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I draghi di Komodo sono ufficialmente in pericolo di estinzione a causa dei cambiamenti climatici

Nell’ultimo aggiornamento della Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale ente scientifico deputato alla tutela della biodiversità, il drago di Komodo è stato ufficialmente classificato come in pericolo di estinzione. Entro pochi decenni il suo habitat naturale rischia di sprofondare sott’acqua a causa dell’innalzamento del livello del mare, catalizzato dai cambiamenti climatici.
A cura di Andrea Centini
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I draghi di Komodo (Varanus komodoensis), le più grandi lucertole della Terra che possono raggiungere i 3 metri di lunghezza massima per 70 chilogrammi di peso, sono stati dichiarati ufficialmente in pericolo di estinzione (codice EN, endangered) dagli scienziati dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale ente scientifico che si occupa di tutela e conservazione della biodiversità nel mondo. La decisione è stata annunciata assieme alla pubblicazione della recente revisione della Lista Rossa della IUCN, nella quale sono elencate 138.374 specie. Fra esse, ben 38.543 sono classificate in pericolo di estinzione.

Il drago di Komodo vive su un piccolo gruppo di isole indonesiane, alcune delle quali facenti parte del Parco Nazionale di Komodo, istituito proprio per proteggere la maestosa e omonima lucertola che vi vive. Sebbene la popolazione di draghi presente nel parco sia considerata stabile e ben tutelata, lo stesso non si può dire per quelle che si trovano al di fuori delle aree protette, come alcune sull'isola di Flores, costantemente minacciate dalla distruzione dell'habitat naturale perpetrata dalle attività umane. Ma non sono i fattori antropici diretti ad aver spinto i ricercatori della IUCN a declassificare il drago di Komodo da specie vulnerabile (Vu) a specie in pericolo di estinzione.

Come affermato in un comunicato stampa, il motivo per cui si è deciso di inserire la lucertola gigante nel nuovo elenco è legato infatti ai cambiamenti climatici. Secondo il recente studio “Identifying island safe havens to prevent the extinction of the World’s largest lizard from global warming” pubblicato da Ecology adn Evolution da scienziati dell'Università di Adelaide, entro il 2050 i cambiamenti climatici potrebbero portare a una degradazione dell'habitat naturale dei draghi dall'8 al 87 percento, mentre il numero di esemplari potrebbe crollare dal 27 al 99 percento. Entro i prossimi 45 anni, secondo il comunicato dell'IUCN, almeno il 30 percento del territorio in cui vive il drago di Komodo potrebbe finire sott'acqua a causa dell'innalzamento del livello dei mare, dovuto allo scioglimento dei ghiacci che è catalizzato dal riscaldamento globale.  “L'idea che questi animali preistorici si siano avvicinati a un passo all'estinzione in parte a causa del cambiamento climatico è terrificante”, ha dichiarato in un comunicato il dottor Andrew Terry, direttore della sezione di conservazione presso la Zoological Society di Londra (ZSL). Lo scienziato sottolinea che questa è un'altra delle molteplici ragioni affinché la natura venga posta al centro del processo decisionale nella prossima conferenza sul clima (COP26), che si terrà a novembre a Glasgow.

Dalla Lista Rossa aggiornata dell'IUCN emergono anche altre indicazioni, alcune positive e altre negative. Tra le specie più minacciate del pianeta figurano gli squali e le razze (elasmobranchi); ben il 37 percento di esse (su 1.200 totali) è classificato come in pericolo di estinzione, principalmente a causa della pesca. Gli squali vengono catturati soprattutto per lo spinnamento (shark finning), una pratica brutale che tutti noi possiamo contrastare grazie a un'iniziativa dei cittadini dell'Unione Europea: ci sarà tempo fino alla fine di gennaio 2022 per firmare. Per quanto concerne le buone notizie, gli scienziati dell'IUCN hanno tolto dagli elenchi di conservazione più preoccupanti alcune specie di tonno, portate sull'orlo dell'estinzione a causa della pesca eccessiva. Grazie alle quote limitate introdotte negli ultimi decenni è stato infatti possibile far risollevare quelle più in pericolo, come il tonno rosso. Ma per salvare i draghi di Komodo, i pinguini imperatore, gli orsi polari e le numerosissime altre specie minacciate dai cambiamenti climatici, sarà necessario tagliare immediatamente e drasticamente le emissioni di anidride carbonica e altri gas a effetto serra nell'atmosfera. Anche l'umanità andrà incontro a sofferenze indicibili se non agiremo in fretta.

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