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Covid 19

Dal clima di maggio un aiuto contro il coronavirus: temperatura e umidità “frenano” la diffusione

In base ai dati dell’applicazione “Monthly Climate Explorer for COVID-19” messa a punto dal Servizio per i cambiamenti climatici della missione Copernicus, dal mese di maggio in Italia le condizioni climatiche dovrebbero diventare sfavorevoli alla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2. Il patogeno, secondo alcuni studi, predilige un clima freddo e secco.
A cura di Andrea Centini
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Il mese di maggio potrebbe rappresentare una svolta nell'emergenza coronavirus in Italia, dove ad oggi, sulla base dei dati diffusi dalla Protezione Civile e della mappa interattiva messa a punto dall'Università Johns Hopkins, si registrano circa 183mila contagiati e 25mila decessi. Il mese prossimo, infatti, non solo dovrebbe partire – da lunedì 4 – l'attesa “Fase 2”, quella della convivenza col patogeno fino alla scoperta di un vaccino, ma si paleserebbero condizioni climatiche in grado di contrastare la diffusione della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2.

A suggerirlo sono le previsioni relative a temperatura e umidità elaborate dell'applicazione “Monthly Climate Explorer for COVID-19” messa a punto dal Servizio per i cambiamenti climatici della missione Copernicus, un progetto gestito dalla Commissione Europea e dall'Agenzia spaziale europea (ESA) volto a mappare il nostro pianeta e a studiarne lo stato di “salute” attraverso rilevazioni satellitari. È proprio grazie allo spettrometro TROPOMI (TROPOspheric Monitoring Instrument) installato sul satellite Sentinel-5 di Copernicus che gli scienziati hanno osservato una riduzione del 50 percento delle emissioni di diossido di azoto (NO2) in Europa, a causa delle misure di contenimento anti coronavirus che hanno abbattuto traffico e attività industriali.

Come emerso da un recente studio condotto dai due naturalisti Gentile Francesco Ficetola e Diego Rubolini dell’Università degli studi di Milano, il coronavirus SARS-CoV-2 si diffonde più efficacemente in presenza di un clima freddo e secco, prediligendo una temperatura attorno ai 5° C e un’umidità compresa tra 0,6 e 1 kilopascal. Dal prossimo mese, come evidenziato dall'applicazione di Copernicus, ci sarà un'inversione di tendenza nella temperatura e nell'umidità (sulla base delle medie degli ultimi 20 anni), con valori potenzialmente sfavorevoli alla diffusione del patogeno. In termini squisitamente visivi, la mappa interattiva del Copernicus Climate Change Service mostra che l'Italia passa da una colorazione bianco-rosata (la bianca è favorevole alla proliferazione del virus) a una prevalentemente arancione, che in base alle evidenze attuali risulta invece sfavorevole. I pallini rossi rappresentano invece i decessi, elaborati sulla base dei datti dell'Università Johns Hopkins.

Sottolineiamo che si tratta solo di una proiezione basata su calcoli e stime; sono del resto numerosi gli scienziati a ritenere che il caldo non avrà un impatto sulla diffusione del coronavirus. Tuttavia, non si può escludere del tutto che anche il clima possa effettivamente giocare un ruolo positivo nel contrasto alla diffusione della COVID-19. Ciò avviene ogni anno con i virus dell'influenza stagionale, che tendono a "sparire" durante la bella stagione (anche se molto dipende dai nostri comportamenti). La speranza è che durante questo possibile periodo di tregua si riesca ad arrivare a una cura o a un vaccino; uno italo-inglese potrebbe essere pronto già per settembre, mentre una preparazione svizzera potrebbe vedere la luce ad ottobre.

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