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Superbatteri: in Italia 10mila morti all’anno, 450mila entro il 2050. Ecco i “big killer”

Un terzo dei morti in Europa provocati dall’antibiotico-resistenza si registra in Italia. Nel nostro Paese, infatti, a causa dei superbatteri perdono la vita in media 10.780 persone. I numeri sono destinati ad aumentare drammaticamente nel prossimo futuro, dato che entro il 2050 si stimano 450mila vittime. Ecco quali sono i batteri resistenti più diffusi e pericolosi.
A cura di Andrea Centini
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Antibiotici. Credit: ulleo
Antibiotici. Credit: ulleo

Ogni anno in Italia le infezioni scatenate dai batteri resistenti agli antibiotici, i cosiddetti superbatteri, uccidono in media poco meno di 10.800 persone. Si tratta di un dato drammatico e preoccupante, che rende il nostro Paese la maglia nera d'Europa. E di gran lunga. Basti pensare che in tutto il Vecchio Continente i morti causati dall'antibiotico-resistenza sono 33.100; ciò significa che un terzo di tutti i decessi si verifica nello “Stivale”. Le proiezioni per il futuro sono ancora più cupe, quasi agghiaccianti; recentemente l’Associazione delle imprese del farmaco (Farmindustria) ha infatti stimato che in soli 30 anni i morti causati dai superbatteri, in Italia, saranno ben 450mila. Dunque si registrerà una vera e propria impennata nel numero dei decessi.

I dati sui superbatteri pubblicati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sono stati ricordati in seno all'evento ‘How can vaccines combat Antimicrobial Resistance‘ che è attualmente in corso di svolgimento a Siena, presso il Gsk Vaccines Research Center. Il meeting è parte integrante della “Settimana mondiale sulla consapevolezza antibiotica 2019”, resasi necessaria per sensibilizzare l'opinione pubblica sul corretto uso degli antiobiotici. Molto spesso è proprio l'estrema diffusione di questi farmaci a catalizzare l'antibiotico-resistenza, permettendo ai batteri di adattarsi e fortificarsi contro le molecole che dovrebbero ucciderli. Non è un caso che proprio l'OCSE abbia recentemente bacchettato l'Italia per l'eccessiva prescrizione di antibiotici da parte dei medici; nel rapporto “Health at a glance” relativo all'anno 2017 si evidenzia che nel nostro Paese, per ogni mille abitanti, vengono prescritte 28 dosi giornaliere per le cure primarie, contro una media dei Paesi OCSE di 18.

Ma quali sono i superbatteri più pericolosi e diffusi? In base allo studio “Attributable deaths and disability-adjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases all'inizio dell'anno, vi sono otto specie batteriche che vengono isolate più spesso dal sangue o dal fluido cerebrospinale. Esse sono l'Acinetobacter spp e lo Pseudomonas aeruginosa che resistono a carbapenemi, colistina o al mix di farmaci; l'Escherichia coli e la Klebsiella pneumoniae che resistono a carbapenemi, colistina o a cefalosporina di terza generazione; l'Enterococcus faecalis e l'Enterococcus faecium che resistono alla vancomicina; lo Stafilococco aureo (Staphylococcus aureus) resistente alla meticillina (MRSA) e lo streptococco (Streptococcus pneumoniae) che resiste alla penicillina e ai macrolidi.

Benché Commissione europea, ONU, colossi farmaceutici, enti e istituzioni di ricerca di tutto il mondo abbiano iniziato una vera e propria guerra contro i superbatteri, si stima che entro il 2050 si conteranno 2,4 milioni di morti in Europa, Nord America e Australia. Italia, Grecia e Portogallo saranno i Paesi con più vittime, e nel nostro se ne conteranno un quinto del totale. Per far fronte all'emergenza superbatteri, recentemente il GISA (Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica) ha messo a punto un decalogo per un corretto uso degli antibiotici.

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