Come funziona il vaccino Covid italiano ReiThera, che ha superato la Fase 1
In seno a una conferenza stampa tenutasi martedì 5 gennaio all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma sono stati presentati i (promettenti) risultati dello studio clinico di Fase 1 sul vaccino anti COVID italiano GRAd-COV2. La preparazione, basata sulla tecnologia del vettore virale non replicante, ha determinato una robusta risposta immunitaria ed è risultato sicuro, non innescando reazioni avverse severe nei partecipanti al trial clinico. Oltre il 90 percento di essi ha sviluppato anticorpi neutralizzanti contro il patogeno. Il vaccino candidato è stato sviluppato dall'azienda di biotecnologie ReiThera SRL di Castel Romano, in collaborazione con la società tedesca LEUKOCARE AG di Monaco di Baviera e la belga Univercells SA di Bruxelles. Le tre società hanno dato vita a un consorzio per condividere esperienze e tecnologie, al fine di mettere a punto la migliore preparazione possibile in termini di efficacia e sicurezza contro il coronavirus SARS-CoV-2. Come indicato da Antonella Folgori, presidentessa di ReiThera, la capacità produttiva è di 100 milioni di dosi all'anno; superato con successo l'iter sperimentale, che dovrebbe concludersi in estate sulla base delle prime indicazioni, una simile quantità permetterebbe all'Italia persino di affrancarsi dai vaccini prodotti da terzi, che sono comunque fondamentali in questo avvio della campagna vaccinale. Ma come funziona esattamente il GRAd-COV2? Quale livello di efficacia e sicurezza è stato riscontrato nello studio clinico? Ecco tutto ciò che sappiamo.
Come funziona il vaccino Covid italiano ReiThera
Il vaccino GRAd-COV2 (Replication defective Simian Adenovirus (GRAd) encoding S) si basa su un vettore virale non replicante, ovvero un virus ingegnerizzato in laboratorio al fine di renderlo innocuo, incapace di determinare un'infezione, replicarsi e "integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano". Nello specifico si tratta di un Adenovirus estratto da un gorilla, utilizzato come una sorta di navetta per trasportare l'informazione genetica della proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2. Questa glicoproteina, che costella il “guscio” (peplos o pericapside) del patogeno come tanti piccoli ombrellini, è fondamentale per l'invasione del nostro organismo, dato che viene utilizzata come una sorta di “grimaldello biologico” per legarsi al recettore ACE-2 delle cellule umane, scardinare la parete cellulare e inserire l'RNA virale all'interno, processo alla base della replicazione che determina l'infezione (chiamata COVID-19). Alla luce di questo ruolo così cruciale, non c'è da stupirsi che per gli scienziati impegnati nello sviluppo di vaccini anti COVID si tratta di un bersaglio privilegiato. Se gli anticorpi attaccano la proteina S e impediscono al virus di agganciarsi alle cellule, in parole semplici, veniamo protetti. Come indicato, il vaccino di ReiThera trasporta l'informazione genetica della proteina S attraverso il vettore virale innocuo, che giunta nel muscolo dopo l'iniezione spinge le cellule muscolari a sintetizzare la proteina virale. Una volta in circolo la proteina viene riconosciuta dal sistema immunitario e inquadrata come “nemica”, e così il nostro organismo inizia a produrre anticorpi neutralizzanti e altre armi (come i linfociti T) che hanno l'obiettivo di determinare immunità. Un approccio elegantissimo e, in base a quanto emerso dalle indagini preliminari, anche sicuro ed efficace.
Vaccino italiano, lo studio di Fase 1 e le prossime fasi
La sperimentazione clinica si basa su più studi di profondità e ampiezza crescente, necessari per raccogliere i dati da sottoporre alle autorità che regolamentano i farmaci, un percorso obbligato per ottenere l'approvazione alla commercializzazione (che segue la Fase 3). Il primo step è la fase pre-clinica, su cellule in coltura e modelli animali; il secondo è proprio la Fase 1 della clinica, che coinvolge poche decine di persone e viene attuato per determinare sicurezza/reattogenicità, primi dati sull'immunogenicità e dosaggio. Non a caso in questa fase vengono somministrate dosi diversificate per valutare le concentrazioni più efficaci, proprio come avvenuto per il GRAd-COV2, che è stato inoculato in tre dosaggi crescenti per concentrazione di particelle virali (5e10, 1e11, 2e11), a tre gruppi distinti di volontari. Parte di essi ha ricevuto un placebo. In tutto nello studio di Fase 1 sono stati coinvolti 90 volontari, tutti sani e nelle fasce di età 18-55 anni e 65-85 anni. Le iniezioni intramuscolari sono state eseguite presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive e il Centro Ricerche Cliniche di Verona, a partire dallo scorso 24 agosto. La metà di essi ha ricevuto un placebo. Le fasi 2 e 3 della sperimentazione clinica dovrebbero concludersi entro i prossimi 6 mesi.
La somministrazione del vaccino ReiThera: basta una dose
A differenza delle preparazioni anti COVID già approvate o in via di approvazione, il vaccino GRAd-COV2 si basa su una singola iniezione intramuscolare. Non è dunque necessario fare il richiamo come per i vaccini anti COVID di Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
L'efficacia del vaccino italiano
Durante la sperimentazione del GRAd-COV2, nei soggetti sottoposti al trattamento “è emersa un’attivazione armonica dell’immunità umorale (anticorpi) e dell’immunità cellulare (linfociti T)”, spiegano gli esperti. In altri termini, è stata evidenziata una significativa produzione di anticorpi (anche IgG neutralizzanti) e di linfociti T. Se i primi sono i “soldati” della prima linea che attaccano l'invasore non appena il nostro sistema immunitario lo riconosce, i secondi distruggono le cellule già infettate, garantendo una protezione a tutto tondo dalla patologia. “Dopo 28 giorni dalla vaccinazione oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi, ed oltre il 90% ha sviluppato anticorpi con potere neutralizzante nei confronti del virus”, si legge nella presentazione dei risultati. “La risposta cellulare, ovvero la produzione di linfociti T indotta dal vaccino specifica contro la proteina spike del coronavirus, è risultata estremamente robusta in tutti i soggetti valutabili nella fascia d’età 18-55 anni, e potenzialmente più elevata di quella dei pazienti con infezione naturale da SARS-CoV-2”, hanno aggiunto gli autori dello studio. Viene inoltre specificato che la risposta osservata nei soggetti anziani non differisce da quella dei più giovani. In termini di immunogenicità, dunque, i risultati non sono dissimili da quelli evidenziati da altre preparazioni già approvate per l'uso di emergenza contro il virus, ma dovranno naturalmente essere confermate negli studi clinici di Fase 2 e 3.
Quanto è sicuro il vaccino italiano ReiThera
Anche sotto il profilo della tollerabilità ci sono ottime notizie per il GRAd-COV2. Durante la sperimentazione, infatti, non è stata rilevata alcuna reazione avversa severa, come avvenuto – seppur molto raramente – per i vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna-NIAID, la cui reattogenicità superiore, secondo alcuni esperti, sarebbe legata alle nanoparticelle lipidiche di polietilenglicole (PGE) sfruttate per trasportare l'RNA virale della proteina S (si tratta di vaccini a RNA messaggero e dunque basati su una tecnologia differente). Come specificato dal professor Stefano Milleri, a capo del Centro Ricerche Cliniche di Verona dov'è avvenuta parte della sperimentazione, “le reazioni all’inoculazione nei volontari sono state transitorie e di lieve e limitata intensità: arrossamenti nella zona dell’iniezione, qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa, tutti sintomi spariti nel giro di poche ore”. In pratica, siamo innanzi a effetti collaterali non dissimili da quelli di un comunissimo vaccino antinfluenzale, dunque del tutto previsti dalla procedura. Il professor Milleri ha aggiunto che sono state rilevate anche “modeste alterazioni dei parametri ematochimici senza segni clinici, potenzialmente associate all’attivazione del sistema immunitario”.
La conservazione del vaccino italiano
Tra i vantaggi principali del vaccino anti COVID di ReiThera vi è la conservazione; il GRAd-COV2 rimane infatti stabile a una temperatura compresa tra i 2 e gli 8° C, e ciò rende decisamente meno complicato lo stoccaggio e la distribuzione. Ricordiamo infatti che il vaccino di Pfizer necessita di una temperatura “ultrafredda” di circa – 70° C, mentre quello di Moderna può essere conservato per un solo mese a temperature da frigorifero; per i successivi 6 mesi deve infatti essere mantenuto a – 20° C. Nulla di impossibile, e le aziende – così come le strutture sanitarie – hanno già ampiamente dimostrato di poter provvedere alla logistica di queste preziose preparazioni. Un problema, tuttavia, potrebbe invece verificarsi per le aree più remote e povere del pianeta, dove potrebbero non essere disponibili infrastrutture adeguate a simili condizioni di conservazione. Proprio in questi luoghi potrebbero fare la differenza i vaccini come quelli di ReiThera e di AstraZeneca, che necessitano appunto di temperature più facilmente gestibili.