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Covid 19

Quali conseguenze avrà il ritardo del vaccino di AstraZeneca sulla campagna vaccinale italiana

L’Italia e altri Paesi dell’Unione Europea hanno fatto forte affidamento sulle dosi del vaccino anti COVID di AstraZeneca, prenotandone in grandissime quantità, superiori a quelle di altri produttori. A causa del ritardo nell’approvazione, che potrebbe arrivare entro i primi di febbraio, si avrà un effetto sulla disponibilità delle dosi e sulla campagna vaccinale, con rallentamenti probabilmente inevitabili sulla tabella di marcia.
A cura di Andrea Centini
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La campagna vaccinale contro il coronavirus SARS-CoV-2 è partita anche in Italia, e nonostante le criticità rilevate in alcune regioni, sta procedendo nel complesso in modo abbastanza spedito, considerando che il nostro Paese è tra i primissimi in Europa per dosi somministrate. Al momento, com'è noto, le vaccinazioni si basano sulla sola preparazione di Pfizer-BioNTech, e a breve sarà disponibile anche quella di Moderna-NIAID (approvata nel giorno dell'Epifania dall'Agenzia Europea per i Medicinali – EMA), ma il virtuoso programma stilato dal Ministero della Salute rischia concretamente di ritardare. L'obiettivo dei 13 milioni di italiani immunizzati entro il primo di aprile annunciato dal ministro Roberto Speranza, infatti, probabilmente sarà rivisto a causa del ritardo nell'approvazione del vaccino anti COVID della casa biofarmaceutica britannico-svedese AstraZeneca, sviluppato in collaborazione tra i ricercatori dello Jenner Institute dell'Università di Oxford e dell'azienda biotecnologica italiana Advent-Irbm di Pomezia.

La ragione è legata all'efficacia della preparazione AZD1222 (o ChAdOx1), che nello studio clinico di Fase 3 è risultata essere superiore al 90 percento grazie a un errore nel dosaggio. In parole semplici, gli scienziati si sono accorti (per caso) che mezza dose più una dose completa offriva un'efficacia maggiore delle due dosi complete previste dal programma. Poiché la fase sperimentale è stata viziata da questo errore, le agenzie di regolamentazione hanno richiesto ulteriori dati e controlli, che hanno inevitabilmente dilatato i tempi per l'approvazione di emergenza. L'EMA, ad esempio, si pronuncerà non prima della fine di gennaio-inizio febbraio, e questo avrà inevitabilmente un effetto sulla campagna vaccinale italiana. Ciò è dovuto al fatto che il nostro Paese (così come altri) ha fatto grandissimo affidamento sulle dosi del vaccino di AstraZeneca; basti pensare che per la prima parte del 2021 ne abbiamo ordinate ben 16,1 milioni, molte più di quelle di Pfizer-BioNTech (8,7 milioni), Moderna (1,3 milioni) e Curevac (2 milioni, ma il vaccino è ancora da approvare). In pratica, le dosi dell'AZD1222 fanno la “parte del leone” nel piano della campagna vaccinale tricolore, e più tempo passa per l'approvazione, maggiore sarà il tempo necessario per vaccinare tutti. L'UE sta correndo ai ripari prenotando dosi ulteriori di altri produttori (sono state appena annunciate altre 300 milioni di dosi dello Pfizer), tuttavia le case farmaceutiche devono rifornire tutto il mondo e ci sono dei limiti logistici-produttivi che ovviamente impattano sulla disponibilità e sui tempi di consegna.

“Per l'Unione Europea e l'Italia, in particolare, la mancata approvazione del vaccino di AstraZeneca in tempi brevi sarebbe un grosso problema”, hanno dichiarato all'ANSA il farmacologo Carlo Centemeri della Giovanni Lorenzini Medical Foundation e il virologo Francesco Broccolo dell'Università Bicocca di Milano. “Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, il governo italiano aveva quindi previsto di ricevere e somministrare entro giugno 40,4 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, cioè poco meno della metà degli 85,5 milioni di dosi totali dei sei vaccini prenotati”, hanno aggiunto i due scienziati. Pertanto il ritardo dell' AZD1222 “determinerebbe una redistribuzione dei vaccini Pfizer, Modena ed eventualmente Curevac a livello europeo e, sebbene siano state ordinate altre dosi del vaccino Pfizer, sarà difficile rispettare i tempi”. Sarà fondamentale capire se AstraZeneca, in caso di approvazione entro l'inizio di febbraio da parte dell'EMA e dell'AIFA, riuscirà a consegnare rapidamente tutte le dosi previste. Non vanno dimenticati i tempi tecnici per le somministrazioni; al momento, ad esempio, non si riesce nemmeno a somministrare il 100 percento delle 470mila dosi di vaccino che arrivano settimanalmente da Pfizer. Quando il sistema sarà rodato e avremo un'idea più chiara sulla disponibilità delle dosi, sapremo anche in che modo sarà influenzata la campagna vaccinale italiana dal ritardo di AstraZeneca, che prevede il completamento della vaccinazione di massa tra l’autunno e l’inverno 2021-2022.

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