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Sette falsi miti ‘da spiaggia’ che dobbiamo smettere di condividere

Non sempre quel che crediamo possa proteggerci in spiaggia serve davvero, esistono anche falsi miti che potrebbero creare più danni che dare benefici, per esempio sul modo più efficiente di passarsi la crema solare, sulle bevande sportive o sul tempo d’attesa tra l’ultimo pasto e il tuffo in acqua.
A cura di Juanne Pili
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Sono tanti i falsi miti riguardo le cose che si dovrebbero fare – o non fare – quando si va in spiaggia o ci si prepara per farlo. Dai farmaci ai pasti abbondanti, passando per le diete a base di gelato e l'assunzione di sport drink, ecco i sette falsi miti più gettonati dell'estate.

Mangiare prima di fare il bagno

Come abbiamo avuto già modo di spiegare la credenza in base alla quale non si dovrebbe mangiare prima del bagno non ha grande fondamento. Il problema – che non riguarda solo il bagno al mare – riguarda i casi di congestione, dovuti al fatto che se si volesse mangiare in maniera abbondante prima del bagno, questo ci porrebbe a rischio esponendoci subito dopo all’acqua gelata, in questo caso lo shock termico potrebbe essere determinante. Viceversa non esistono riscontri che impongano di attendere le canoniche tre ore dall’ultimo pasto prima di fare il bagno.

Sostituire il pranzo col gelato

Per far fronte al monito già poco attendibile di non mangiare prima del bagno, qualcuno pensa bene di sostituire il pranzo col gelato. Tale scelta riguarda anche diete improvvisate per tutelare la linea, in modo da superare la prova-costume. Si tratta di una iniziativa inutile in ogni caso: il gelato resta comunque un alimento ricco di grassi e zuccheri, inoltre non riesce a garantire un apporto ideale di proteine e carboidrati, senza contare che non può nulla per darci un senso di sazietà: il risultato sarà che non faremo niente per la nostra linea e ci troveremmo comunque a fare diversi spuntini nel pomeriggio, magari pensando che siano “innocui”.

Bevande sportive e cibi salati

Le bevande sportive sono un altro espediente gettonato quando fa caldo, ma se non siete degli atleti vi ritroverete certamente arricchiti da potassio, magnesio e calcio, restando poveri di sodio, sostanza che col sudore si perde in abbondanza – specialmente se passate tanto tempo sdraiati a prendere il Sole – si tratta di un elemento importante che invece dovremmo reintegrare. Gli sport drink non vi aiuteranno. Un calo di sodio potrebbe abbassare la pressione, chi è iperteso non pensi di essere immune. Tutto questo non sarebbe d'aiuto nel caso volessimo fare lunghe nuotate. Anche se può sembrare contro-intuitivo, mangiare salato (ovvero alimenti ricchi di sodio) d’estate, non fa assolutamente male e non ci farà avere più sete.

Farmaci sotto il Sole, risorsa o minaccia?

Per quanto riguarda invece le raccomandazioni a non assumere farmaci prima di prendere il Sole esistono diversi miti da sfatare, già trattati in un articolo precedente. Sui pericoli dell’assunzione della pillola anticoncezionale si dibatte ancora, ma esperti come Annibale Volpe della Sic (Società italiana della contraccezione), ricordano che non esistono sufficienti studi in grado di dimostrare una correlazione tra pillola e la comparsa di macchie della pelle, difficili da non attribuire alla mera esposizione ai raggi Uv in maniera poco adeguata.

Scottature e creme solari

Il problema non è quanta crema solare ci spalmeremo addosso, ma come e quando lo faremo. Onde evitare di beccarsi spiacevoli scottature sarebbe bene, oltre evitare gli orari di massima esposizione ai raggi Uv (tra le 10 e le 15), fare un uso consapevole delle creme protettive. E’ inutile passarsi la crema già in costume ed in procinto di prendere il Sole. L’ideale sarebbe cospargerla già a casa prima di partire e di vestirsi, questo perché comincia ad agire circa mezzora dopo l'assunzione, inoltre il sudore ne riduce l'efficacia, quindi potrebbe non bastare assumerla una sola volta. Infine, il fatto che il cielo sia nuvoloso non ci esime dal metterci le protezioni, i raggi Uv non badano alle previsioni del tempo.

Pipì contro le punture delle meduse

Una convinzione molto radicata è quella in base alla quale sarebbe sufficiente urinare sopra la puntura di una medusa per averne giovamento. In realtà si perderebbe solo tempo, aggravando quindi l'irritazione. La convinzione si fonderebbe sull'acidità della nostra urina, che quindi dovrebbe combattere il veleno alcalino delle meduse. Come avevamo già spiegato in un articolo apposito, non esistono studi che lo confermino, del resto il pH delle urine dipende da quel che mangiamo e in ogni caso le sostanze acide in essa non sarebbero sufficienti, mentre esistono invece altri metodi accessibili a tutti che dovremmo seguire in questi casi.

La "psicosi" della maionese

Logicamente le alte temperature non sono ideali per la conservazione dei cibi, permettendo la proliferazione batterica. Questo ha generato diverse paure, certe volte alquanto esagerate, fino a prendere di mira la maionese, indicata tra le principali responsabili delle nostre  infezioni intestinali. Ben Chapman uno dei massimi esperti sulla sicurezza alimentare si era occupato della questione, sfatandone il mito.

La maionese prodotta commercialmente è acidificata per ridurre il deterioramento e uccidere i patogeni umani […] Se si sta facendo la maionese a casa meglio scegliere una ricetta che usi i prodotti a base di uova pastorizzate e incorpori l'acido, come l'aceto o il succo di limone, per ridurre il rischio.

In generale qualsiasi alimento potrebbe essere a rischio se non teniamo pulito il frigorifero e non ci laviamo le mani prima dei pasti, si tratta di vecchi adagi che tuttavia non sono affatto infondati, a prescindere dalla stagione. I batteri infatti non vanno mai in vacanza.

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