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L’influenza stagionale rischia di essere grave per anziani e fragili: l’allarme degli esperti

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha annunciato che l’influenza stagionale potrebbe essere grave negli anziani e nei soggetti fragili. La ragione risiede nel fatto che nell’ultimo mese il ceppo maggiormente circolante è l’A(H3N2), associato a una ridotta efficacia del vaccino e a una maggiore aggressività negli anziani. Gli esperti sottolineano che proprio il vaccino, il distanziamento sociale e l’igiene rappresentano le armi migliori per proteggersi anche dall’influenza, oltre che dal coronavirus SARS-CoV-2.
A cura di Andrea Centini
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Quest'anno l'influenza stagionale potrebbe essere grave, per gli anziani, i soggetti fragili e per tutti coloro che presentano condizioni e comorbilità associate a esiti peggiori dell'infezione virale, sin troppo spesso sottovalutata. Dopo un anno in cui le restrizioni per la pandemia di COVID-19 hanno praticamente cancellato le epidemie influenzali in larga parte del mondo, Italia compresa, si rischia dunque una stagione invernale particolarmente pesante, con effetti potenzialmente drammatici sui sistemi sanitari, già impegnati col contenimento delle infezioni da coronavirus SARS-CoV-2.

A lanciare l'allarme su una possibile stagione influenzale severa sono gli esperti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che stanno monitorando la situazione da settimane. La ragione di questo rischio risiede nel fatto che, nell'ultimo mese, il principale sottotipo di virus dell'influenza segnalato nei registri dei Paesi dell'Unione Europea (UE) e dello Spazio Economico Europeo (SEE) è l'A(H3N2). Questo ceppo, spiega l'ECDC in un comunicato stampa, “colpisce in modo sproporzionato le persone anziane ed è associato a una minore efficacia del vaccino”. Il vaccino antinfluenzale, raccomandato per chiunque possa farlo ma in particolar modo per soggetti fragili e anziani, potrebbe dunque non offrire uno scudo sufficiente in alcune persone, anche se resta l'arma migliore che abbiamo per proteggerci dai virus influenzali (e dalla COVID-19).

L'ECDC si è comunque affrettata a sottolineare che non sappiamo ancora come sarà effettivamente la prossima stagione influenzale, ma le informazioni preliminari non vanno sottovalutate. Ad esempio, sebbene al momento nei Paesi UE e SEE la circolazione dei virus influenzali sia bassa, in Croazia essa è già “al di sopra della soglia stagionale”, un dato che secondo gli ECDC riflette una “insolita” precocità. “I rilevamenti precoci del sottotipo A (H3N2) sono un'indicazione che la prossima stagione influenzale potrebbe essere grave, anche se non possiamo saperlo con certezza”, ha dichiarato il dottor Pasi Penttinen, a capo del programma antinfluenzale dell'ECDC. “Un forte aumento delle infezioni influenzali durante l'attuale pandemia di COVID-19 potrebbe avere gravi conseguenze per gli anziani e le persone con un sistema immunitario debole e potrebbe porre un onere aggiuntivo sui sistemi sanitari già messi a dura prova dalla COVID-19. È quindi importante prendere le precauzioni necessarie e proteggere coloro che sono più a rischio”, ha aggiunto l'esperto.

Gli ECDC sottolineano che durante la pandemia gli interventi non farmaceutici (NPI) come il distanziamento sociale, le mascherine, l'igiene delle mani e simili sono stati – e lo sono ancora oggi – molto preziosi nel contenere sia le infezioni da coronavirus SARS-CoV-2 che quelle provocate dai virus influenzali, parainfluenzali e altri patogeni respiratori. Basti pensare che in Australia i casi di influenza sono stati oltre 60mila nel 2019, mentre nel 2020 soltanto 107. Si pensa che le restrizioni anti Covid abbiano persino fatto estinguere dei ceppi di virus dell'influenza, ma i patogeni influenzali (tipo A e B) sono numerosi, mutevoli e ben radicati nella popolazione umana. Non bastano certo due anni di distanziamento sociale (fra l'altro non rispettato da tutti) per cancellarli per sempre. Gli scienziati sono preoccupati anche dal fatto che i nostri sistemi immunitari si sono “allenati meno” alla presenza degli agenti virali, a causa della ridotta esposizione per via delle restrizioni anti Covid. Questo dettaglio, soprattutto per i bambini, può renderci più suscettibili e vulnerabili ai patogeni, come sta accadendo col virus respiratorio sinciziale umano.

“Ogni anno circa il 20 percento della popolazione viene infettata dall'influenza e una persona infetta su quattro svilupperà i sintomi. Gli anziani, le donne in gravidanza e le persone con condizioni mediche croniche come malattie cardiache, problemi ai polmoni e alle vie respiratorie, diabete o problemi del sistema immunitario sono maggiormente a rischio di subire gravi complicazioni da influenza”, scrivono gli ECDC. Alla luce dei primi campanelli d'allarme emersi dal monitoraggio, è fondamentale che tutte le persone più esposte (e chi gli sta vicino) si proteggano col vaccino per ridurre i rischi di infezione e forma severa dell'influenza.

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