in una forma che ha dimostrato una certa resistenza agli anticorpi. Recentemente in Russia è stato approvatoil primo vaccino anti Covid per animali, il Karnivak-Kov, che genera anticorpi nel 100 percento dei casi. Oltre che per cani e gatti, sarà utilizzato anche per proteggere gli animali degli allevamenti.

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