Oltre cento visoni infettati dal coronavirus fuggiti dagli allevamenti danesi
Oltre 100 visoni infettati dal coronavirus SARS-CoV-2 sono fuggiti dagli allevamenti danesi dove è in corso una massiccia operazione di abbattimento. Questa fuga potrebbe permettere la diffusione del patogeno agli esemplari selvatici e anche in altre specie, dando vita a nuovi, potenziali serbatoi di virus, che a loro volta, attraverso le mutazioni, potrebbero innescare future pandemie di COVID-19 non controllabili, se non addirittura a una temuta panzoozia, come descritto dalla virologa di fama internazionale Ilaria Capua e dalla collega Capua e dalla sua collega Rania Gollakner nell'articolo “Is COVID-19 the first pandemic that evolvesinto a panzootic?” pubblicato sulla rivista Rapid Communication.
Per comprendere meglio cosa sta accadendo dobbiamo fare un passo indietro. Fra gli animali che vengono infettati in modo efficace dal coronavirus SARS-CoV-2 vi sono i mustelidi, una famiglia di mammiferi carnivori della quale fanno parte i furetti, le donnole, i tassi, le puzzole e appunto i visoni. Questi ultimi sono balzati agli onori della cronaca internazionale poiché moltissimi esemplari sono rimasti contagiati negli allevamenti-lager, dove ancora oggi vengono imprigionati e uccisi per farne pellicce. A infettarli i lavoratori positivi degli impianti. A causa dell'estrema vicinanza degli esemplari, condannati a una vita d'inferno dentro gabbie sovraffollate, il virus ha iniziato a circolare con una rapidità disarmante, fino a quando non è ripassato all'uomo, compiendo un salto “di ritorno” che ha preoccupato e sta preoccupando moltissimo gli esperti. Il rischio maggiore è infatti quello dell'emersione di mutazioni che potrebbero rendere inefficaci vaccini. Un ceppo chiamato C5 e rilevato in alcuni dei lavoratori contagiati dai visoni ha già dimostrato di avere una ridotta sensibilità agli anticorpi.
Per impedire che il virus continuasse a circolare e mutare tra questi sfortunati animali, il governo danese ha deciso di sterminare tutti e 17 i milioni di esemplari rinchiusi negli allevamenti del Paese nordeuropeo. Misure analoghe con centinaia di migliaia di capi abbattuti sono state prese nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti, in Spagna e recentemente anche in Italia. Al momento, come riporta il Guardian, sono stati uccisi 10 milioni dei 17 previsti in Danimarca. Ma come affermato al giornale britannico dal dottor Sten Mortensen, a capo della ricerca veterinaria presso la Danish Veterinary and Food Administration, ogni anno riescono a fuggire migliaia di esemplari dagli allevamenti. Gli scienziati stimano che il 5 percento di quelli fuggiti quest'anno (oltre cento) sia contagiato dal coronavirus SARS-CoV-2.
Come indicato, c'è il rischio che questi esemplari possano trasferire il virus ad altri animali in natura e dar vita a un nuovo serbatoio, pronto a esplodere con nuove mutazioni e tornare nuovamente all'uomo. I visoni fortunatamente conducono perlopiù una vita solitaria, ha spiegato l'esperto al Guardian, pertanto il rischio che possano trasmettere il coronavirus ad altri visoni è basso. Tuttavia attraverso le feci o la predazione da parte di altri animali questo salto di specie potrebbe comunque verificarsi, e non va assolutamente sottovalutato. Con gli animali in fuga (totalmente innocenti e scampati a un vero e proprio massacro) ormai non si può fare nulla; l'unica speranza è che non abbiano il tempo di trasmettere il virus ad altri esemplari e innescare la miccia di un nuovo, pericoloso serbatoio per la COVID-19. Ma nel caso in cui dovesse verificarsi questo drammatico scenario ci sarebbe solo e soltanto un responsabile da biasimare: l'uomo, con la sua avidità e mancanza di rispetto per la vita delle altre creature che popolano il pianeta. Del resto, invece di pensare a chiudere per sempre questi allevamenti disumani, come sta avvenendo nei Paesi Bassi, si sta sviluppando un vaccino anti COVID per visoni, per poter continuare a farne pellicce.