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Nobel per la Fisica 2021: vincono Parisi per studi su atomi, Manabe e Hasselmann per studi sul clima

Gli scienziati Syukuro Manabe, Klaus Hasselmann e Giorgio Parisi hanno vinto il premio Nobel per la Fisica 2021. L’Accademia Reale Svedese delle Scienze li ha premiati col più prestigioso dei riconoscimenti scientifici per gli studi sul riscaldamento globale (i primi due) e le ricerche sui sistemi complessi.
A cura di Andrea Centini
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Il Nobel per la Fisica 2021 è stato a assegnato agli scienziati Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann per gli studi su modelli predittivi dei cambiamenti climatici e all'italiano Giorgio Parisi per le scoperte sui sistemi complessi, nello specifico "sull'interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria". Il prestigioso riconoscimento è stato conferito dall'Accademia Reale Svedese delle Scienze, che ogni anno si occupa delle premiazioni dedicate alla Fisica e alla Chimica. Il Nobel per la Fisiologia o la Medicina, che quest'anno è stato conquistato dai ricercatori statunitensi David Julius e Ardem Patapoutian per i loro studi sulle capacità dei recettori della pelle di percepire la temperatura e la pressione, viene invece assegnato dalla commissione “The Nobel Assembly” dell'autorevole Karolinska Institute di Stoccolma, tra i centri di ricerca più avanzati al mondo. Lo scorso anno il Nobel per la Fisica fu conquistato da Roger Penrose per le scoperte sulla formazione dei buchi neri e da Reinhard Genzel e Andrea Ghez per l'identificazione del buco nero supermassiccio Sagittarius A* al centro della nostra galassia, la Via Lattea.

Il comitato dell'Accademia Reale Svedese delle Scienze ha sottolineato che tutti e tre gli scienziati premiati nel 2021 hanno ricevuto il riconoscimento per gli studi su “fenomeni caotici e apparentemente casuali”, i sistemi complessi, un insieme dinamico di componenti che interagiscono fra di esse. Sono caratterizzati dal disordine e sono di difficile comprensione. “Il Premio di quest'anno riconosce nuovi metodi per descriverli e prevederne il comportamento a lungo termine”, specifica la commissione di esperti.

Il fisico italiano era in odore di Nobel dopo essere recentemente entrato nella prestigiosa classifica della Clarivate Citation Laureates, grazie alle sue scoperte rivoluzionarie sulla “cromodinamica quantistica e lo studio dei sistemi disordinati complessi”. Non a caso il riconoscimento è considerato una sorta di anticamera per il più prestigioso dei premi scientifici. Il docente di Fisica Teorica alla Sapienza di Roma ed ex presidente dell'Accademia dei Lincei negli anni '80 fece scoperte significative su “schemi nascosti in materiali complessi disordinati”, considerate tra i più importanti contributi alla teoria dei sistemi complessi, come specificato dall'Accademia Reale Svedese. Grazie ad esse, infatti, oggi è possibile "comprendere e descrivere molti materiali e fenomeni diversi e apparentemente del tutto casuali", non solo nell'ambito della Fisica, "ma anche in altri settori molto diversi, come la matematica, la biologia, le neuroscienze e l'apprendimento automatico", si legge nel comunicato stampa che annuncia la premiazione di Parisi.

Gli altri due vincitori del Nobel per la Fisica 2021, il climatologo giapponese Syukuro “Suki” Manabe e l'oceanografo tedesco Klaus Hasselmann, come indicato si sono aggiudicati il riconoscimento per importanti studi sui modelli climatici, grazie ai quali oggi è possibile fare previsioni sul riscaldamento globale, la principale minaccia che si para innanzi all'umanità. Lo scienziato nipponico, oggi novantenne, dimostrò come le emissioni di anidride carbonica (CO2) – il principale dei gas a effetto serra – determinino un aumento della superficie del nostro pianeta, catalizzando di fatto i cambiamenti climatici. “Negli anni '60, ha guidato lo sviluppo di modelli fisici sul clima terrestre ed è stato il primo a esplorare l'interazione tra il bilancio delle radiazioni e il trasporto verticale delle masse d'aria”, specifica il comitato dell'Accademia Reale Svedese delle Scienze.

Il collega Hasselmann, 89 anni, è conosciuto in tutto il mondo per il modello matematico dedicato alla variabilità climatica che porta il suo nome. Il suo modello mette in correlazione gli effetti meteorologici con quelli climatici, “rispondendo così alla domanda sul perché i modelli climatici possono essere affidabili nonostante il meteo sia variabile e caotico”, sottolinea il comitato del Nobel. Grazie al suo lavoro è stato dimostrato che sono le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica a influenzare il clima.

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