Nel Regno Unito fa così caldo che una fermata degli autobus ha preso fuoco da sola
All'inizio di giugno, per la prima volta nella storia del Regno Unito, il Met Office – il servizio meteorologico nazionale – ha lanciato un nuovo servizio per avvisare i cittadini delle ondate di caldo estremo, basato su segnali di avvertimento color ambra o rosso in base alle temperature previste. I giorni con massime “infernali” sono infatti diventati molto più frequenti in Gran Bretagna, passando da una media di 5,3 giorni tra il 1961 e il 1990 a oltre 13 giorni tra il 2008 e il 2017. In pratica sono più che raddoppiati in pochissimi anni. La causa, secondo gli esperti, sono i cambiamenti climatici catalizzati dall'immissione di gas a effetto serra (soprattutto anidride carbonica) nell'atmosfera. Il Met Office ritiene che le temperature estreme registrate nel 2018 – con 35,6 °C registrati a Felsham (Suffolk) e i 32 °C superati nell'East Anglia – ora sono 30 volte più probabili che in passato e stima che entro il 2050 potrebbero diventare la nuova “normalità” estiva.
Gli effetti delle temperature estreme per il piovoso Regno Unito si sono palesati in modo decisamente insolito a Solihull, una piccola cittadina della contea delle West Midlands inglesi, dove nei giorni scorsi sono stati superati i 30° C, anomali per la regione. Secondo quanto dichiarato dalla polizia di Chelmsley Wood, una fermata dell'autobus sarebbe andata a fuoco per autocombustione proprio a causa delle temperature elevatissime. “Grazie ai nostri colleghi del servizio WestMidsFire per essere intervenuti a questa fermata dell'autobus a Chelmsley Wood oggi a pochi minuti dalla chiamata, dopo che ha preso fuoco per autocombustione a causa del calore intenso. Le fiamme sono state spente e la fermata è stata resa sicura”, ha scritto la polizia su Twitter. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Il “cinguettio” è stato corredato da tre foto in cui si vede la parete destra in materiale plastico letteralmente squagliata e il metallo abbrustolito dal fuoco.
30° C sono naturalmente insufficienti per innescare autocombustione nel polimetilmetacrilato (PMMA), considerando che il polimero termoplastico può sopportare fino a 80° C e che inizia a fondere superati i 200° C, come indicato dalle aziende che producono i marchi più famosi. Si ritiene dunque che l'angolo dei raggi solari solare abbia permesso di convogliare l'energia lungo l'anima in metallo della struttura, che a causa della particolare combinazione di forma e materiali ha fatto salire la temperatura talmente tanto da innescare l'incendio. Un po' come quando si utilizza una lente per accendere un fuoco concentrando i raggi su un po' di pagliuzza. L'incidente naturalmente non è il miglior esempio per spiegare l'impatto dei cambiamenti climatici, tuttavia suggerisce che non tutte le infrastrutture cittadine potrebbero essere pronte a sopportare temperature estreme. Senza contare l'impatto sulla nostra salute e quella degli animali; basti pensare che a causa di una devastante cupola di calore che ha colpito il Nord America nelle ultime settimane sono morte centinaia di persone e sono stati cotti vivi oltre un miliardo di animali marini, mentre molti pulcini sono stati costretti a lanciarsi dai nidi a 20 metri di altezza per non morire a causa dello shock termico.