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Oggi è la Giornata Mondiale delle Api: in Europa una specie su 10 rischia l’estinzione

Dal 2017 l’ONU ha istituito la Giornata Mondiale delle Api, una ricorrenza per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e sul declino di questi insetti impollinatori. A causa di pesticidi, distruzione degli habitat naturali, inquinamento e cambiamenti climatici le popolazioni di api stanno crollando in varie parti del mondo, una catastrofe ambientale ma anche per l’uomo, dato che sono coinvolte nella riproduzione di numerosissime piante di interesse commerciale.
A cura di Andrea Centini
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Api su passiflora. Credit: Andrea Centini
Api su passiflora. Credit: Andrea Centini

Oggi, mercoledì 20 maggio, si celebra la Giornata Mondiale delle Api, una ricorrenza istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 2017 per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di questi insetti imenotteri – tra i principali impollinatori del pianeta – e sul drammatico declino che stanno patendo anno dopo anno a causa nostra. Come sottolineato dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), “i dati disponibili evidenziano infatti un aumento dal 5% – 10% al 25% – 40% nelle morti invernali delle api e crescenti morie durante il periodo primavera-estate”.

Tra i principali fattori che stanno sterminando le api e altri impollinatori, figurano la distruzione e la frammentazione degli habitat naturali, ad esempio per far posto a colture intensive e non sostenibili; l'inquinamento prodotto da agenti fisici e chimici contaminanti, tra i quali i pesticidi neonicotinoidi sembrano giocare un ruolo di primissimo piano; la diffusione di specie aliene invasive alla stregua del famigerato calabrone asiatico (Vespa velutina), specializzato in devastanti attacchi alle arnie; e i cambiamenti climatici, che hanno un impatto diretto sul comportamento degli insetti e sulla diffusione delle fioriture, determinando un'alterazione degli equilibri ecologici.

In base ai dati diffusi dall'ISPRA, ben una specie su dieci di api e farfalle europee è a rischio estinzione a causa di questi fattori, mentre le popolazioni in declino riguardano una specie di insetti su tre. È facile rendersi conto di questo crollo nelle popolazioni anche osservando quelli che (purtroppo) finiscono spiaccicati sulle nostre auto quando percorriamo le strade; rispetto a soli 10, 20 anni fa, se ne conta un numero drammaticamente inferiore. Non a caso, secondo un recente studio condotto da una team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Tecnica di Monaco (TUM), nelle sole foreste e praterie tedesche il numero di specie di insetti circolanti è crollato del 30 percento, un dato che può essere esteso anche ad altre nazioni del continente europeo. Il declino è talmente grave che nei prossimi decenni potrebbe sparire il 40 percento delle specie di insetti, secondo un altro studio condotto da entomologi dell'Università di Sydney, dell'Università del Queensland e dell'Accademia cinese delle scienze agrarie di Pechino.

Tutto ciò ha effetti ancor più catastrofici quando sono coinvolti gli insetti impollinatori come le api, che sono alla base della riproduzione del 79 percento delle piante da fiore selvatiche e dell'84 percento di quelle coinvolte nelle coltivazioni europee, e dunque di interesse alimentare per l'uomo e commerciale. Soltanto nella UE, gli insetti impollinatori sono il motore di una produzione agricola che vale annualmente 15 miliardi di euro, mentre a livello globale l'impollinazione ha un valore economico stimato tra i 235 e i 577 miliardi di dollari. Senza dimenticare il grande numero di apicoltori coinvolti nella produzione del miele, che in Italia sono diverse decine di migliaia.

Proteggere le api (e gli altri insetti impollinatori) non significa dunque soltanto tutelare la biodiversità, gli ecosistemi e in generale gli equilibri naturali, ma anche noi stessi, dato che senza api sparirebbe un numero enorme di piante i cui frutti rientrano regolarmente nella nostra (sana) alimentazione. Come specificato, a causare il crollo delle api sono numerosi fattori che operano in sinergia, ma tra i peggiori in assoluto vi sono i pesticidi. Si ritiene che i neonicotinoidi siano alla base della famigerata Sindrome dello spopolamento degli alveari, conosciuta anche con l'acronimo di CCD (Colony Collapse Disorder). Si tratta di un fenomeno misterioso scoperto nel 2006 che porta a un'improvvisa e devastante moria all'interno degli alveari. La Commissione Europea, sulla scorta dei risultati delle indagini condotte dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), ha deciso di non rinnovare l’autorizzazione d’uso ad alcuni pesticidi che potrebbero essere coinvolti nel declino delle api.

Per porre fine a questa mattanza dell'ape europea (Apis mellifera), l'Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) ha messo a punto una proposta per salvarle chiamata “Save Bees and Farmers! Verso un'agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”. L'obiettivo è eliminare del tutto i pesticidi di sintesi entro il 2035 (l'80 percento entro il 2030) e rendere l'agricoltura più sostenibile, ripristinando gli ecosistemi e favorendo i processi produttivi biologici. Qualora venissero ottenute un milione di firme in 7 Paesi europei, la proposta dell'ICE sarà presentata al Parlamento Europeo.

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