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Maven, partita la sonda che ci dirà perché Marte non somiglia più alla Terra

4 miliardi di anni fa Marte aveva atmosfera, oceani e copiosi fumi. Perché oggi è così? Ce lo dirà la sonda Maven della Nasa. Seguiranno sonde indiane ed europee.
A cura di Redazione Scienze
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Tramonto marziano ripreso dalla sonda Spirit.
Tramonto marziano ripreso dalla sonda Spirit.

Il tempo in cui Marte era il pianeta del mistero e di specie extraterrestri è finito, sostituito da ricerche e scoperte che svelano sempre più la concorrenza internazionale per la comprensione del Pianeta Rosso. La fantasia, tuttavia, continua ad alimentare l'immaginazione, come dimostra un recente video che rappresenta Marte quando vi scorrevano fiumi e oceani. E' proprio questo l'aspetto che dovrà chiarire Maven (Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN), la sonda della Nasa lanciata ieri e che arriverà il 22 settembre 2014 nell'orbita del Pianeta Rosso. Con questa missione la Nasa intende chiarire quale processo ha portato Marte a diventare in pochi anni un terra brulla dopo essere stata tanto simile a quella del nostro pianeta.

Curiosity ha confermato la presenza di acqua su Marte, in un passato che probabilmente disegnava un pianeta totalmente diverso da quello oggi a noi noto. Un immenso oceano sommergeva gran parte dell'emisfero settentrionale, mentre nel sud i fiumi scorrevano ricchi attraverso quei canyon che oggi contribuiscono all'immagine spettrale di Marte. 4 miliardi di anni fa i vulcani erano attivi e liberavano nell'aria quei gas fondamentali al riscaldamento superficiale del pianeta e all'elevazione della pressione. Oggi, invece, la temperatura media è di -53° C, con picchi di -128° C, e, soprattutto, con una pressione così bassa da far vaporizzare l'acqua (qualora ci fosse) all'istante. La sottile atmosfera di Marte è oggi composta da anidride carbonica per oltre il 95%

Cosa ha portato Marte a perdere il suo cielo blu? Al momento si possono avanzare solo teorie e quella più accreditata sposta l'attenzione sul Sole, le cui tempeste solari, in un periodo di maggiore attività rispetto a quello attuale, avrebbero mosso venti dalla forza sufficiente a spazzare via i gas più leggeri di Marte, lasciando il pianeta privo di protezione e avviando il processo di raffreddamento e decompressione che avrebbe dato al pianeta l'aspetto odierno. Il destino della Terra sarebbe stato più fortunato perché, nonostante la maggiore vicinanza al Sole, è protetto da un campo magnetico più forte di quello marziano. Ipotesi, quella del vento solare, che Maven dovrà confermare o sostituire, mentre il mondo intero corre dietro la Nasa minacciando il sorpasso.

Pochi giorni dopo Maven arriverà Mars Orbiter, sonda dell'agenzia spaziale indiana Isro, che avrà il compito di rilevare il metano nell'atmosfera. Sempre la Nasa nel 2016 spedirà su Marte InSight, sonda che perforerà il suolo (più di quanto già fatto) per permettere un terzo livello di conoscenza dopo quello superficiale e atmosferico. Nello stesso anno potrebbe giungere anche la sonda del programma ExoMars, frutto di una collaborazione tra l'agenzia europea Esa e la Russia (la Nasa ritirò la partecipazione), mentre nel 2018 potrebbe atterrare il primo rover europeo fornito di una trivella più lunga di quella americana InSight. Trivella che sarà fornita dall'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana.

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