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Archeologia, cinque scoperte che ricorderemo del 2012

Quando il passato riaffiora dalle pieghe della terra riportando alla luce le sue storie più antiche ed affascinanti.
A cura di Nadia Vitali
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archeologia cinque scoperte che ricorderemo del 2012

Gli uomini che vissero prima di noi hanno ancora molto da narrarci e, fortunatamente, il lavoro degli archeologi è più o meno costantemente presente ( i tempi che corrono sono pur sempre quelli della crisi) per svelare a noi e a sé stesso meraviglie di un passato che possiamo comprendere, talvolta, solo attraverso muti reperti. I ritrovamenti delle testimonianze dei nostri progenitori, talvolta caratterizzati dalla fama e dalla gloria talaltra privi di un volto o di un nome, hanno sempre un fascino speciale, anche in una società proiettata verso il futuro e l’innovazione tecnologica, quale è quella in cui viviamo: ecco quindi alcune tra le scoperte più interessanti che l’archeologia ci ha regalato nel corso del 2012.

1 La più antica città d’Europa?

Un insediamento grande, complesso ed efficiente, nel quale potevano abitare fino a 350 persone grazie ad una organizzazione che faceva di questo centro già una proto-città, probabilmente la più antica d’Europa tra quelle che conosciamo, fiorita in un arco di tempo compreso tra 4700 e 4200 anni fa, soprattutto grazie allo sfruttamento di materie prime quale il sale, in primo luogo, e il rame. Poco distante da Provadia, nella Bulgaria nordorientale, si trova nei pressi di una necropoli scoperta nel 2005 dalla quale gli archeologi avevano dato inizio alla campagna di scavo: circondata da mura alte circa tre metri e da una serie di fossati, era dotata di edifici a due piani e di strutture destinate esclusivamente ad usi rituali e cerimoniali.

maya

2 Una regina guerriera

Il Guatemala quest’anno ha restituito moltissime sorprese relative al suo passato più remoto che, oltre a chiarire come nessuna profezia Maya annunciasse l’imminente fine del mondo, potranno rivelarsi utilissime a conoscere i dettagli di un territorio la cui storia si intreccia strettamente con l’ascesa, il trionfo ed il declino della popolazione precolombiana. Certamente, una scoperta molto interessante è stata quella di una tomba nella quale si ritiene riposino i resti di una Sovrana che regnò nella seconda metà del VII secolo d. C. e che venne chiamata la Signora K’abel. Tra conchiglie, gioielli e piccole sculture parte del corredo, anche lo scheletro della Regina le cui fattezze del cranio, stando a quanto sostengono gli studiosi, potrebbero coincidere con quelle riconoscibili in un ritratto del suo volto altero. Il ritrovamento rientra dunque in uno di quei casi, assai rari per la cultura Maya, in cui i dati archeologici possono essere incrociati con le poche conoscenze storiche di cui gli esperti sono in possesso.

3 A caccia di tesori

Chi non ha mai sognato durante l’infanzia di scovare un tesoro antichissimo, come nella migliore tradizione della letteratura per ragazzi? C’è da scommettere che gli studiosi che si sono ritrovati dinanzi i raffinati e preziosi manufatti in oro venuti alla luce da una tomba trace nei pressi del villaggio di Sveštari, a nord est di Sofia, devono aver provato un’emozione molto simile a quella che proverebbe un bambino. Un corredo funerario che includeva gioielli, statuette ed applicazioni per abiti, tutto in oro, appartenente ad una persona morta tra il IV e il III secolo a. C. che, per il suo viaggio nell'aldilà, venne accompagnata dai suoi meravigliosi averi. La scoperta è importante anche perché fornisce una testimonianza relativa ad una popolazione, i Geti, che, al pari dei tanti gruppi indoeuropei nomadi che abitarono l’area, non ci ha lasciato documenti scritti più eloquenti per conoscerne la storia. Eppure, quel che si può immaginare a partire da questo tesoro, e da molti altri reperti venuti alla luce negli anni scorsi presso i medesimi territori, è semplicemente meraviglioso.

4 Meraviglie romane

I più grandi conquistatori della propria epoca lasciarono testimonianze in tutto il mondo mediterraneo di incredibile bellezza, la cui fama è tale che non necessitano di presentazioni: eppure le meraviglie artistiche ed architettoniche degli antichi romani sono tante che l’archeologia non cessa mai di portarne alla luce di nuove. Come il mosaico tornato visibile in superficie in Turchia nel corso dell’estate risalente al III secolo d. C. e dalla ragguardevole estensione di 149 metri quadri, che ne fa il più grande rinvenuto nell'intera regione: scoperto da un gruppo di studiosi turchi ed americani ad Antiochia ad Cragum, sulle coste meridionali, era probabilmente parte di un bagno del quale, verosimilmente, delimitava il bordo di una piscina con la sua ricchezza ornamentale. «È strano rendersi conto del fatto che sei la prima persona, dopo secoli, a vedere questa cosa, è una sensazione che mi ha fatto pensare alla mia provvisorietà ma anche all'importanza che le mie azioni possono avere per la storia e per l’umanità» ha commentato uno degli studenti che ha lavorato al progetto.

vasi libia

5 Agli uomini preistorici piaceva il formaggio

Già 7 000 anni fa, gli uomini si dedicavano all'allevamento, ricavandone prodotti caseari che, se da una parte erano di grande utilità perché rendevano il latte più digeribile, dall'altra costituivano una grande innovazione poiché consentivano di trasportare con maggiore facilità e di conservare più a lungo il latte munto dagli animali. Recenti scoperte hanno consentito di chiarire molti dettagli di questa pratica antichissima che era diffusa presso territori geografici estremamente distanti tra loro: nei villaggi neolitici situati nell'attuale deserto libico, ad esempio, si produceva formaggio già migliaia di anni fa, un dato testimoniato dalla ricchissima arte rupestre che ritrae scene di pastorizia ma che è stato recentemente confermato dagli esami dei residui organici individuate in vasi di ceramica della stessa epoca. Tuttavia i più antichi strumenti per la produzione casearia non sono stati ritrovati nel sito africano bensì in Polonia, dove alcuni vasi con il fondo completamente ricoperto di fori venivano utilizzati per separare il latte dal caglio, così come hanno confermato le analisi chimiche condotte sui reperti.

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