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Quest’anno in Italia attesi meno casi di influenza, il primo virus isolato è una vecchia conoscenza

Presso i laboratori della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia dell’Università di Parma è stato isolato il virus dell’influenza nel campione biologico di un bambino di 9 mesi. Si tratta del primo caso registrato in Italia per la stagione 2020-2021, che è dunque ufficialmente partita. Poiché il virus è una “vecchia conoscenza” che circola da anni, gli esperti si attendono una circolazione minore tra gli adulti.
A cura di Andrea Centini
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La stagione influenzale 2020-2021 è ufficialmente partita in Italia. Presso i laboratori dell'Università di Parma, infatti, è stato isolato il virus dell'influenza da un campione prelevato da un bambino di 9 mesi. Si tratta del primo caso della nuova stagione, che ha avuto inizio con leggero anticipo rispetto al passato. Nonostante l'avvio precoce, ci sono comunque buone notizie, come specificato all'ANSA dalla direttrice della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia dell'Università di Parma, la professoressa Adriana Calderaro, il cui team ha effettuato l'analisi del campione biologico.

Il virus isolato è infatti il tipo A-H3N2, che circola già da diversi anni. Poiché si tratta di una “vecchia conoscenza”, si ritiene che la popolazione adulta nella maggior parte dei casi abbia già sviluppato degli anticorpi per contrastarlo. In pratica, il virus dovrebbe trovare molte “porte chiuse” o “semafori rossi” sulla propria strada, e ciò dovrebbe avere un impatto positivo nel ridurre la circolazione tra i grandi. Se a questo aggiungiamo il potenziale aumento delle vaccinazioni antinfluenzali a causa della pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 in corso – che ha spinto le autorità sanitarie ad ampliare le fasce di rischio – e il fatto che si utilizzano mascherine, si mantiene il distanziamento sociale e si cura con maggiore attenzione l'igiene delle mani, ciò dovrebbe ridurre ancora di più la diffusione dell'influenza.

“Non ci attendiamo grandi numeri nella popolazione adulta”, ha dichiarato all'agenzia di stampa la professoressa Calderaro, aggiungendo che la situazione “lascia ben sperare sul fatto che si possano venire a determinare meno sovrapposizioni con la sintomatologia da Covid”. Uno dei rischi maggiori per prossimi mesi, secondo gli esperti, è proprio legato al fatto che molti pazienti influenzati potrebbero riversarsi negli ambulatori e nei pronto soccorso temendo di aver contratto il coronavirus, dato che i sintomi di base tra influenza, COVID-19 – e in alcuni casi anche raffreddorepossono essere molto simili. Ciò potrebbe togliere tempo prezioso ai medici per intervenire su chi davvero è stato infettato dal patogeno emerso in Cina, per questo si raccomanda di fare la vaccinazione antinfluenzale, favorendo la cosiddetta diagnosi differenziale. Fortunatamente, come specificato dalla professoressa Calderaro, al momento non c'è alcuna situazione di allarme.

La speranza di molti è che si possa venire a creare la stessa situazione osservata nell'emisfero Sud, dove l'influenza è stata praticamente “cancellata” dalla pandemia di coronavirus. Basti pensare che in base ai dati rilasciati dal “The Global Influenza Programme” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in Australia sono stati registrati solo 107 casi in tutto nel 2020, mentre nel 2019 erano stati oltre 60mila. Statistiche analoghe sono state rilevate in altri Paesi dell'emisfero australe, come Cile, Argentina, Sud Africa, Nuova Zelanda e altri ancora. Non resta che capire come evolverà la situazione anche nell'emisfero boreale; se tutti rispetteremo le disposizioni delle autorità ci sarà comunque un impatto positivo su larga parte delle malattie infettive legate a virus respiratori.

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