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Covid 19

Perché il vaccino di Moderna porta solo buone notizie

Mercoledì 6 gennaio si terrà la riunione straordinaria dell’EMA che dovrebbe dare il via libera in Europa al vaccino anti COVID di Moderna, l’mRNA-1273 sviluppato in collaborazione col NIAID. La disponibilità di questo vaccino, che si affiancherà alla preparazione di Pfizer-BioNTech, è una splendida notizia per la lotta alla pandemia.
A cura di Andrea Centini
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Sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins, nel momento in cui stiamo scrivendo il coronavirus SARS-CoV-2 ha contagiato – ufficialmente – oltre 82 milioni di persone in tutto il mondo e ne ha uccise 1,8 milioni (in Italia le infezioni complessive sono più di 2 milioni e i decessi quasi 74mila). I numeri sono in crescita costante e la seconda ondata sta mietendo un numero altissimo di vittime, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Fortunatamente nelle ultime settimane sono stati approvati i primi vaccini anti COVID in Occidente, e la speranza è che nel corso del 2021, grazie alla diffusione di questi farmaci, si riesca ad abbattere il nemico che ha provocato una catastrofe sanitaria, sociale ed economica senza precedenti. Per farlo saranno necessarie più preparazioni, proprio perché vi è la necessità di vaccinare un numero enorme di persone, impossibile da coprire in tempi relativamente rapidi con un solo produttore. È anche per questa ragione che l'imminente approvazione per l'uso di emergenza del vaccino di Moderna Inc. e NIAID da parte dell'EMA, l'Agenzia Europea per i Medicinali, è un'ottima notizia dopo l'ok al BNT162b2 sviluppato da Pfizer e BioNTech. La riunione straordinaria del comitato di esperti dell'EMA che deciderà sul via libera è attesa per mercoledì 6 gennaio, e non dovrebbero esserci “sorprese”, considerando che il vaccino è stato già approvato lo scorso 18 dicembre dalla Food and Drug Administration (FDA) americana.

Ma la disponibilità di un secondo vaccino contro il coronavirus SARS-CoV-2 non aumenta le nostre possibilità di vincere la battaglia solo per una questione di numeri; l'mRNA-1273, questo il nome della preparazione messa a punto da Moderna in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) guidato da Anthony Fauci, è infatti anche estremamente efficace e sicuro. A sottolinearlo vi è anche la voce del professor Roberto Burioni, docente di Microbiologia e Virologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che in un post su Facebook dai toni entusiastici ha affermato che “non era possibile chiedere di meglio”, dato che adesso abbiamo “due vaccini sicuri e mostruosamente efficaci”, non risparmiando anche una frecciata a “gufi e dei diffidenti”. Il riferimento, nello specifico, è ai risultati dello studio “Efficacy and Safety of the mRNA-1273 SARS-CoV-2 Vaccine” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine, la più autorevole al mondo in campo medico.

I risultati dello studio, che ricalcano quelli del documento dell'FDA relativo all'approvazione, ci ricordano che il vaccino di Moderna-NIAID ha un'efficacia del 94,1 percento contro la COVID-19 e del 100 percento contro l'infezione grave. In parole semplici, solo 5 vaccinati su 100 sviluppano i sintomi dell'infezione se esposti al coronavirus SARS-CoV-2, ma nessuno di essi li manifesta nella forma grave e potenzialmente letale. Il dato è emerso dalla sperimentazione clinica di Fase 3 che ha coinvolto oltre 30mila volontari, metà trattati con un placebo e l'altra metà con due iniezioni da 100 microgrammi dell'mRNA-1273, un vaccino basato su RNA messaggero per la proteina S o Spike del coronavirus come quello di Pfizer, che una volta introdotto spinge le nostre cellule a produrla e il sistema immunitario a riconoscerla, sviluppando di conseguenza anticorpi per neutralizzarla. Positivi anche i risultati sulla tollerabilità del vaccino, benché abbia una reattogenicità più “intensa” rispetto a quella di un comune vaccino antinfluenzale, come indicato da alcuni esperti in un editoriale pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Science. La ragione risiederebbe nelle nanoparticelle lipidiche di polietilenglicole (PEG) che fungono da “navette di trasporto” per l'RNA messaggero, anche se non si esclude il ruolo di un altro degli eccipienti dei farmaci (qui l'elenco degli “ingredienti” delle preparazioni di Pfizer e Moderna).

Per quanto concerne gli effetti collaterali veri e propri, i più comuni risultano essere dolore al sito dell'iniezione, affaticamento, mal di testa, dolore muscolare, dolore articolare e brividi. Rare le reazioni avverse severe registrate durante gli studi clinici e all'avvio della campagna vaccinale. Un medico americano del Boston Medical Center allergico ai crostacei ha sviluppato una reazione anafilattica, ma è stato prontamente trattato dai colleghi e ha superato la crisi, così come tutti gli altri pazienti che hanno avuto una risposta immunitaria esagerata ai vaccini anti COVID, meno di 10 persone negli USA su oltre 1 milione di vaccinati, come indicato dal New York Times. Non va infine dimenticato che il vaccino di Moderna può essere conservato un mese in frigorifero tra i 2 e gli 8 ° C e i sei mesi successivi a – 20° C, mentre il vaccino di Pfizer ha bisogno di una temperatura di – 70° C, rendendo la logistica un po' più complicata (ma perfettamente gestibile con gli strumenti adeguati). Insomma, ci sono tante ragioni per essere felici anche dell'approvazione del vaccino di Moderna. Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore della Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico ha annunciato che arriveranno in Italia 62 milioni di dosi tra Moderna e Pfizer, e altre arriveranno in futuro da AstraZeneca, Curevac e Johnson & Johnson; insieme daranno vita a una campagna vaccinale senza precedenti che tutti si augurano ci faccia uscire da questo incubo al più presto.

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