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Sesso, cancro e stress con la marijuana: le scoperte più assurde del 2017

Nel corso del 2017 sono state fatte numerose nuove scoperte sulla cannabis, sostanza che presenta sia insidie per la salute che benefici quando applicata a scopo terapeutico. Scopriamo le più assurde dell’anno.
A cura di Andrea Centini
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Il 2017 è stato un anno ricco di scoperte interessanti sulle proprietà della cannabis, anche sul fronte terapeutico, grazie ai cannabinoidi naturalmente presenti nella pianta (Cannabis sativa). Pur essendo considerata una sostanza stupefacente, infatti, la cannabis viene ampiamente utilizzata in campo medico – dove consentito e con rigorosi limiti – come antidolorifico, sedativo, anticonvulsivante, antiemetico, stimolatore dell'appetito e altro ancora. La cannabis medicinale gioca un ruolo importante anche nelle cosiddette cure palliative, ovvero quelle dedicate ai pazienti terminali che non riescono più a trarre benefici dai farmaci tradizionali.

Riduce le crisi epilettiche nei bambini

Il cannabidiolo riduce il numero di crisi epilettiche nei bambini affetti dalla sindrome di Dravet, una variante dell'epilessia conosciuta come “epilessia mioclonica grave dell'infanzia”. I ricercatori dell'Istituto Stanley Manne hanno dimostrato che i piccoli pazienti trattati con la sostanza hanno presentato una riduzione sensibile delle crisi epilettiche in un mese: da 12 a 6.

L'olio di cannabis vaporizzato aumenta il rischio di cancro

Inalare l'olio di cannabis vaporizzato espone a sostanze potenzialmente cancerogene per l'organismo. Lo ha determinato un team di ricerca del Medical Marijuana Research Institute, dopo aver analizzato i composti volatili sprigionati dagli agenti diluenti per la cannabis a una temperatura di 230° centigradi. Le sostanze incriminate sono acetaldeide, acroleina e formaldeide.

Fumare cannabis riduce lo stress

La cannabis riduce i livelli di stress anche nelle situazioni più complesse, non facendo aumentare il cortisolo. La scoperta, compiuta da ricercatori della Washington State University, non è comunque positiva. L'aumento di questo ormone, infatti, aiuta l'organismo a rispondere ai cambiamenti dell'ambiente e a sopravvivere. Ciò significa che la marijuana potrebbe limitare la capacità di reagire in modo appropriato agli stimoli esterni.

Chi fuma marijuana fa più sesso

Ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno dimostrato che gli uomini e le donne che fumano marijuana fanno più sesso di chi non la fuma. Il dato è emerso dopo aver analizzato i dati di circa 30mila donne e 20mila uomini con un'età media di 29 anni. Secondo i ricercatori ciò sarebbe dovuto al fatto che la cannabis riesce a stimolare le regioni del cervello legate all'attività sessuale.

Troppa marijuana può uccidere: primo decesso documentato

Il primo decesso per overdose da cannabis sarebbe quello di un bambino americano di 11 mesi. Il piccolo, che ha consumato grandi quantità di alimenti fatti con cannabis a casa dei genitori, è stato ucciso da un arresto cardiaco seguito a una miocardite. I medici del Rocky Mountain Poison and Drug Center della Denver Health che l'hanno avuto in cura hanno dichiarato che le alte concentrazioni di marijuana trovate nel suo sangue sono l'unica spiegazione plausibile per la morte.

La cannabis inganna il cervello e crea dipendenza

La cannabis riesce a ‘sabotare' il circuito cerebrale della ricompensa, ingannando il cervello e instaurando la dipendenza alla sostanza. Lo ha determinato un team di ricerca del Brigham Young University, dopo aver osservato che la cannabis, inibendo il sistema di controllo del circuito cerebrale, fa letteralmente impennare i livelli di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. La sostanza responsabile è il tetraidrocannabinolo (Thc), il principio attivo.

I cannabinoidi combattono il cancro

Ricercatori dell'Istituto Oncologico di Vojvodina e dell'Università di Novi Sad (Serbia) hanno scoperto che i cannabinoidi possono portare le cellule tumorali alla cosiddetta ‘apoptosi', il suicidio cellulare. Questa proprietà, che deve essere oggetto di studi più approfonditi, è emersa analizzando il comportamento dei recettori di cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e tipo 2 (CB2).

La cannabis migliora la memoria

Il principio attivo della cannabis, il tetraidrocannabinolo (Thc), in piccole dosi è riuscito a migliorare le funzioni cognitive dei topi, “ringiovanendo” il loro cervello. Lo hanno scoperto ricercatori dell'Università di Bonn, dopo aver somministrato la sostanza per quattro settimane ad alcuni roditori. I topi di 12 e 18 mesi, dopo il trattamento, hanno presentato le funzioni cognitive paragonabili a quelle di esemplari di 2 mesi.

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