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Questo orologio ci dice quanto manca all’apocalisse climatica: resta pochissimo tempo

Il 4 novembre gli scienziati hanno aggiornato con gli ultimi dati scientifici disponibili il “Climate Clock”, l’orologio che ci indica con precisione di quanto abbiamo superato la temperatura media rispetto all’epoca preindustriale, quanta anidride carbonica abbiamo immesso in atmosfera e soprattutto quanto tempo ci resta prima di superare la temperatura critica fissata dagli esperti.
A cura di Andrea Centini
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Sin dagli Accordi di Parigi sul Clima, nel dicembre del 2015, l'obiettivo più virtuoso per scongiurare le conseguenze peggiori del riscaldamento globale è stato messo nero su bianco, risultando chiaro ed evidente: dobbiamo assolutamente contenere l'aumento della temperatura media della Terra entro 1,5° C rispetto all'epoca preindustriale. Attualmente ci troviamo a circa 1,2° C oltre la temperatura di riferimento, ma la costante immissione di gas a effetto serra – in particolar modo anidride carbonica (CO2) – ci sta spingendo sempre più vicini al baratro. Superata questa soglia, infatti, saremo esposti a eventi così drammatici da poter mettere a repentaglio persino la nostra civiltà. Già oggi stiamo subendo conseguenze pesanti, perché non esiste un cambiamento climatico buono, ma il futuro si prospetta estremamente cupo. Per capire quanto effettivamente siamo vicini al precipizio possiamo consultare il “The Climate Clock”, l'orologio del clima, che tutti noi dovremmo salvare nei nostri browser come monito. Lo trovate cliccando sul seguente link.

L'orologio è stato realizzato in collaborazione tra il professor Damon Matthews, docente presso il Dipartimento di Scienze del clima e sostenibilità dell'Università Concordia, dal professor Glen Peters, direttore presso il Centro per la ricerca internazionale sul clima e l'ambiente di Oslo e dal musicista e autore David Usher. Nel momento in cui stiamo scrivendo, attorno alle 16:30 del 5 novembre, l'orologio segna tre informazioni fondamentali: siamo a +1,237° C oltre la temperatura media dell'epoca preindustriale; mancano esattamente 10 anni, 5 mesi, 16 giorni, 22 ore, 17 minuti e una manciata di secondi a superare la soglia di 1,5° C (accadrà attorno al 20 aprile del 2032); mentre le tonnellate di anidride carbonica immesse in atmosfera risultano essere ben 2.404.841.500, con un computo che continua a salire rapidamente, quando invece dovrebbe rallentare e arrestarsi per impedire la catastrofe climatica.

Il Climate Clock è stato messo online per la prima volta nel 2015 e viene periodicamente aggiornato sulla base dei più importanti e avanzati studi sui cambiamenti climatici, come l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il Sixth Assessment Report delle Nazioni Unite, del quale la prima parte è stata pubblicata ad agosto di quest'anno. L'ultimo aggiornamento è stato fatto giovedì 4 novembre. I dati raccolti dagli scienziati rallentano o accelerano i tre indicatori dell'orologio, che sono una rappresentazione chiara e schematica di quanto ci stiamo impegnando a contrastare le emissioni di gas a effetto serra. Come sottolineato dai creatori del Climate Clock, le emissioni di combustibili fossili sono aumentate di circa l'1 percento – pari a 0,3 miliardi di tonnellate all'anno – tra il 2016 e il 2019, ma a causa della pandemia di COVID-19 e delle conseguenti restrizioni nel 2020 si è verificato un crollo del 5 percento in tutto il mondo. Nel 2021, tuttavia, con le riaperture sono rimbalzate a livelli vicini a quelli del 2019, “determinando una tendenza al rialzo a 5 anni di circa lo 0,5 percento all'anno”. Attraverso questi dati, quelli sulla deforestazione e i bilanci del sesto rapporto di valutazione dell'IPCC è stato dunque determinato quanto manca al superamento di 1,5° C, circa 10 anni, appunto. Il grafico del Global Carbon Project sottostante mostra la “cavalcata” delle emissioni e dell'incremento della temperatura, con i crolli legati alla fine dell'Unione Sovietica, alla grave crisi economica del 2008 e alla sopracitata pandemia di COVID-19.

Credit: Global Carbon Project
Credit: Global Carbon Project

Nonostante i dati drammatici e il picco di emissioni di CO2 atteso per il 2023, siamo ancora in tempo per scongiurare la catastrofe. “Se riusciamo a portare le emissioni globali di anidride carbonica a zero entro i prossimi due decenni, abbiamo buone possibilità di non raggiungere affatto 1,5 °C. Pochi paesi, tuttavia, hanno adottato questo livello di ambizione: solo una manciata, tra cui Uruguay, Finlandia, Islanda e Austria, ha proposto impegni a zero emissioni nette con un anno obiettivo del 2040 o prima”, scrivono gli autori del Climate Clock in un articolo su The Conversation. Cina, Russia e India, d'altro canto, alla COP26 hanno indicato che raggiungeranno la neutralità carbonica solo tra il 2060 e il 2070, mentre l'Unione Europea, gli Stati Uniti e altre nazioni puntano al 2050. “Le emissioni zero entro il 2040 sono chiaramente un compito arduo, ma non è troppo tardi per provarci. Se abbiamo imparato una cosa dalla pandemia di COVID-19, è che un'azione rapida e di vasta portata in risposta a una minaccia acuta può avere successo nel limitare i danni. Il cambiamento climatico globale è una minaccia globale meno acuta ma ugualmente potente. Se riusciremo a rispondere a tono, riusciremo allo stesso modo a limitare i danni alle generazioni attuali e future”, hanno chiosato gli esperti. Ma l'orologio continua a scorrere inesorabilmente.

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