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Covid 19

La pandemia di coronavirus ha dimezzato l’inquinamento in Europa

Grazie ai rilevamenti dello strumento TROPOMI installato sul satellite Sentinel 5P, gli scienziati della missione Copernicus hanno osservato un drastico calo dell’inquinamento sull’Europa per vie delle restrizioni rese necessarie dalla pandemia di coronavirus. Rispetto ai mesi di marzo/aprile dello scorso anno, nel 2020 risultano dimezzate le concentrazioni del biossido di azoto nell’atmosfera.
A cura di Andrea Centini
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Le misure di contenimento introdotte per spezzare la catena dei contagi della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, hanno determinato una sostanziale riduzione dell'inquinamento in tutta Europa. Gli effetti sono risultati particolarmente evidenti nei Paesi in lockdown, come l'Italia, la Spagna e la Francia. Gli scienziati dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno infatti osservato un abbattimento del 50 percento del biossido di azoto (NO2) sulle principali capitali del Vecchio Continente, con un sensibile miglioramento della qualità dell'aria.

Il biossido di azoto è un gas tossico (di colore rosso bruno) prodotto dalle attività delle centrali elettriche, dal traffico (in particolar modo dai veicoli con motore diesel) e dagli impianti industriali, e può avere un impatto molto rilevante sulla nostra salute. Già a concentrazioni non elevate, infatti, è responsabile di forte irritazione alle vie respiratorie, soprattutto dei polmoni, e può scatenare dolore toracico, difficoltà respiratorie e convulsioni, fino all'insufficienza circolatoria. Una riduzione così netta della sostanza tossica rappresenta dunque un fattore positivo, sebbene sarà limitata nel tempo.

I livelli di biossido di azoto sono stati calcolati grazie alle rilevazioni dello strumento TROPOMI (TROPOspheric Monitoring Instrument) installato sul satellite Sentinel-5 del programma Copernicus, gestito dall'Agenzia Spaziale Europea e dalla Commissione Europea. Lo spettrometro è in grado di analizzare le concentrazioni di varie sostanze presenti nell'atmosfera, tra le quali figurano anche il monossido di carbonio e l'ozono. Mettendo a confronto le concentrazioni osservate tra il 13 marzo e il 13 aprile del 2020 con quelle di marzo/aprile dello scorso anno, gli scienziati hanno rilevato che l'NO2 è calato del 49 percento a Roma; del 47 percento a Milano; del 54 a Parigi e del 48 percento a Madrid. Italia, Spagna e Francia sono tra i Paesi che hanno adottato le misure più restrittive (e dove il coronavirus ha colpito molto duramente). Una simile riduzione era stata osservata in precedenza anche in Cina dai satelliti della NASA, e in particolar modo a Wuhan, la città da cui si è diffusa la pandemia.

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“Esistono notevoli variazioni nel meteo in ogni Paese fra un giorno all'altro, che creano un grande impatto sulla dispersione del biossido di azoto”, ha dichiarato il dottor Henk Eskes del Royal Netherlands Meteorological Institute (KNMI). “La media dei dati per periodi di tempo più lunghi ci consente di osservare cambiamenti più chiari nelle concentrazioni dovuti all'attività umana”, ha osservato lo scienziato, facendo riferimento all'intervallo di tempo prescelto per e analisi del TROPOMO. “Per questo motivo – conclude lo studioso – le mappe mostrano concentrazioni su un periodo mensile e sono fornite con un'incertezza del 15% che riflette la variabilità meteorologica non rilevata nelle medie mensili utilizzate”.

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