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Covid 19

Perché l’obbligo vaccinale può aiutare a raggiungere l’immunità di gregge

La circolazione di varianti sempre più trasmissibili e la necessità di vaccinare miliardi di persone in tutto il mondo rende l’agognata immunità di gregge quasi un’utopia, secondo molti esperti. Ciò nonostante si tratta di un obiettivo virtuoso che, vista la fetta significativa di persone che non intende vaccinarsi, solo con l’obbligo vaccinale si potrà provare a conquistare.
A cura di Andrea Centini
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All'inizio della pandemia di COVID-19 l'immunità di gregge è stata più volte citata come "traguardo" per mettere la parola fine alla catastrofe sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo. Col passare del tempo e l'emersione di nuove varianti più trasmissibili, come la variante inglese B.1.1.7, l'asticella per conquistare l'immunità di gregge si è alzata dal 60 percento all'80 percento; ora molti scienziati, compreso l'immunologo di fama internazionale Anthony Fauci, a capo della task force anti Covid della Casa Bianca, sottolineano che probabilmente non raggiungeremo mai l'immunità di gregge, perlomeno quella intesa come soluzione definitiva al problema. Rappresenterà comunque un passo decisivo verso la convivenza "pacifica" col coronavirus SARS-CoV-2, destinato secondo le previsioni a diventare endemico ed equiparabile ai patogeni delle molteplici patologie infettive che ci colpiscono stagionalmente. Nonostante una rivalutazione del suo significato originale, l'immunità di gregge resta comunque un obiettivo virtuoso da perseguire, per sbarrare la porta al coronavirus e proteggere quante più persone possibili dall'infezione, soprattutto le più deboli che non possono essere vaccinate. Ma il traguardo rischia di sfumare a causa di chi non intende vaccinarsi. Ecco perché si è tornato a parlare di obbligo vaccinale, se non per tutti, perlomeno per una parte nevralgica e attiva della popolazione (al momento gli unici obbligati a vaccinarsi sono gli operatori sanitari).

A lanciare l'allarme è il professor Sergio Abrignani, docente presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell'Università degli Studi di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) per l'emergenza coronavirus. In un'intervista al Messaggero lo scienziato ha sottolineato che in Italia c'è l'11 percento della popolazione che non si vuol vaccinare più un altro 7 percento che dichiara che probabilmente non lo farà; ciò significa il 18 percento del totale, circa 10 milioni di persone, delle quali la maggior parte ha meno di 60 anni. Si tratta di un problema non individuale, spiega il professor Abrignani: “Se non mi vaccino io causo un danno alla comunità”. La ragione è semplice. Circolando liberamente in queste 10 milioni di persone, c'è il rischio che possa essere favorita la selezione di nuove varianti del coronavirus SARS-CoV-2 resistenti agli anticorpi neutralizzanti, “insidiose”, spiega Abrignani. “Tra l'altro, quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute”, prosegue l'esperto, sottolineando di essere assolutamente favorevole all'obbligo vaccinale, così come è stato in passato per la polio e il vaiolo. Quest'ultima, come indicato dall'OMS, è l'unica malattia infettiva eradicata nella storia assieme alla peste bovina, proprio grazie ai vaccini.

Senza obbligo vaccinale e dunque con il 20 percento della popolazione non coperta, si sarebbe proprio al limite dell'80 percento – citato durante un'audizione al Senato dal presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Giorgio Parisi – per raggiungere l'immunità di gregge contro la variante inglese, considerata fino al 90 percento più trasmissibile del ceppo originale di Wuhan. Ma nel mondo si sta facendo largo la seconda variante indiana B.1.617.2, che secondo alcuni modelli matematici sarebbe il 50 percento più trasmissibile della variante inglese. Se dovesse prendere piede anche nel nostro Paese, dove sono state trovate diverse decine di casi (soprattutto nell'area di Sabaudia, nel Lazio), allora per raggiungere l'immunità di gregge servirà una percentuale di immunizzati ancora superiore. La circolazione del virus tra chi non è protetto e la continua emersione di nuove varianti sempre più contagiose può davvero rendere impossibile conseguire l'immunità di gregge, quindi l'obbligo vaccinale potrebbe essere l'unica arma per provarci. Come specificato dalla dottoressa Sandra Zampa, consigliera del Ministro della Salute Roberto Speranza, si dovrebbero prendere provvedimenti contro gli operatori sanitari che non rispettano l'obbligo vaccinale. La responsabile della Sanità del PD ritiene inoltre che tale obbligo dovrebbe essere esteso a tutti i dipendenti pubblici che lavorano a contatto con le persone, come gli insegnanti e chi lavora agli sportelli.

Come spiegato a Fanpage.it dalla professoressa Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, inoltre, in questo momento l'immunità di gregge non è nemmeno fattibile, "per come è disegnata la campagna vaccinale che va a fasce d'età". "Questo perché – spiega l'esperta – l'immunità di gregge è legata al fatto che ci siano nella popolazione generale equamente distribuiti vaccinati che proteggono non vaccinati. Intere fasce della popolazione, tra cui bambini e giovani adulti, non sono e non saranno protette a breve". “Quando cominceremo a pensare di vaccinare anche i più piccoli forse potremo ulteriormente ridurre la circolazione virale, ma anche in questo caso non potremo mai parlare di immunità di gregge”, ha concluso la professoressa Salmaso, aggiungendo che ad oggi la campagna vaccinale è stata improntata per proteggere i vulnerabili e non per ridurre la circolazione del virus. Al momento, dunque, è ancora troppo prematuro di immunità di gregge, obbligo vaccinale o meno.

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