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Covid 19

Perché gli USA rischiano una quarta ondata di contagi nonostante il vaccino

Gli Stati Uniti d’America sono il Paese più colpito al mondo dal coronavirus SARS-CoV-2, contando dall’inizio della pandemia ben 30 milioni di contagi complessivi e 545mila morti. La campagna vaccinale sta procedendo speditamente, ma si contano ancora decine di migliaia di nuovi casi al giorno e la diffusione delle varianti preoccupa gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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Curva epidemiologica dei contagi negli USA. Credit: Google
Curva epidemiologica dei contagi negli USA. Credit: Google
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Alla data odierna, giovedì 25 marzo 2021, il coronavirus SARS-CoV-2 ha contagiato quasi 125 milioni di persone in tutto il mondo e ne ha uccise 2,75 milioni (in Italia dall'inizio della pandemia di COVID-19 si contano 3,4 milioni di infezioni e 106mila morti). Il Paese che ha pagato il prezzo più alto in assoluto in termini di contagi e vite umane spezzate sono gli Stati Uniti, dove sulla base della mappa interattiva dell'Università Johns Hopkins si registrano 30 milioni di infezioni complessive e oltre 545mila vittime. Gli USA sono anche il Paese in cui ad oggi sono state effettuate più vaccinazioni in assoluto – circa 130 milioni su una popolazione di 328 milioni di abitanti -, e la campagna procede speditamente. Ciò nonostante, negli stati americani si stanno registrano preoccupanti impennate di casi, con il rischio concreto di una quarta ondata, secondo gli esperti. Com'è possibile nonostante la diffusione del vaccino?

Innanzitutto, come evidenziato nel portale dei Centers for Disease Control and Prevention (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie – CDC) costantemente aggiornato, ad oggi hanno ricevuto almeno una dose di vaccino 85,4 milioni di americani, pari al 25,7 percento della popolazione totale. Sono invece “soltanto” 46,3 milioni i cittadini americani ad aver ricevuto entrambe le dosi, pari al 14 percento della popolazione. Entrando più nel dettaglio, con singola dose è stato vaccino il 33 percento della popolazione con più di 18 anni e il 70,3 percento di chi ha più di 65 anni (pari a 38 milioni di persone). Con due dosi è stato vaccinato il 17,9 percento della popolazione con età uguale o superiore ai 18 anni e il 43,8 percento di chi ha più di 65 anni (quasi 24 milioni di persone). Sono numeri significativi, tenendo presente che la campagna vaccinale è iniziata da poche settimane, tuttavia, come spiegano gli scienziati, per ottenere l'immunità di gregge è necessario raggiungere una copertura vaccinale di almeno il 60 percento della popolazione complessiva. Dunque gli USA sono ancora relativamente lontani da questo ambizioso traguardo. Va inoltre tenuto presente che stanno circolando le varianti del patogeno, la cui maggiore trasmissibilità, come affermato dal presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei Giorgio Parisi, avrebbe innalzato ulteriormente la soglia per conquistare dell'immunità di gregge, che ora si attesterebbe all'80 percento. Ricordiamo anche che l'immunizzazione completa si ottiene solo dopo la seconda dose e la protezione principale è contro la malattia, non contro la trasmissione, pertanto se non si rispettano le misure anche da vaccinati c'è ancora il potenziale rischio di diffondere il patogeno in caso di esposizione.

Ogni giorno negli Stati Uniti si stanno registrando mediamente 50mila nuovi casi di infezione da coronavirus SARS-CoV-2, numeri enormi che sottolineano quanto sia ancora diffuso il patogeno tra la popolazione. Sono ben 4-5mila al giorno i nuovi ricoveri, mentre i decessi attualmente si attestano su una media settimanale di circa mille (comunque molto meno del picco di 5.500 morti in un solo giorno a metà febbraio). I contagi stanno aumentando in modo significativo soprattutto negli stati del Nord-Est e del Midwest, mentre la circolazione delle varianti emergenti continua a espandersi. Come dichiarato dalla dottoressa Rochelle Walensky, direttrice dei CDC americani da gennaio di quest'anno, le varianti californiane B.1.427 e B.1.429 ora rappresentano il 52 percento dei casi in California; il 41 percento di quelli del Nevada e il 25 percento di quelli in Arizona. La B.1.429 presenta tre mutazioni sulla proteina S o Spike del coronavirus, di cui la L452R è considerata "problematica" poiché potrebbe permettere una certa elusività agli anticorpi dei vaccini. Poco meno del 10 percento dei casi in Florida e nel New Jersey coinvolge invece la variante inglese B.1.1.7, della quale è stata dimostrata una maggiore trasmissibilità fino al 90 percento e una maggiore letalità.

Nonostante sia fortissimo il desiderio di tornare alla normalità dopo un anno di pandemia e molti stati americani cerchino di trovare un bilanciamento tra restrizioni e riaperture, la dottoressa Walensky ha sottolineato che non è assolutamente questo il momento di rilassarsi. Invita tutti i cittadini a rispettare il distanziamento sociale, a evitare gli assembramenti, a indossare le mascherine e a tenersi pronti per il vaccino, non appena arriverà la fatidica chiamata. L'obiettivo del neo presidente Joe Biden è riuscire a vaccinare tutti gli adulti di diversi stati già entro il mese di aprile. La campagna vaccinale sta dunque procedendo il più speditamente possibile, ma lo stanno facendo anche i contagi, e il rischio di una quarta ondata è concreto se non tutti manterranno ancora alta la guardia.

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