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Covid 19

Perché l’indice Rt del coronavirus deve essere 0,2 per permettere lo spostamento tra Regioni

Per consentire nuovamente il libero spostamento fra le varie Regioni italiane sarà importante abbattere l’indice di trasmissibilità del coronavirus (Rt) a un valore prossimo allo 0. Solo quando i nuovi casi saranno scarsi e isolati, con la malattia praticamente eradicata dal territorio nazionale, il rischio di rialzare la curva dei contagi sarà talmente basso da poter eliminare quella che sarà una delle “restrizioni” più longeve dell’emergenza. Anche alla luce delle grandi differenze fra le varie aree del Paese.
A cura di Andrea Centini
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In base a fonti del governo citate dal Corriere della Sera, lo spostamento tra Regioni in Italia sarà nuovamente consentito soltanto quando l'indice Rt nella trasmissione della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, sarà pari a 0,2. È un valore estremamente basso, che sarà raggiunto soltanto quando si registreranno pochissimi casi sporadici e isolati; in pratica, per allora, la malattia infettiva sarà stata praticamente eradicata dal territorio nazionale e saremo ampiamente fuori dall'emergenza, anche se non si può escludere “ritorni di fiamma” a causa di soggetti infetti provenienti dall'estero, un po' come sta avvenendo in Cina dopo aver sconfitto la prima ondata di contagi. Ma perché si punta proprio allo 0,2?

Per capire il significato di questo valore, bisogna fare prima un passo indietro e spiegare cosa sono l'R0 (erre con zero) e l'RT (erre con t). Per quanto concerne l'R0, si tratta del cosiddetto tasso netto di riproduzione o numero di riproduzione di base (basic reproduction number), un fattore intimamente connesso a qualunque patologia infettiva emergente. Come sottolineato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esso ne misura la potenziale trasmissibilità all'interno di una popolazione completamente suscettibile, dunque non vaccinata. In parole più semplici, indica il numero medio di persone che un infetto di una patologia X può contagiare. Se l'R0 è pari a 2, ciò significa che un contagiato può infettare altre 2 persone, se è pari a 3, tre persone e così via. L'obiettivo degli epidemiologi è portare il fattore R0 sotto il valore di 1: quando si raggiunge questa soglia, nell'ordine dello "zero virgola", la malattia tende a sparire da una data popolazione.

L'indice Rt è molto simile all'R0, e come spiegato a fanpage dal professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, “è la misura della potenziale trasmissibilità della malattia legata alla situazione contingente, cioè la misura di ciò che succede nel contesto”. In altri termini, se l'R0 valuta ciò che accade in una popolazione totalmente suscettibile, come quando è scoppiata l'epidemia di coronavirus in Italia all'inizio del 2020, l'Rt risponde alle condizioni ambientali, a ciò che facciamo per provare a contenere il virus. Alla luce di queste considerazioni, l'R0 ha un valore stabile (quello del SARS-CoV-2 è in media di 2,5), mentre l'Rt è variabile. Il distanziamento sociale, il lockdown, i dispositivi di protezione individuale come le mascherine, l'igiene delle mani e tutte le altre misure intraprese per spezzare la catena dei contagi hanno un impatto sull'Rt. Al momento, in base a quanto calcolato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, già dal 6 aprile si attestava tra lo 0,2 e lo 0,7.

Naturalmente, più questo valore è prossimo allo 0, minore è la diffusione della COVID-19 in un dato territorio. Con un Rt di 0,2 significa che il numero di nuovi contagi è talmente basso e la circolazione del virus è così limitata da non determinare rischi significativi nello scoppio di nuovi focolai, il pericolo principale della Fase 2, quella della convivenza col virus che prenderà il via dal 4 maggio. Poiché nelle regioni italiane si vivono condizioni estremamente diverse, con Lombardia e Piemonte alle prese con centinaia di nuovi casi al giorno, e pochissimi in quelle del Centro-Sud, impedire gli spostamenti liberi fra di esse elimina il rischio di “importare” casi in aree molto suscettibili, dove il virus è circolato poco (siamo ben lontani dall'immunità di gregge) e dunque di far schizzare di nuovo la curva verso l'alto.

Come specificato da Pregliasco, “L’indice di trasmissibilità da solo non è sufficiente per un allentamento delle misure, ma ci vuole, ad esempio, anche un bel valore di posti liberi in terapia intensiva”. Al momento il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva continua a scendere in modo significativo, dopo i momenti drammatici vissuti in piena emergenza, e con l'avvio della Fase 2 si dovrà fare tutto il possibile per mantenerli sotto controllo. Il governo ha individuato una serie di punti critici che faranno immediatamente scattare lockdown, zone rosse e altre misure di contenimento proprio per evitare la temuta risalita della curva. La strada potrebbe essere ancora lunga, prima di poter arrivare all'indice di trasmissibilità di 0,2 a livello nazionale (e in modo stabile), per questo non si esclude che le prossime vacanze estive potremmo doverle trascorrere nella nostra regione di residenza.

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