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Marcello Foa e le cinque fake news scientifiche che ha condiviso: dai vaccini ai transgender

Marcello Foa candidato alla presidenza della Rai è stato criticato per diverse affermazioni controverse da lui condivise in Rete. In questo articolo ci concentreremo su quelle di carattere pseudoscientifico. Si va dalla questione dei vaccini che potrebbero causare uno “shock” nei bambini, alla condizione dei transgender.
A cura di Juanne Pili
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Presto si discuterà sulla nomina del giornalista Marcello Foa alla presidenza della Rai. I dubbi sull'opportunità di assegnargli questo incarico sono stati già espressi soprattutto in senso politico, ma da un po' di giorni sono emerse perplessità anche riguardo a certe sue affermazioni diffuse in Rete che possono sfociare nella pseudo-scienza, in particolare riguardo i vaccini e l'identità sessuale dei transgender. Analizziamo le principali nel dettaglio, spiegando perché si tratta di tesi prive di fondamento.

Iniettare 12 vaccini provoca uno shock nel bambino

Secondo quanto riportato da Foa iniettare 12 vaccini in un ristretto arco di tempo provocherebbe uno shock nei bambini. Questa affermazione rilasciata durante una intervista – pubblicata su YouTube da Pandora Tv – si rifà alla leggenda del sovraccarico immunitario. Un fenomeno totalmente inventato. La cosa si fa più grave se teniamo conto del fatto che il giornalista afferma di avere avuto queste informazioni da alcuni medici. Piuttosto sui vaccini esistono così tante fake news che i medici hanno dovuto pubblicare anche delle apposite Faq per chiarire i punti più controversi. Gli elementi chiave che permettono di attivare il sistema immunitario contro i virus sono gli “antigeni”. I neonati vengono enormemente esposti fin dalla nascita all’attacco di virus e batteri, senza che oggi vi sia una moria di bimbi. Questi sviluppano infatti fin dalla nascita la capacità di rispondere agli antigeni dei vari patogeni. Rispetto alla mole di microorganismi a cui devono far fronte, gli antigeni contenuti nei vaccini costituiscono un minimo “carico” per il loro sistema immunitario. Tanto per figurarci le dimensioni reali del fenomeno, gli 11 vaccini somministrati assieme negli Stati Uniti, impiegano solo lo 0,1% del sistema immunitario. Le punture delle zanzare ci espongono ad un numero di antigeni notevolmente più alto, circa 2000, mentre i vaccini attualmente somministrati messi assieme ne contengono circa 200. Un piccolo graffio ci espone invece a milioni di antigeni.

La rosolia e il morbillo non sono malattie così terrorizzanti

Nella già citata intervista pubblicata su YouTube Foa sostiene che in fondo morbillo e rosolia non sono mai state malattie così terrorizzanti. Se ne deduce che i relativi vaccini farebbero parte di quelli che lui stesso non ritiene necessari da includere in quelli obbligatori. Tra le possibili complicazioni di queste malattie vi è l’encefalite. Purtroppo esistono ancora casi di cronaca a testimoniarlo. Solo nell’aprile scorso è morto a Catania un bimbo di 10 mesi per complicazioni dovute al morbillo. Non era ancora in età per essere vaccinato, questo ci ricorda l’importanza del concetto di “immunità di comunità”, detto anche “di gregge”. É necessario un elevato numero di persone vaccinate per garantire protezione anche a chi non può usufruirne, perché troppo piccolo o perché non risponde ai vaccini. Questo vale anche per la rosolia. L’inadeguatezza delle coperture vaccinali ha portato tra il 2005 ed il 2015, a registrare 163 casi in gravidanza e 77 congeniti. Lo stesso Foa all’inizio dell’intervista ammette di aver vaccinato i suoi figli. Seguite il suo esempio.

La criminalizzazione delle cure alternative

Secondo Foa le medicine alternative vengono spesso criminalizzate a torto, mentre invece sarebbero complementari, “ovvero offrono la possibilità di migliorare il proprio corpo senza necessariamente ricorrere ai farmaci”. Queste dichiarazioni andrebbero contestualizzate, altrimenti potrebbero prestarsi ad interpretazioni errate. Quando parliamo di medicine alternative riconosciute come “complementari”, non intendiamo qualcosa che possa sostituire i farmaci, i quali restano "necessari". Se una cura arriva a sostituire i farmaci precedentemente in uso, non stiamo parlando già più di medicina alternativa, ma di farmaci riconosciuti come tali a seguito di rigorose verifiche scientifiche. La stessa definizione di “medicina complementare” esclude che si possa avere una sostituzione, bensì un affiancamento, che per via dell’effetto placebo può dare al paziente dei benefici psicologici, permettendogli di seguire i trattamenti medici “tradizionali” – cioè riconosciuti come necessari – con meno difficoltà. Tutto questo nell’ottica di un trattamento medico orientato maggiormente alla persona, come nel caso dell’omeopatia, la quale a livello fisico – come tutte le medicine alternative – non ha mai dimostrato alcuna reale efficacia. Studi più ampi sono stati eseguiti anche riguardo il cosiddetto “China study”, che avrebbe dovuto dimostrare l’efficacia della medicina tradizionale cinese, la quale racchiude numerose pratiche considerate complementari in Occidente, come l’agopuntura. Le conclusioni sono state impietose: il China study in sé contiene numerosi errori e non dimostra quindi alcuna efficacia concreta di queste pratiche.

Ideologia gender e diritti Lgbt

Foa non si è mai dichiarato omofobo, per quanto abbia manifestato in diverse pubblicazioni delle perplessità riguardo a quella che definisce “ideologia gender”.

L’ideologia gender fu ideata dallo psichiatra americano John Money, e sostiene che le differenze sessuali tra maschio e femmine non sono naturali, biologiche, come peraltro avviene in tutto il mondo animale, bensì culturali.

Il problema è che non esiste nessuna ideologia gender. Nessuno studio scientifico usa questa definizione. Esistono invece studi scientifici sul “gender”, ovvero sul genere sessuale, diffusi tramite riviste peer-reviewed (pubblicazioni scientifiche le quali effettuano la revisione degli studi prima di pubblicarli). Questo perché non esiste solo il sesso biologico. Gli studi di genere si interrogano invece sul modo in cui la società e l’ambiente famigliare influiscono sullo sviluppo della propria identità sessuale. Di questo non esistono riscontri solo a livello psicologico, già gli antropologi culturali avevano notato questa distinzione, prendendo in esame il modo in cui viene vissuta la sessualità in numerose culture diverse.

Uomo transgender “incinto” dopo un trattamento di fertilità

Purtroppo i bias di conferma (fattori che rafforzano le nostre convinzioni, impedendoci di compararli in maniera critica), possono giocare brutti scherzi anche ai giornalisti più esperti, come quando Foa condivise su Twitter la fake news del “mammo”, un uomo che dopo un trattamento di fertilità sarebbe riuscito a diventare “incinto”. Si tratta di Thomas Beatie. La storia in un certo senso è “vera”, ma non si tratta di un uomo che riesce ad avere una gravidanza dopo un trattamento di fertilità. Thomas infatti prima era una donna di nome Tracy. Dal momento che la sua compagna aveva problemi di fertilità, Thomas non rinunciò alle sue ovaie decidendo di sostenere lui la gravidanza, quando aveva già assunto dei tratti maschili, ma senza perdere le naturali capacità riproduttive.

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