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Mese di nascita e malattie: nessuna correlazione dimostrata

Uno studio dimostrerebbe che il mese di nascita determinerebbe le malattie di cui soffriremo. Facciamo chiarezza.
A cura di Juanne Pili
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E' possibile essere maggiormente predisposti ad una malattia in base al mese in cui si nasce? Ricorda una tesi che si sente anche in ambito astrologico, dove la data di nascita potrebbe essere paragonata all'annata di un buon vino, anche se la salute non è l'unico ambito su cui ci si concentra nell'elaborazione degli oroscopi. In realtà la posizione di stelle e pianeti in un dato periodo non possono determinare in alcun modo le nostre vite, come spiegavamo riguardo alle influenze, vere o inventate, della Luna.

Su cosa si basa la news? Questa recente notizia, riportata anche dalle agenzie di stampa italiane, si basa su uno studio del giugno 2015. Somiglia tanto alla recente scoperta di una correlazione tra l'anno di nascita ed il ceppo di virus influenzale che ognuno di noi potrebbe ospitare. Quest'ultima è una notizia vera e si lega al fatto che i virus evolvono, confermando – assieme a tante altre evidenze – la teoria dell'evoluzione. Questo genere di conoscenze aiuteranno tantissimo le ricerche nel campo della medicina personalizzata, altra branca abusata, assieme alla quantistica, dalle medicine alternative.

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La ricerca non dimostra alcuna correlazione. Leggendo lo studio, riguardante il legame tra il mese in cui si nasce e la malattia a cui si sarebbe maggiormente predisposti, scopriamo che i ricercatori arrivano a ben altre conclusioni. Non è stata infatti dimostrata alcuna relazione certa: su 1600 casi la correlazione si manifesterebbe in 55 patologie. Come fa notare anche l'analisi di Butac. Parliamo quindi di un riscontro inferiore al 4%, oltre al fatto che – come sempre ricordiamo – riscontrare una correlazione non significa stabilire un serio rapporto causa effetto.

Quando una ricerca viene distorta dai media. Se è vero che le agenzie italiane spiegano a grandi linee la vera natura dello studio, facciamo notare che i titoli utilizzati sono alquanto fuorvianti, portando la versione stravolta di una notizia che altrimenti non avrebbe avuto alcuna rilevanza nei Social, portando a conclusioni tanto sensazionali quanto mai sostenute da chi ha materialmente svolto lo studio in questione, vecchio di un anno. Non esistono studi successivi che aggiungono qualcosa alla questione.

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