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Quattro miti e leggende che hanno un fondo di verità

Da sempre ci interroghiamo sui fenomeni che non conosciamo, spesso dandoci risposte errate. Oggi nell’epoca della post verità miti e leggende continuano a emozionarci, grazie al “fondo di verità” su cui si fonderebbero.
A cura di Juanne Pili
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Quante volte abbiamo sentito di leggende dotate di un "fondo di verità", forse questa formula è stata troppo abusata, specialmente nella nostra epoca. Eppure sono tanti i miti che ci portiamo dietro da secoli e millenni. Per quanto possano essere stati stravolti dal tempo possono essere fatti risalire a fenomeni realmente accaduti, spesso emozionanti e terribili quanto la versione che n'è giunta a noi, per quanto meno fantascientifici.

Fenomeni celesti di Basilea e Norimberga

Esempio odierno di parelio, fenomeno ottico che potrebbe spiegare molti avvistamenti ufologici del passato.
Esempio odierno di parelio, fenomeno ottico che potrebbe spiegare molti avvistamenti ufologici del passato.

Ci sono precedenti illustri di misteriosi avvistamenti nei cieli anche durante l’antica Roma. Pensiamo a  Plinio il Vecchio, Tito Livio, Seneca e Cicerone i quali nelle loro cronache scrivono di "torce e scudi infuocati" nel cielo; troviamo anche riferimenti a uno o più Soli apparsi in piena notte. Nel 1034 "una trave di fuoco" solcò i cieli di Norimberga. Benvenuto Cellini documentò un episodio molto simile a Firenze nel 1550. Nella Biblioteca centrale di Zurigo troviamo documentazioni riguardanti i "Fenomeni celesti di Norimberga e Basilea", avvenuti tra il 1561 ed il 1566, questi "oggetti volanti non identificati" interesseranno anche Carl Gustav Jung che ne parla in un saggio pubblicato nel 1958 intitolato "Un mito moderno, su cose che si vedono nel cielo". L'incisore Hans Glaser scrisse così, da testimone contemporaneo, del fenomeno celeste di Norimberga:

La battaglia nei cieli durò circa un’ora e fu vista da numerosissime persone, sia nella città che nelle campagne circostanti, poi alcuni oggetti caddero in fiamme sulla terra, alla periferia della città, provocando un vasto incendio e una grande nube di fumo. I presenti videro anche, vicino alle sfere volanti, una specie di grande lancia nera.

Diversi elementi ci resteranno ignoti per sempre, per esempio non possiamo intervistare i testimoni oculari, i quali non possono valere come prova attendibile al di là di ogni ragionevole dubbio, sappiamo già quali brutti tiri tutt'oggi può giocarci la mente, specialmente se siamo coinvolti emotivamente e non abbiamo una concezione chiara e distinta del fenomeno osservato, né sapere se Glaser fosse un osservatore diretto o se raccolse testimonianze di terzi. Abbiamo tuttavia una certa conoscenza del modo in cui certi fatti venivano riportati all'epoca, filtrati attraverso la lente della religione e dell'enfasi narrativa. Oggi i seguaci delle tesi sugli Antichi Astronauti, commettono l'errore di interpretare gli scritti di epoche passate con la lente odierna, Massimo Polidoro fornisce un'analisi molto interessante del modo in cui fenomeni celesti – che oggi potrebbero avere una spiegazione razionale e "terrena" – possano apparire del tutto gonfiati quando a riportarli è un autore d'altri tempi. Le metafore bibliche, soprattutto quelle apocalittiche, erano molto in voga nel XVI secolo. Date le conoscenze attuali possiamo spiegarci questi fenomeni – realmente accaduti – come casi di "parelio": un fenomeno ottico e atmosferico che si spiega con la rifrazione della luce mediante cristalli di ghiaccio in sospensione, i quali costituiscono solitamente formazioni nuvolose come i cirri. Un caso di parelio è stato registrato recentemente anche nei cieli di Roma.

Il mito di Atlantide

Ipotetica ricostruzione di Atlantide, basata sul dialogo platonico "Crizia".
Ipotetica ricostruzione di Atlantide, basata sul dialogo platonico "Crizia".

Stando a quanto riporta Platone nei dialoghi Timeo e Crizia, Atlantide era un continente abitato da una grande potenza navale, il filosofo la colloca "oltre le Colonne d'Ercole". Atlantide sarebbe poi sprofondata sotto le acque "in un singolo giorno e notte di disgrazia" per colpa del dio Poseidone. Non esiste modo di stabilire con assoluta certezza se Platone si fosse del tutto inventato questa storia o se l'avesse appresa e rielaborata durante i suoi viaggi di studio attorno al Mediterraneo. Sappiamo comunque che maremoti e inondazioni hanno contribuito non poco a sconvolgere la Storia antica, ed effettivamente conosciamo alcuni riferimenti interessanti che possono spiegare il mito di Atlantide. Prima di addentrarci a spiegarli facciamo notare che ad oggi esiste una cospicua letteratura "alternativa" che colloca Atlantide in diverse regioni del Globo.

Atlantide nel Polo Sud. I luoghi più gettonati sono l'Antartide e la Sardegna. Nel primo caso si fa riferimento ad una teoria molto suggestiva pubblicata in un saggio di Sir Charles Hapgood che ottiene credito tutt'oggi, grazie anche al fatto che Albert Einstein gli scrisse la prefazione. Secondo Hapgood gli assi di rotazione terrestre non si sono sempre trovati nella posizione attuale, i poli fisici del Pianeta potrebbero quindi essersi spostati in passato. Questa tesi, nota come "Teoria dello slittamento polare", oggi non trova d'accordo la grande maggioranza degli esperti, mentre invece trova accoglimento la tesi delle inversioni del campo magnetico terrestre, la quale non va confusa con la teoria di Hapgood. Il fatto che Einstein la trovasse una tesi interessante non basta a considerarla accertata. Così lo slittamento periodico degli assi terrestri avrebbe permesso all'Antartide di trovarsi in condizioni atmosferiche ottimali allo sviluppo della civiltà. C'è anche chi millanta di scavi avvenuti decine di anni fa, i quali avrebbero portato al rinvenimento di insediamenti umani antichi, condendo il tutto con foto di dubbia provenienza – piramide Antartica inclusa – e teschi di antichi nativi americani deformi. Insomma, Atlantide si trovava nel Polo Sud e l'inondazione sarebbe stata in realtà un "congelamento istantaneo".

Atlantide in Sardegna. Ultima cronologicamente, ma non meno gettonata, la tesi in base al quale Atlantide si sarebbe dovuta trovare in Sardegna. I cosiddetti "archeologi eretici" sostengono che le "colonne d'Ercole" non corrispondevano allo stretto di Gibilterra, bensì a quello di Messina, oppure ad uno ormai scomparso situato più a Sud. In passato infatti le acque del Mediterraneo erano più basse, permettendo al tratto di mare che separa la Sicilia dall'Africa di essere ad un certo punto molto più stretto. Oltre alla Sicilia la più grande isola che è possibile trovare è la Sardegna. L'interpretazione originale degli scavi nuragici, i quali presenterebbero sedimenti e danneggiamenti orientati sempre nello stesso punto, hanno portato certi autori a parlare di prove di un "mega-tsunami" che avrebbe inondato la Sardenga cancellando una antica civiltà, insomma, i nuraghe sarebbero le antiche vestigia di Atlantide.

Abbiamo avuto modo di consultare diversi archeologi, come Rubens D'Oriano, Ivan Lucherini e Alfonso Stiglitz, i quali sono concordi nel ritenere infondate queste tesi, proprio alla luce delle conoscenze attuali. La presenza di sedimentazioni nei nuraghe – per altro non orienti sempre nello stesso modo – si spiega con la normale formazione di sedimenti nel tempo, che gli archeologi conoscono molto bene.

Qual è il fondo di verità? Eppure la leggenda di Atlantide potrebbe non essere del tutto infondata. Basta tenere conto del fatto che maremoti e inondazioni sono avvenuti sul serio nell'antichità e la loro memoria può essere stata deformata nel tempo, giungendo infine alle orecchie di Platone. Pensiamo all'isola di Santorini nell'arcipelago greco delle Cicladi, o al modo in cui si ritiene oggi essere scomparsa la civiltà dei Micenei.

Stelle scomparse e guerre degli dei

L'intensa luce di una supernova è stata scambiata per la comparsa di una misteriosa stella nel 1006 d.C.
L'intensa luce di una supernova è stata scambiata per la comparsa di una misteriosa stella nel 1006 d.C.

Sono numerosi i miti e le leggende formatesi mediante meccanismi analoghi a quelli "ufologici" di Norimberga e Basilea, o pseudo-storici come nel caso di Atlantide. I nativi d'America dell'Oregon narrano di una battaglia tra divinità che potrebbe trovare il suo fondamento in una terribile eruzione vulcanica avvenuta oltre settemila anni fa, da parte di quello che oggi è noto come Mount Mazama.

Anche in quanto a fenomeni celesti le testimonianze abbondano, pensiamo alla misteriosa stella registrata nelle cronache degli astronomi nel 1006 d.C. Lo studioso persiano Ibn Sina, ne diede un resoconto molto dettagliato, il quale ci ha permesso oggi di capire che molto probabilmente era stata avvistata una supernova; ovvero la potente luce di una stella morente. Oggi queste cronache alimentano e ispirano gli autori che sostengono la tesi degli Antichi astronauti, affermando che esistano prove della visita di extraterrestri, ai quali dovremmo attribuire la stessa esistenza dell'umanità. Tutt'oggi dati reali interpretati in maniera errata alimentano nuovi miti, come quello dell'esistenza di una piramide su Marte.

Il mito dei Grigi

Quello del "Grigio" è la rappresentazione più popolare dell'alieno secondo la mitologia moderna.
Quello del "Grigio" è la rappresentazione più popolare dell'alieno secondo la mitologia odierna.

Un mito decisamente più moderno è quello degli alieni "Grigi" – vale a dire la più popolare delle rappresentazione dell'alieno in ufologia – collegati a doppio filo coi miti riguardanti le operazioni segrete nell'Area 51. Il primo caso di rapimento da parte di questa presunta razza aliena sarebbe quello narrato dai coniugi Betty e Barney Hill risalente alla notte tra il 19 ed il 20 dicembre 1961 a Porthsmouth, nel New Hampshire. Questa terribile esperienza viene raccontata dai due solo un paio d'anni dopo il presunto accaduto, mediante sedute di ipnosi regressiva. Il caso è stato abbondantemente studiato. Oggi sappiamo che si tratta di un fatto del tutto inventato, ispirato molto probabilmente ad una serie televisiva di fantascienza che Betty seguiva spesso, la donna era inoltre già una assidua frequentatrice di circoli ufologici. Oltre a questo sono stati fatti sopralluoghi nell'area in cui sarebbe avvenuto il rapimento. Il debunking più recente è quello di James D. MacDonald che identifica l'avvistamento ufologico dei coniugu Hill con la luce di un faro presente nei dintorni. Per quanto riguarda invece l'avvistamento radar che sarebbe stato effettuato quella notte non esistono dati sufficienti, potrebbe essersi tratto di un "eco radar; fenomeno molto comune, che effettivamente all'epoca non destò alcun allarme da parte dei militari della vicina base.

Le origini narrative dei Grigi. Possiamo andare ancora più a ritroso nel tempo identificando il modello del Grigio in un racconto di H. G. Wells (padre assieme a Verne del genere narrativo fantascientifico), intitolato The Man of the year million. Gli esseri di cui l'autore scrive nel 1883 erano tuttavia umani evolutisi in un lontano futuro. Tutt'oggi i seguaci di tesi ufologiche o riguardanti i Crononauti ipotizzano come questi alieni in realtà possano essere umani che vengono a trovarci in diverse epoche dal futuro.

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