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Acqua su Marte: l’origine della nostra vita svelata dal Pianeta rosso

Attraverso le analisi dello spettrometro equipaggiato sulla sonda MRO la NASA ha individuato i resti di antichi depositi idrotermali su Marte. Studiandoli potremmo scoprire com’è originata la vita sulla Terra e magari trovare tracce di quella eventualmente esistita sul Pianeta rosso.
A cura di Andrea Centini
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L'origine della vita sulla Terra potrebbe essere spiegata dai resti di antichi depositi idrotermali appena scoperti su Marte; le loro caratteristiche sarebbero state infatti paragonabili a quelle della ‘culla della vita' sul nostro pianeta, le cui tracce sono andate quasi completamente perdute a causa dell'intensa attività geologica della crosta terrestre. Sul Pianeta rosso, d'altro canto, non essendoci più acqua e attività vulcanica, essi avrebbero conservato meglio le proprietà dell'ambiente primordiale di circa 3,7 miliardi di anni fa, rappresentando così un ‘bersaglio' eccellente sia per comprendere l'origine della vita sul nostro pianeta sia per cercare tracce di quella eventualmente esistita su Marte.

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Le prove dei depositi idrotermali sono state individuate da ricercatori americani nell'area di Eridania, un sito che secondo gli studiosi avrebbe ospitato un bacino con 210 chilometri cubici d'acqua, un vero e proprio mare con una quantità di liquido paragonabile a quella della somma di tutti i Grandi Laghi americani moltiplicata per nove. Tra i 500 e 1.500 metri di profondità, spiegano i ricercatori coordinati da Paul Niles del Johnson Space Center della NASA, le correnti idrotermali sarebbero state generate dall'attività vulcanica della crosta marziana, all'epoca presente. “L'attività vulcanica combinata con l'acqua ferma ha fornito condizioni probabilmente simili alle condizioni che esistevano sulla Terra nello stesso periodo, quando la vita precoce stava evolvendo”, ha sottolineato il dottor Niles. “Anche se non troveremo mai prove della vita su Marte, questo sito può spiegarci il tipo di ambiente in cui la vita potrebbe essere originata sulla Terra”, ha aggiunto il ricercatore.

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Ma come ha fatto la NASA a scoprire questi resti di depositi idrotermali? I ricercatori si sono serviti dello spettrometro Compact Reconnaissance Spectrometer for Mars (CRISM) equipaggiato sulla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Analizzando le rocce di Eridania hanno scoperto minerali come serpentino, talco-saponite e carbonato, che in associazione alle caratteristiche fisiche del deposito hanno suggerito la passata attività idrotermale. Per sottolineare l'importanza della scoperta Niles ha indicato che per emergere “la vita non ha bisogno di una piacevole atmosfera o di una superficie temperata, ma solo di rocce, calore e acqua”. Non c'è dubbio che i depositi di Eridania diventeranno uno dei principali obiettivi delle prossime indagini astrobiologiche, magari con l'invio di un nuovo rover simile a Curiosity, impegnato da 5 anni nelle indagini all'interno del cratere Gale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.

[Credit: NASA]

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