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Nessuno ha sabotato la Schiaparelli, tanto meno i marziani

Attorno allo schianto della Schiaparelli circolano ormai diverse tesi di complotto, che si legano ad altre ancor più infondate. Ma cosa è successo realmente? Cerchiamo di fare chiarezza.
A cura di Juanne Pili
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schiaparelli
L'ultima fase del viaggio della Schiaparelli, poco prima del disastro. "ExoMars – Satellite Missions – eoPortal Directory".

Quando si parla di Marte le bufale si sprecano, non è certo la prima volta che affrontiamo il tema. Sul pianeta rosso ci sarebbero già colonie umane segrete, oppure il pianeta sarebbe stato abitato già in passato da civiltà aliene che vi avrebbero edificato delle piramidi, visibili grazie al complotto degli artefatti di scansione (esattamente come per il caso delle piaramidi su Venere).

La missione è stata boicottata. Così per chi pubblica libri e fa conferenze sul tema, il recente fallimento della Schiaparelli non può che spiegarsi con un sabotaggio dei marziani. C'è anche chi sostiene che dietro a tutto questo ci sia la Nasa, interessata a conservare il suo monopolio su Marte. Questo secondo alcuni "studiosi indipendenti" spiegherebbe anche tanti altri fallimenti, verificatisi nel tentativo di inviare delle sonde automatiche all'esplorazione del pianeta.

I resti del lander Schiaparelli, inviato nell'ambito della missione ExoMars, sono stati recentemente studiati grazie alle foto scattate dalla Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa.  La stessa che, nei punti in cui qualcuno vede delle piramidi, non riesce a immortalare un bel niente, a conferma delle differenze che intercorrono tra immagini in 3D, ottenute da scansioni della superficie, e fotografie vere e proprie.

Cosa ha causato il disastro? Lo scopo degli scienziati ora è quello di capire, tramite le immagini della Mro, come sia avvenuto lo schianto. Sono riconoscibili i segni di impatto, ma anche alcune macchie di difficile interpretazione. Al momento l'ipotesi più accreditata è che i serbatoi di idrazina siano esplosi, proiettando detriti in direzione dello scoppio. Il fatto che ci siano alcuni punti da chiarire non significa automaticamente che la Nasa abbia interesse a boicottare le missioni dell'Esa, né che siano stati i marziani. L'astronomo Scott Manley ha fatto una ricostruzione molto interessante delle dinamiche dell'incidente, senza trovare anomalie tali da gridare al complotto.

La diffusione virale di tesi cospirazioniste riguardo al disastro della Schiaparelli ha scomodato anche Paolo Attivissimo. Ciò che stuzzica maggiormente la fantasia è una misteriosa macchia bianca che compare nelle vicinanze dell'impatto, la quale rappresenta molto probabilmente il paracadute. Nell'articolo trovate maggiori approfondimenti di carattere tecnico sui reali errori occorsi durante la missione, che tuttavia è fallimentare solo a metà, in quanto la prima parte – consistente nel mettere in orbita marziana la sonda Tgo (Trace Gas Orbiter) – è avvenuta con successo.

Il fallimento poteva essere evitato? A dirla tutta il rischio era da tenere in conto fin dall'inizio, perché il test di collaudo – consistente nello sgancio in quota del lander (drop test) – non è stato eseguito, in quanto considerato troppo costoso. Così oggi non sappiamo ancora con chiarezza se il disastro si debba a impreviste correnti marziane o ad una apertura più violenta del previsto del paracadute.

Contraddizioni cospirazioniste. Infine, ci chiediamo come i teorici del complotto possano conciliare la tesi in base al quale queste missioni vengano eseguite in realtà sulla Terra, col fatto che avvengano fallimenti così costosi. Un altro mistero che i "ricercatori eretici" non riescono ancora a risolvere.

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