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Covid 19

Perché è importante (e sicuro) vaccinare anche i bambini e gli adolescenti

Con l’approvazione da parte dell’Agenzia Europea del Medicinale (EMA) del vaccino anti Covid di Pfizer per gli adolescenti con un’età compresa tra i 12 e i 16 anni si allarga ulteriormente la platea della popolazione immunizzabile. Ecco quali sono i benefici della somministrazione estesa alle fasce di età più giovani.
A cura di Andrea Centini
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Benché per molti esperti l'immunità di gregge rappresenti ormai un traguardo irraggiungibile e persino utopico, vaccinare quante più persone possibili contro la COVID-19 è l'arma migliore che abbiamo per abbattere contagi, ricoveri in ospedale e decessi, oltre a essere l'unica strada percorribile per tornare a una vita quanto più vicino possibile a quella pre-pandemica. A causa della circolazione delle varianti più trasmissibili del coronavirus SARS-CoV-2 – come quella inglese e la indiana – è inoltre fondamentale che un'altissima percentuale di persone sia immunizzata; ciò prevede il coinvolgimento di tutte le fasce di età della popolazione, dai più piccoli agli anziani. Come spiegato a Fanpage.it dalla professoressa Stefania Salmaso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, uno dei motivi per cui l'immunità di gregge al momento non è fattibile è il fatto che la campagna vaccinale è predisposta per fasce di età, con bambini e giovanissimi che resteranno scoperti dal vaccino ancora per diverso tempo. Lasciando intere comunità esposte al contagio, del resto, si permette al virus di continuare a circolare e mutare, col rischio che si generino altre varianti potenzialmente ancor più contagiose e in grado di resistere agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti da precedenti infezioni naturali che quelli innescati dai vaccini.

Per queste e altre ragioni, che abbracciano anche importanti questioni di carattere psicosociale, è dunque fondamentale vaccinare anche le fasce più giovani. Come affermato dal presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Giorgio Palù, intervenuto alla trasmissione televisiva “Buongiorno”, le armi per iniziare a vaccinare adolescenti e bambini sono in arrivo. “Il 10 maggio l’FDA ha già approvato questi vaccini per gli adolescenti, l’EMA li approverà oggi (il via libera è arrivato NDR) e l’AIFA recepirà questa autorizzazione perché non c’è nessun’altra indicazione preferenziale”, ha dichiarato lo scienziato. Il riferimento è al vaccino anti Covid BNT162b2/Tozinameran (nome commerciale Comirnaty) messo a punto dal colosso farmaceutico Pfizer in collaborazione con la società di biotecnologie tedesca BioNTech, che ha dimostrato di avere un'efficacia al 100 percento nei ragazzi tra i 12 e i 15 anni. “C’è già un’età, ci sono già i vaccini e credo che oggi si completerà il ciclo per gli adolescenti dai 12 ai 15 anni. Ci sono 8,5 milioni di adolescenti in questa fascia d’età”, ha specificato il professor Palù. Sono in corso trial clinici che coinvolgono bambini più piccoli, sia da parte di Pfizer che di Moderna; entrambe producono vaccini a RNA messaggero. Presto dovrebbe essere approvato anche il vaccino tedesco Curevac, anch'esso basato sull'mRNA. I vaccini a vettore virale come il Johnson & Johnson e il Vaxzevria di AstraZeneca non sono raccomandati per le fasce di età più giovani, pertanto tutta la campagna vaccinale che coinvolgerà i più piccoli sarà basata sui farmaci a mRNA.

Sebbene bambini e giovanissimi abbiano un rischio estremamente basso di sviluppare complicazioni e la forma grave della COVID-19, non sono comunque mancati casi di ricovero in ospedale, necessità di intubazione/terapia intensiva e purtroppo anche decessi. Resta comunque significativo il rischio che il virus circoli tra i giovani e, come indicato, continui a mutare e passare alla popolazione più esposta alla forma severa dell'infezione. “Direi che dal punto di vista di quello che conosciamo della malattia, e per gli aspetti fisiopatologici sappiamo che i bambini e i giovani adolescenti si infettano meno, trasmettono relativamente anche meno perché hanno meno recettori sulle cellule piteriali delle vie respiratorie superiori. Però abbiamo imparato che con le varianti che hanno un aumentata affinità per i recettori, un maggiore indice di contagiosità anche i bambini si infettano e possono essere una via di trasmissione quindi possono essere un importante serbatoio”, ha affermato il professor Palù, sottolineando che a quest'età si tratta di una vaccinazione importante perché “interrompe la catena del contagio”.

Come tutti i farmaci, i vaccini vengono approvati tenendo in considerazione l'equilibrio tra rischi e benefici; non c'è dubbio che i potenziali rischi – come i rarissimi casi di eventi tromboembolici – sono trascurabili rispetto ai danni che può causare l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Anche i giovani che superano una forma lieve della COVID-19 rischiano danni al sistema cardiovascolare, come dimostrato da un recente studio pubblicato su Experimental Physiology da scienziati dell’Appalachian State University (Stati Uniti). I vaccini, come evidenziano gli studi clinici in corso, stanno dimostrando di proteggere ampiamente anche i più piccoli, con un'efficacia del 100 percento e in totale sicurezza. “Negli Usa si sta studiando anche per i bambini più piccoli, e quello che sappiamo è che la risposta immunitaria è molto elevata come ci si attende in un sistema immunitario che è ancora giovane. Non solo, ma la protezione dopo la prima dose è oltre il 90% ed è vicina al 100% se non al 100% dopo la seconda dose. I bambini rispondono benissimo e sono protetti”, ha concluso il professor Palù.

Ma non tutti sono concordi sul vaccinare deliberatamente i giovani e i giovanissimi. La Standing Vaccination Commission (Stiko) del Robert Koch Institute, comitato indipendente di esperti tedeschi che studia rischi e benefici della vaccinazione contro il coronavirus SARS-CoV-2, ha ad esempio affermato che l'analisi per decidere se vaccinare la fascia di età tra i 12 e i 17 anni non è ancora conclusa. Al momento “non ci potrebbe essere una raccomandazione generale per la vaccinazione tra i 12 e i 17 anni”, ha dichiarato allo Spiegel il membro dello Stiko Rüdiger von Kries, docente dell'Istituto di pediatria sociale e medicina dell'adolescenza presso l'Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera. Secondo l'esperto, dopo l'approvazione dell'EMA in Germania la vaccinazione per i più giovani sarà probabilmente raccomandata solo per i bambini con comorbilità come cancro, diabete o immunodeficienze. Insomma, non sarebbe una vaccinazione "a tappeto" come quello contro la poliomelite. In molti ritengono tuttavia che vaccinare i bambini e gli adolescenti sia fondamentale per permettere loro un ritorno a scuola quanto il più normale possibile, dopo oltre un anno e mezzo di chiusure, didattica a distanza e altre restrizioni che hanno avuto un impatto significativo sulla salute mentale e sulla socialità.

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