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Covid 19

Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini anti COVID di Pfizer e Moderna

I vaccini candidati contro il coronavirus SARS-CoV-2 di Pfizer e Moderna, rispettivamente chiamati BNT162 e mRNA-1273, hanno dimostrato un’efficacia del 95 percento e sono tra i più vicini all’approvazione. Ecco quali sono gli effetti collaterali che possono provocare le due promettenti preparazioni.
A cura di Andrea Centini
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La corsa al vaccino contro il coronavirus SARS-CoV-2 è prossima alla conclusione per alcuni dei “contendenti”, che hanno iniziato a rilasciare i dati relativi agli studi clinici di Fase 3, gli ultimi prima della richiesta di approvazione alle autorità competenti e dunque dell'immissione sul mercato (previa autorizzazione). I vaccini candidati più vicini al traguardo sono il “BNT162sviluppato dalla casa farmaceutica Pfizer in collaborazione con la società di biotecnologie tedesca BioNTech e l'mRNA-1273, messo a punto dagli scienziati dell'azienda biotecnologica Moderna Inc. e del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), guidato dall'immunologo Anthony Fauci. Entrambi hanno un'efficacia del 95 percento. Nel caso del primo, il colosso farmaceutico statunitense ha annunciato che a giorni depositerà presso la FDA la richiesta per l'uso d'emergenza, e qualora dovesse essere approvata le prime dosi saranno disponibili già entro le prime due settimane di dicembre. Insomma, siamo sempre più vicini alla distribuzione dei vaccini anti COVID. Ma quali sono gli effetti collaterali di questi farmaci?

Sino ad oggi negli studi clinici e nei comunicati pubblicati dalle società coinvolte si è parlato di reazioni avverse da lievi a moderate, senza l'emersione di alcun effetto collaterale grave. Si tratta di un risultato estremamente positivo, tenendo presente che reazioni di questo genere – come dolore nel sito dell'iniezione, febbre, mal di testa e così via – possono emergere anche dopo il comune vaccino antinfluenzale. Ciò nonostante, come sottolineato da vari esperti e partecipanti agli studi clinici in un editoriale pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Science, l'intensità di questi sintomi in alcuni casi sembrerebbe essere decisamente superiore a quella dei comuni vaccini. Viene sottolineato che si tratta di manifestazioni assolutamente non pericolose, ma l'esperienza può essere piuttosto "intensa".

Luke Hutchison, un biologo computazionale che ha studiato presso il pretigioso Massachusetts Institute of Technology (meglio conosciuto con l'acronimo di MIT), è uno dei volontari che ha sperimentato il vaccino anti COVID di Moderna, il primo in assoluto ad essere testato su una persona (la manager 43enne Jennifer Haller). L'uomo ha dichiarato che il braccio in cui ha ricevuto l'iniezione si è gonfiato come "un uovo d'oca", ha sperimentato forti dolori ossei e muscolari e la febbre è salita a 38,9° C. Non è noto se abbia preso il placebo o il vaccino, vista la natura dello studio, ma la reazione lascia supporre che sia stato trattato proprio con l'mRNA-1273. Un'esperienza analoga l'ha vissuta anche un altro partecipante allo studio, Ian Haydon, benché assunse una dose molto alta che poi è stata ridotta nei successivi trial clinici.

In base agli studi, meno del 2 percento dei partecipanti alla sperimentazione (sia per Moderna che per Pfizer) ha sperimentato effetti collaterali così pesanti, che pur essendo spariti nel giro di una giornata sono comunque stati così intensi da preoccupare i diretti interessati. Per quanto concerne il vaccino di Moderna, come indicato da Science, tra gli effetti collaterali più significativi emersi vi erano affaticamento (9,7 percento dei casi); dolori muscolari (8,9 percento); dolori articolari (5,2 percento); e mal di testa (4,5 percento). Per quanto riguarda il vaccino di Pfizer e BioNTech si sono registrate percentuali inferiori; la sintomatologia più severa includeva affaticamento nel 3,8 percento dei casi e mal di testa nel 2 percento. Questi tassi di reazioni avverse sono più elevati di quelli dei comuni vaccini, secondo alcuni esperti. “Questa è una reattogenicità più elevata rispetto a quella normalmente osservata con la maggior parte dei vaccini antinfluenzali, anche quelli ad alto dosaggio”, ha dichiarato Arnold Monto, epidemiologo presso la Scuola di Salute Pubblica dell'Università del Michigan. University of Michigan School of Public Health.

Secondo gli scienziati la causa di questi effetti così intensi sarebbe legata alla tecnologia su cui si basano le preparazioni. Sono entrambi vaccini a mRNA, dove un gene sintetico racchiuso in una nanoparticella lipidica viene somministrato per spingere il nostro organismo a produrre proteine virali (nello specifico la Proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2), permettendo al sistema immunitario di riconoscerle e far sviluppare l'immunità. “Sospettiamo che la nanoparticella lipidica causi la reattogenicità, perché le nanoparticelle lipidiche senza mRNA all'interno fanno la stessa cosa negli animali”, ha dichiarato la professoressa Drew Weissman, immunologa presso l'Università della Pennsylvania. “Vediamo la produzione, nel muscolo, di mediatori infiammatori che causano dolore, arrossamento, gonfiore, febbre, sintomi simil-influenzali”, ha dichiarato l'esperta.

Alla luce di questo rischio, seppur basso e che non comporta alcun pericolo per la salute, secondo la professoressa Bernice Hausman dell'Università Statale della Pennsylvania è fondamentale che gli operatori sanitari siano trasparenti con chi si accinge a farsi vaccinare. In parole semplici, è importante sottolineare che si possono sviluppare sintomi severi, che non comportano rischi per la salute ma che appunto possono essere molto intensi. In molti, infatti, potrebbero non essere pronti per una simile esperienza. Ian Haydon, ad esempio, ha sviluppato una febbre a 39,6° C ed è andato in ospedale, dove ha vomitato ed è anche svenuto, ma i sintomi sono spariti del tutto in 24 ore. “Per me è stata una giornata difficile. Ma se lo confronti con quello che può fare la COVID, penso che in confronto impallidisca”, ha sottolineato l'uomo, fiero di aver preso parte alla sperimentazione del vaccino.

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