Se non fermiamo i cambiamenti climatici 50 città costiere finiranno sott’acqua
Circa cinquanta tra le principali città costiere al mondo rischiano di finire sott'acqua se non riusciremo a contenere l'aumento della temperatura media del pianeta rispetto all'epoca preindustriale. Se non si porrà un limite netto alle emissioni di gas a effetto serra – principalmente anidride carbonica (CO2) e metano – e continueremo a inquinare impunemente, lo scenario più catastrofico si paleserà già tra 40 – 50 anni. Non c'è da stupirsi, tenendo presente che una recente ricerca ha profetizzato la potenziale scomparsa della civiltà già entro il 2050, proprio a causa delle conseguenze drammatiche dei cambiamenti climatici catalizzati dalle attività antropiche.
A determinare che cinquanta grandi città costiere rischiano di essere sommerse da mari e oceani (senza enormi e costosissime barriere di contenimento) a causa del riscaldamento globale è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'organizzazione americana Climate Central, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università di Princeton, del Potsdam Institute for Climate Impact Research (Germania), del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University di New York e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Benjamin H Strauss, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto una simulazione matematica basata su dati di popolazione e innalzamento del livello del mare previsto. I ricercatori hanno predisposto anche un sito ad hoc nel quale è possibile selezionare città e luoghi caratteristici (come monumenti) per osservare l'impatto dell'aumento del livello del mare in vari scenari: con una temperatura superiore di 1,5° C (l'obiettivo più virtuoso dell'Accordo di Parigi sul Clima); di 2° C; di 3° C e 4° C.
Se la temperatura aumenterà di 3° C, secondo le stime degli scienziati il livello del mare potrebbe sommergere aree attualmente occupate da 800 milioni di persone, circa il 10 percento della popolazione mondiale. Molte isole e atolli del Pacifico verrebbero completamente inghiottiti: con 3° C le Isole Cayman, le Isole Cocos, Tokelau, Tuvalu, le Maldive, le Isole Marshall, Kiribati e le Bahamas perderebbero oltre il 90 percento del proprio territorio. Il continente più colpito sarebbe l'Asia: otto delle prime dieci grandi nazioni più a rischio sono infatti asiatiche, con ben 600 milioni di persone coinvolte dalle inondazioni. Non a caso la quasi totalità delle grandi città che rischiano di finire sott'acqua si trova in Asia, in particolar modo in Cina, Vietnam, Indonesia e Thailandia. Secondo i calcoli degli scienziati, anche se riusciremo a contenere l'aumento della temperatura media a 1,5° C, comunque circa 500 milioni di persone saranno costrette a spostarsi a causa dell'innalzamento del livello del mare, legato allo scioglimento dei ghiacci che a sua volta è catalizzato dalla “febbre” del pianeta.
Non a caso i cambiamenti climatici sono considerati la minaccia più grave che si para innanzi all'umanità, molto più della pandemia di COVID-19 che stiamo vivendo da poco meno di due anni. Le ragioni sono molteplici. Il riscaldamento del pianeta dovuto alle emissioni di gas a effetto serra potrà infatti scatenare vere e proprie guerre globali per le (poche) risorse che rimarranno; determinare una perdita della biodiversità senza precedenti; favorire la diffusione di malattie tropicali, migrazioni di massa, ondate di calore mortali, fenomeni atmosferici sempre più intensi e frequenti e molte altre conseguenze catastrofiche. Questa estate abbiamo già sperimentato gli effetti del clima in mutamento, come la cupola di calore in Nord America – che ha ucciso centinaia di persone e oltre un miliardo di animali marini – e la devastante alluvione in Germania. Se le temperature continueranno a salire, saremo condannati a “indicibili sofferenze”, come sottolineato nel più approfondito studio mai condotto sui cambiamenti climatici. Uno degli effetti più devastanti è legato proprio allo scioglimento dei ghiacci, che rischia di divorare una porzione significativa e molto popolata di terre emerse, anche in Italia. I dettagli della ricerca “Unprecedented threats to cities from multi-century sea level rise” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Environmental Research Letters.