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Non solo Sputnik V, la Russia ha approvato altri due vaccini anti COVID: ecco quali sono

Il vaccino russo anti COVID “Sputnik V” è considerato uno dei più efficaci e sicuri contro il coronavirus SARS-CoV-2, e non a caso molti Paesi attendono l’approvazione da parte delle autorità regolatorie per poterlo inserire nella campagna vaccinale. Ma la Russia ha già approvato anche altri due vaccini contro il patogeno, l’EpiVacCorona e il CoviVac. Ecco cosa sappiamo su di essi.
A cura di Andrea Centini
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La Russia è il primo Paese al mondo ad avere tre vaccini anti COVID realizzati sul proprio territorio nazionale e approvati. Oltre al più conosciuto a livello mondiale, ovvero lo Sputnik V (Gam-COVID-Vac) messo a punto dagli scienziati del Gamaleya Research Institute di Mosca, sono infatti disponibili anche l'EpiVacCorona dell'Istituto di ricerca per il bilancio federale – Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia "Vector" e il CoviVac, sviluppato dagli scienziati del Centro scientifico federale per la ricerca e lo sviluppo di farmaci di immunobiologia "Chumakov" di San Pietroburgo. Quest'ultimo è stato appena approvato dal Ministero della Salute russo, come dichiarato in seno a una conferenza stampa dal premier Mikhail Mishustin. Grazie a queste tre diverse preparazioni, la campagna vaccinale potrà proseguire più speditamente in Russia, e ciò potrebbe accelerare la disponibilità di dosi dello Sputnik V anche per gli altri Paesi, dato che fino a quando non sarà coperta l'intera popolazione russa non saranno facilmente accessibili grandi lotti per gli altri. Ma cosa sappiamo su questi tre vaccini?

Dello Sputnik V sappiamo praticamente tutto. Si tratta di un vaccino basato su due adenovirus non replicanti – ricombinanti incapaci di infettare grazie all'ingegneria genetica. Sono stati infatti trasformati in “vettori”, per trasportare l'informazione genetica della proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2. I due patogeni resi innocui si chiamano rAd26-S e rAd5-S e vanno somministrati rispettivamente alla prima e alla seconda dose. In pratica, lo Sputnik V si compone di due vaccini differenti. Come dimostrato dagli studi scientifici pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet, la preparazione ha un'efficacia del 91,6 percento ed è ben tollerato dai pazienti, dato che determina solo effetti collaterali lievi (non sono state osservate reazioni avverse gravi associate alla vaccinazione nelle migliaia di volontari vaccinati nello studio di Fase 3). Anche il team “Sperimentazioni Vaccini” dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) Lazzaro Spallanzani di Roma ha confermato la sicurezza e l’efficacia della preparazione russa. Si attende solo l'approvazione da parte dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dell'AIFA per coinvolgerlo nella campagna vaccinale italiana (scorte permettendo).

Per quanto concerne l'EpiVacCorona, come specificato, è stato messo a punto da scienziati del Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia “Vector”, uno dei laboratori più avanzati e di massima biosicurezza della Russia. Proprio in questi giorni gli scienziati del Vector – che ha sede in Siberia – hanno iniziato a studiare i virus preistorici (paleovirus) presenti nei tessuti di animali morti migliaia di anni fa ed emersi dal permafrost. Il vaccino anti COVID si basa su un vettore virale e proteine ricombinanti; più nello specifico, su antigeni peptidici sintetizzati chimicamente a partire dalle proteine del coronavirus SARS-CoV-2, come specificato nel prospetto di studio "Study of the Safety, Reactogenicity and Immunogenicity of "EpiVacCorona" Vaccine for the Prevention of COVID-19 (EpiVacCorona)". Per potenziarne l'efficacia, gli antigeni sono associati a un adiuvante che contiene alluminio (idrossido di alluminio). Non sono noti i dati sull'efficacia, tuttavia a dicembre l'agenzia di stampa russa Interfax aveva comunicato l'avvio della sperimentazione su oltre 1.300 volontari di età superiore ai 18 anni, nei quali il vaccino è risultato ben tollerato (non ha dato vita a reazioni avverse). Secondo quanto dichiarato all'agenzia di stampa russa TASS dalla dottoressa Tatyana Nepomnyashchikh, tra i principali funzionari del centro di ricerca Vector, l'EpiVacCorona dovrebbe fornire una protezione contro il coronavirus SARS-CoV-2 "per un anno". Sin da gennaio il vaccino viene utilizzato in Russia nella campagna vaccinale di massa; viene somministrato in due dosi, con la seconda a tre settimane dalla prima. Ad oggi gli scienziati non hanno pubblicato i risultati dello studio clinico di Fase 3 su una rivista scientifica.

Sul vaccino CoviVac del Centro scientifico federale per la ricerca e lo sviluppo di farmaci di immunobiologia “Chumakov” ci sono ancora meno informazioni, essendo appena stato approvato in via preventiva (senza conoscere l'esito della sperimentazione clinica di Fase 3) da parte del Ministero della Salute russo. È noto tuttavia che si tratta di un “vaccino a virione intero”, una tecnologia differente da quella dello Sputnik V e dell'EpiVacCorona; la sua struttura di base è quella di un coronavirus che è stato inattivato grazie all'ingegneria genetica, impedendogli di replicarsi una volta inoculato. “Il vaccino che abbiamo sviluppato riflette l'intera storia della scienza dei vaccini russa, così come quella globale”, ha dichiarato alla Reuters il dottor Aidar Ishmukhametov, direttore del Centro Chumakov. Il fatto di includere praticamente tutte le componenti del SARS-CoV-2 e non soltanto la proteina S o Spike come la stragrande maggioranza dei vaccini in sviluppo e approvati, potrebbe offrire una protezione a tutto tondo dal patogeno. Secondo il virologo Alexander Chepurnov la risposta immunitaria che ne scaturisce potrebbe essere protettiva anche contro le varianti emergenti, che stanno preoccupando scienziati e istituzioni di tutto il mondo. Dati sull'efficacia ancora non sono disponibili, ma è noto che nei volontari in cui è stato inoculato non ha innescato reazioni avverse. In un trial clinico che ha coinvolto 200 persone tra i 18 e i 60 anni, ad esempio, non è stata osservata nemmeno la febbre, come ha specificato il dottor Ishmukhametov. Il dato è quantomeno “curioso”, dato che effetti collaterali leggeri come febbre, dolori al sito dell'iniezione e dolori muscolari sono attesi per le vaccinazioni, e stanno anche a indicare che il farmaco sta facendo il suo lavoro. Uno studio randomizzato con placebo per determinare l'efficacia sarà avviato adesso con l'approvazione “in tasca”. Le vaccinazioni col CoviVac dovrebbero iniziare in Russia a marzo, e per quel mese, come spiegato da premier Mishustin, saranno disponibili 120mila dosi.

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