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Le feci dei bambini sono piene di microplastiche: 10 volte in più di quelle degli adulti

Analizzando le concentrazioni di polietilentereftalato (PET) e policarbonato (PC) nelle feci di adulti e bambini, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di New York ha determinato che quelle dei piccoli ne contengono molte di più. Rilevati livelli di PET 10 volte superiori. Com’è possibile e quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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Secondo i risultati di un recente studio condotto da ricercatori dell'Università di Newcastle e del WWF ciascuno di noi ingurgita 5 grammi di microplastiche a settimana, pari a ben 250 grammi all'anno, quanto un abbondante piatto di pasta. Non c'è da stupirsi che nel 2020, attraverso una sensibile tecnologia chiamata spettrometria μ-Raman, un team di ricerca dell’Università Statale dell’Arizona, per la prima ha scoperto microplastiche all'interno di tessuti e organi umani. Alla fine dello stesso anno i ricercatori dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma le hanno trovate persino nella placenta. Siamo del resto circondati da plastica – ne produciamo 300 milioni di tonnellate all'anno – e i frammenti microscopici vengono introdotti nel nostro organismo quando mangiamo, beviamo e persino quando respiriamo. Ora un nuovo preoccupante studio dimostra che nelle feci dei bambini sono presenti maggiori concentrazioni di microplastiche che in quelle degli adulti, con rischi assolutamente da non sottovalutare per la salute.

A determinare che le feci dei piccoli sono molto più ricche di microplastiche è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Scuola di Medicina dell'Università di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio chiave di Tianjin per la bonifica ambientale e il controllo dell'inquinamento, che fa capo al College di Scienze e Ingegneria Ambientali dell'Università di Nankai (Cina). Gli scienziati, coordinati dal professor Kurunthachalam Kannan, docente presso il Dipartimento di Pediatria e di Medicina Ambientale presso l'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le concentrazioni di polietilentereftalato (PET) e policarbonato (PC) – due materiali plastici – nel meconio (prime feci) di tre neonati, in sei campioni di feci di tre bimbi di un anno e in quelle di dieci adulti, tutti raccolti nello Stato di New York. Pur avendo un campione di partecipanti molto piccolo, i risultati sono piuttosto significativi. Sia il PET che il PC MP sono stati infatti trovati in alcuni campioni di meconio, in tutte le feci dei bimbi e nella maggior parte di quelle degli adulti (il PC in tutte).

Il risultato più drammatico risiede nel fatto che nei piccoli la concentrazione delle microplastiche era di un ordine di grandezza superiore rispetto a quella rilevata negli adulti. Nei primi infatti sono stati rilevati livelli di PET pari a 5700-82.000 ng/g (mediana 36.000 ng/g) e di PC pari a 49-2100 ng/g (mediana 78 ng/g), mentre negli adulti il valore per il PET è stato di <LOQ-16.000 ng/g, (mediana di 2600 ng/g). In parole semplici, in media le feci dei piccoli contenevano oltre dieci volte più PET di quelle degli adulti. “Le concentrazioni di PET erano significativamente più elevate nelle feci infantili rispetto a quelle degli adulti, mentre le concentrazioni di microplastiche PC non erano significativamente diverse tra i due gruppi di età”, hanno dichiarato gli autori dello studio.

Com'è possibile che i neonati abbiano più microplastiche nelle proprie feci? La ragione risiede nella maggiore esposizione a oggetti in materiale plastico; basti pensare a biberon, ciucci, tazze e posate, ma anche all'abitudine dei piccoli di mordicchiare e succhiare giocattoli, tessuti e altri oggetti durante la dentizione. Sebbene non sia ancora pienamente noto l'impatto delle microplastiche sulla nostra salute, lo studio “Size-dependent effects of polystyrene microplastics on cytotoxicity and efflux pump inhibition in human Caco-2 cells” ha determinato che quelle più piccole sono in grado di superare le membrane cellulari e finire nella circolazione sanguigna, mentre la ricerca “Internalization and toxicity: A preliminary study of effects of nanoplastic particles on human lung epithelial cell” ha rilevato che possono interferire su vitalità, apoptosi e ciclo cellulare delle cellule umane. Nello specifico l'esperimento è stato condotto con nanoplastiche di polistirene (PS-NP) e cellule epiteliali polmonari umane. Molte microplastiche si nascondono nella polvere degli ambienti in cui viviamo, e i piccoli, trovandosi spesso sul pavimento, hanno maggiori possibilità di smuoverle, inalarle e ingerirle.

Non c'è da stupirsi che il nuovo studio abbia rilevato un'esposizione giornaliera alle microplastiche significativamente superiore per i piccoli. Nello specifico, le esposizioni giornaliere medie stimate di microplastiche PET e PC per i neonati erano rispettivamente di 83.000 e 860 ng/kg di peso corporeo al giorno, sensibilmente superiori a quelle degli adulti (PET: 5800 ng/kg di peso corporeo/giorno; PC: 200 ng/kg di peso corporeo/giorno). Sarà necessario condurre indagini più approfondite per conoscere l'impatto delle microplastiche sulla nostra salute e in particolar modo su quella dei piccoli. I dettagli della ricerca “Occurrence of Polyethylene Terephthalate and Polycarbonate Microplastics in Infant and Adult Feces” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Environmental Science & Technology Letters”.

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