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Covid 19

Coronavirus: come si trasmette e come prevenire il contagio

Abbiamo parlato con il professor Fabrizio Pagliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, del nuovo Coronavirus emerso a Wuhan e delle differenze con quelli attualmente conosciuti. Per fare il punto della situazione e capire cosa sta succedendo è necessario procedere per gradi, in modo da non tralasciare alcun particolare ed evitare di fare confusione.
A cura di Redazione Scienze
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Con l'arrivo in Italia e la diffusione in Lombardia e Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Trentino, Sicilia, Campania e Puglia, l'epidemia del nuovo Coronavirus emerso in Cina (Covid-19) si è allargata ulteriormente fino ad essere definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità un'emergenza sanitaria internazionale. Il governo Italiano ha allargato la zona rossa a tutto il paese e sta ora affrontando la diffusione dei casi in tutta Italia, dove si sono verificati i 11.591 decessi e 101.739 contagi. In risposta al Coronavirus e per prevenire la patologia da esso provocata, chiamata Covid-19, la Cina sta attuando misure di sicurezza senza precedenti. La diffusione del virus è peraltro visualizzatile in tempo reale su una mappa creata dagli ingegneri informatici del Center for Systems Science and Engineering dell'Università di Hopkins.

Durante una conferenza stampa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato il nome ufficiale della patologia provocata dal nuovo coronavirus emerso in Cina: Covid-19. Il patogeno è inoltre stato definito il "nemico pubblico numero uno".

Ma cos'è un Coronavirus ed in che senso quello emerso a Whuan è diverso da quelli attualmente conosciuti? Per fare il punto della situazione e capire cosa sta succedendo è necessario procedere per gradi, in modo da non tralasciare alcun particolare ed evitare di fare confusione.

Coronavirus, la trasmissione e il contagio

Il Professor Pregliasco, virologo presso il Dipartimento Scienze biometriche per la salute dell'Università degli Studi di Milano, Vice Presidente Nazionale dell’A.N.P.A.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e Direttore Sanitario della Casa di Cura Ambrosiana SRL di Cesano Boscone, in una recente intervista ha confermato il che il Coronavirus 2019-nCoV è trasmissibile da uomo ad uomo, e sembra che il contagio possa avvenire addirittura durante il periodo di incubazione, quindi in totale assenza di sintomi.

Non è ancora stato identificato il cosiddetto "serbatoio" del virus cinese, ossia dove sia avvenuto il primo contagio, alcuni studiosi cinesi hanno parlato di serpenti, ma altri hanno smentito questa ipotesi sottolineando la necessità che serva un mammifero per trasferire questa tipologia di Coronavirus. Il primo contagio pare sia avvenuto nel mercato di animali vivi di Wuhan, ed è estremamente importante ricordare che si può rimanere infetti con questo virus anche mangiando del cibo crudo. Secondo l'esperto di malattie respiratorie, Zhong Nanshan, il nCoV2019 potrebbe essere trasmesso anche tramite vomito o feci. "Dovremmo attribuire grande importanza alla questione, poichè il virus è stato scoperto nelle feci" ha sottolineato.

Sin dall'inizio dell'epidemia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e numerosi istituti di ricerca di tutto il mondo hanno diffuso le stime del cosiddetto R0 dell'infezione: si tratta del cosiddetto "numero di riproduzione di base", ossia un fattore che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, ma è un valore che se non correttamente interpretato può scatenare allarmismo tra chi lo legge senza informarsi adeguatamente. È proprio questo ciò che è accaduto con il Coronavirus cinese: i post con commenti preoccupati legati ai valori dell'R0 sono infatti stati condivisi sui social innumerevoli volte, in realtà però è stato più volte spiegato perché non ci sia molto di allarmante circa il 2019-nCov.

La prevenzione dal Coronavirus: come proteggersi

L'utilizzo di mascherine in luoghi pubblici o affollati potrebbe essere una buona abitudine per evitare di entrare in contatto con il virus cinese. I consigli degli esperti però, vanno ben oltre questa prassi e puntano tutto sull'igiene delle mani e su alcune metodologie per gestire gli starnuti: la prima cosa da fare per evitare il contagio di un qualsiasi virus è lavarsi costantemente le mani, più e più volte al giorno. Per quanto riguarda gli starnuti invece, i più esperti virologi consigliano di non starnutire sulle mani o su un fazzoletto, ma di farlo sul braccio all'altezza del gomito: è questa la zona che entra meno in contatto con altre cose o persone, e iniziare a prendere questa abitudine potrebbe portare a giovamenti generici anche contro la diffusione di altri virus o malattie.

L'uso delle mascherine però non è essenziale, se non in paesi in cui ci sono focolai. A sottolineare questo particolare è il Professor Pregliasco, che sottolinea: "In Italia, ad oggi, non ha senso. Noi non la usiamo, mentre i cinesi la indossano anche per la comune influenza. È un loro stile, al di là della paura che c'è adesso e l'utilità in quel contesto. Gli amici orientali mi dicono che la usano anche come rassicurazione verso gli altri, cioè il malato che non vuole infettare gli altri".

Il sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, mette a disposizione di tutti i cittadini un elenco ben preciso di consigli nati proprio con lo scopo di migliorare la prevenzione ed evitare i possibili contagi.

Chi rischia di più: il tasso di mortalità per età

Il tasso di mortalità in base al numero dei casi scoperti, cioè l'indice che determina la probabilità di morire quando si viene infettati dal Covid-19, è differente in base alle fasce d'età esaminate. Si tratta di una percentuale che non sottolinea il numero di decessi in base all'età, ma il rischio di morte a causa dell'infezione.

In base ai dati dello studio “Vital Surveillances: The Epidemiological Characteristics of an Outbreak of 2019 Novel Coronavirus Diseases (COVID-19)” pubblicato sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology è emerso che il tasso di mortalità presenta i seguenti valori:

  • per chi ha 80 anni o più è del 14,8 percento
  • 8 percento tra i 70 e i 79 anni
  • 3,6 percento nella fascia 60-69 anni
  • 1,3 percento per chi ha tra i 50 e i 59 anni
  • 0,4 percento per chi ha tra i 40 e i 49 anni
  • 0,2 percento per le fasce di età 30-39 anni, 20-29 anni e 10-19 anni
  • Nella fascia di età 0-9 anni non sono stati riscontrati decessi

Possibili cure e vaccino per il Coronavirus

Attualmente, una cura per il Coronavirus 2019-nCoV non esiste, ma pare che farmaci antiretrovirali progettati contro l'HIV abbiano fatto guarire un paziente. Secondo il professor Pregliasco la realizzazione di un vaccino contro il virus cinese è possibile, ma potrebbe richiedere molto tempo. Alcuni suoi colleghi ottimisti parlano di una settimana, un mese, ma come specificato dal virologo dell'Università degli Studi di Milano si tratta dello sviluppo del prototipo; a causa dei necessari test di sicurezza, industrializzazione e burocrazia i tempi sono destinati inevitabilmente ad allungarsi. Per quanto concerne una possibile cura, è stato dimostrato che farmaci antiretrovirali per combattere l'HIV possono risultare efficaci nel trattare il nuovo coronavirus. Per questo la National Health Commission cinese ha deciso di renderli un “trattamento raccomandato”.

"È chiaro che qui ci sarebbe un fast track perché sussiste l'utilità" – ha spiegato Pregliasco – "Per ebola c'è stata una velocizzazione perché la malattia è mortale e tu dici “ci provo”, e così lo usi, ma per una ‘influenzona' pesante è un discorso diverso, non ci puoi stare dentro rispetto ai possibili effetti collaterali".

È degli ultimi giorni la notizia secondo la quale negli USA sarebbe stato trovato il primo vaccino sperimentale contro il Coronavirus. Sviluppato da un'azienda di nome Moderna, la sua realizzazione è stata possibile grazie all'identificazione di una particolare sezione della sequenza genetica del virus cinese, con la quale – teoricamente – sarebbe possibile indurre una reazione immunitaria nell'organismo ricevente, senza che si sviluppino i sintomi della malattia.

La ricerca e la produzione delle prime 500 fiale del vaccino sperimentale sono già terminate ed entro il prossimo luglio inizierà la prima fase di test sulle persone.

I sintomi del coronavirus

I sintomi iniziali del cosiddetto virus cinese, il Coronavirus 2019-nCoV, sono molto simili a quelli influenzali. I principali sono:

  • Febbre;
  • tosse;
  • difficoltà respiratorie;
  • dolori musoclari;
  • confusione;
  • mal di testa;
  • malessere generale.

Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Numerosi Coronavirus conosciuti che circolano negli animali non hanno infettato ancora gli esseri umani, ma così come il SARS-CoV (che è stato trasmesso dagli zibetti agli uomini) e il MERS-CoV (che è stato trasmesso dai dromedari agli uomini), il 2019-nCoV può essere trasmesso agli esseri umani ed ha un periodo di incubazione di circa 10-14 giorni nei quali, nonostante l'infezione, i portatori del virus sono da considerarsi come pazienti asintomatici.

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