229 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Un laboratorio russo sta studiando virus preistorici estratti dal permafrost siberiano

Gli scienziati russi del Centro di ricerca per la Virologia e la Biotecnologia “Vector” stanno estraendo paleovirus dalle carcasse di animali preistorici vissuti migliaia di anni fa e restituite dal permafrost della Siberia. L’obiettivo è identificare la diversità degli agenti patogeni e studiarne le caratteristiche evolutive, al fine di comprendere meglio i virus che vivono ai giorni nostri.
A cura di Andrea Centini
229 CONDIVISIONI
L'estrazione di tessuti molli da un cavallo preistorico. Credit: Nina SLEPTSOVA / NEFU
L'estrazione di tessuti molli da un cavallo preistorico. Credit: Nina SLEPTSOVA / NEFU

Gli scienziati russi del Centro di ricerca per la Virologia e la Biotecnologia “Vectorhanno annunciato di aver avviato uno studio pilota sui paleovirus, ovvero su virus vissuti migliaia di anni fa estratti da animali preistorici. Nello specifico, si tratta degli agenti patogeni recuperati dagli esemplari che sta restituendo lo strato di permafrost (il ghiaccio permanente), che continua a sciogliersi – a dispetto del nome – a causa dell'impatto del riscaldamento globale. Il primo animale ad essere coinvolto nell'ambizioso progetto di ricerca è il cosiddetto cavallo di Verkhoyansk, un equino vissuto circa 4.500 anni fa recuperato nel 2009 nella regione di Verkhoyansk, sita nella Repubblica autonoma della Sacha-Jacuzia (Siberia). Qui si trova anche la famosa “porta dell'Inferno”, una enorme voragine che continua ad allargarsi (di 30 metri all'anno) proprio a causa dei cambiamenti climatici, e dalla quale gli scienziati continuano a estrarre le carcasse – spesso perfettamente conservate – di animali vissuti nel passato.

“Negli ultimi dieci anni ci sono stati diversi tentativi di far partire questo lavoro, ma in questo momento siamo passati dalla pianificazione all'azione”, ha dichiarato la dottoressa Olesya Okhlopkova, ricercatrice presso il Dipartimento di Biofisica e Ricerca Ambientale del laboratorio. L'obiettivo degli scienziati russi è quello di dar vita a un vero e proprio nuovo ramo della ricerca scientifica (la Paleovirologia, appunto), oltre che di portare avanti indagini avanzate per lo studio dell'evoluzione dei virus. In parole semplici, si vogliono studiare le caratteristiche degli agenti patogeni del passato per comprendere meglio quelli diffusi ai tempi nostri, compreso il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19 che stiamo vivendo..

Per condurre queste ricerche gli scienziati del laboratorio Vector si stanno concentrando sui tessuti molli degli animali preistorici. Ne estraggono frammenti da analizzare in provetta attraverso esami di biologia molecolare, come l'isolamento degli acidi nucleici e il sequenziamento del genoma. Grazie a queste analisi sarà possibile avere un'idea della biodiversità dei microorganismi che conviveva con le specie preistoriche. “Se gli acidi nucleici non verranno distrutti, potremo ottenere dati sulla loro composizione e stabilire come è cambiata, quale è stato il processo evolutivo. Saremo in grado di riconoscere informazioni significative che hanno portato alla situazione attuale e determinare il potenziale epidemiologico degli agenti infettivi attualmente esistenti”, ha affermato la dottoressa Olesya Okhlopkova in un comunicato stampa.

Come indicato, gli studi sui paleovirus – in stretta collaborazione con l'Università di Yakutsk – sono stati avviati con i campioni del cavallo di Verkhoyansk, tuttavia gli scienziati hanno intenzione di coinvolgere molte altre specie estratte dal permafrost, come i cani Tumat, l'alce Omoloy, il mammut Malolyakhovsky, una specie di pernice estinta, e anche roditori e lepri. Grazie a questi straordinari esemplari sono state già condotte indagini sui batteri preistorici, e ora il laboratorio vuole identificare i paleovirus e approfondirne gli aspetti evolutivi. Il Vector, ad altissimo livello di biosicurezza, è uno dei più grandi centri scientifici virologici e biotecnologici della Russia, oltre ad essere uno degli unici due al mondo a “custodire” il virus Variola, quello responsabile del vaiolo.

229 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views