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Covid 19

Il 22% della popolazione mondiale rischia la forma grave dell’infezione da coronavirus

Il 22 percento della popolazione mondiale, ovvero 1,7 miliardi di persone, in caso di contagio da coronavirus SARS-CoV-2 rischia di sviluppare la forma severa dell’infezione, poiché possiede almeno una delle patologie associate alla maggiore letalità. Fra esse figurano diabete, malattie cardiovascolari, renali e respiratorie.
A cura di Andrea Centini
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Circa 1,7 miliardi di persone, il 22 percento della popolazione mondiale, sono esposte al rischio di sviluppare la forma grave della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. La cifra in realtà potrebbe essere ancora più consistente, poiché nella stima non sono incluse alcune categorie note per essere suscettibili alle complicanze più serie, quali “tempeste di citochine”, Sindrome da distress respiratorio acuto (o ARDS), sepsi e insufficienze d'organo, tutte condizioni associate alla letalità del patogeno.

A stimare questo numero è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici della London School of Hygiene & Tropical Medicine, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Institute for Health Metrics and Evaluation dell'Università di Washington, dell'Istituto di scienze Informatiche dello University College di Londra, dell'Imperial College di Londra e del Centre for the Mathematical Modelling of Infectious Diseases COVID-19 working group. Gli scienziati, coordinati dal professor Andrew Clark, docente presso il Dipartimento di Politiche e Ricerca sulla Salute Pubblica dell'ateneo londinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati dello studio Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) e quelli dell'ONU sulla popolazione mondiale.

Nel caso specifico, Clark e colleghi sono andati a caccia di tutte quelle comorbilità (malattie sottostanti) che sono state associate a prognosi peggiori nei pazienti con COVID-19; fra esse il diabete, problemi cardiovascolari, malattie renali croniche, patologie respiratorie croniche e altro ancora. Hanno anche “aggiustato i dati” tenendo presente il genere e le fasce d'età, poiché come dimostrano da numerosi studi clinici ed epidemiologici, i maschi anziani sono molto più suscettibili delle donne a sviluppare le complicazioni dell'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 (benché le donne si ammalino in numero superiore, come dimostrano gli ultimi dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità).

Incrociando tutti i dati è emerso che ben 1,7 miliardi di persone sono esposte al rischio di sviluppare la forma grave della COVID-19, poiché possiedono almeno una delle condizioni sottostanti considerate "pericolose". Come indicato, tuttavia, si tratta di una sottostima, poiché nella ricerca non sono contemplate le persone affette da obesità e gli adulti anziani sani; sono tutte e due categorie considerate ad alto rischio complicanze, come dimostrano uno studio del Politecnico delle Marche e uno dell'Università Johns Hopkins. Clark e colleghi hanno stimato inoltre che circa 350 milioni di persone richiederebbero il ricovero in ospedale in caso di infezione. I dettagli della ricerca “Global, regional, and national estimates of the population at increased risk of severe COVID-19 due to underlying health conditions in 2020: a modelling study” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet Global Health.

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