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Le bottiglie di plastica che si scaldano al sole fanno venire il cancro al seno: o forse no?

Esiste un dibattito tra diverse agenzie europee sui potenziali rischi di determinate sostanze che la plastica può rilasciare se esposta al calore, ma questo non c’entra niente coi fattori di rischio legati al cancro al seno, dovuto oltre a predisposizioni genetiche anche agli eccessi della vita quotidiana, soprattutto nel consumo di grassi e alcol.
A cura di Juanne Pili
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Bere da bottiglie di plastica lasciate al sole causa il cancro al seno? Questo allarme torna a girare in questi giorni, soprattutto attraverso catene di messaggi WhatsApp. Se da un lato potremmo capire eventuali propositi ecologisti, dall’altro si dovrebbe evitare di creare allarmismi inutili. La plastica nel giro di mezzo secolo è riuscita a conquistare il Mondo, riducendo il costo di numerosi beni, entrando nella vita di tutti i giorni, ma abbiamo scoperto anche che non è proprio l’ideale dal punto di vista dell’impatto ambientale, essendo difficile da smaltire. Tutto questo è innegabile, ma sarebbe corretto sostenere che lasciando una bottiglia d’acqua esposta ai raggi solari possa diventare anche una minaccia per la nostra salute?

Le controverse origini del messaggio

Si tratta di un falso mito derivato dal fatto che effettivamente alcune delle sostanze rilasciate dopo un riscaldamento dalle bottiglie di plastica potrebbero modificare livelli e attività degli ormoni. Diversi studi infatti hanno dimostrato che gli estrogeni in eccesso facilitano la comparsa del cancro al seno. Tuttavia le quantità riscontrate di sostanze potenzialmente dannose all'apparato endocrino (la nostra "fabbrica" degli ormoni) si sono rivelate essere più basse di quelle potenzialmente dannose. Ed anche se si dovessero dimostrare livelli sufficienti, comunque non staremmo parlando di tumori, men che meno al seno. Parliamo di sostanze come il Bpa (Bisfenolo A) o il Bps (Bisfenolo S).

Giro di vite in Europa contro il bisfenolo

A livello di studi scientifici la situazione rimane ancora molto controversa: l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ritiene che si tratti di sostanze presenti in quantità potenzialmente dannose, mentre l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare fa notare che non esistono sufficienti prove in merito. Probabili effetti avversi sono stati riscontrati nella ghiandola mammaria degli animali sottoposti a sperimentazione. Alla fine ha prevalso la proposta francese di inserire comunque queste sostanze nella lista nera di quelle potenzialmente pericolose, esistono già restrizioni a tutela dei bambini, nei giocattoli e nei biberon.

Cosa potrebbe realmente provocare un cancro al seno

Oltre alla predisposizione genetica (circa il 5-7% delle donne affette ha parenti stretti con tumore al seno), l’obesità gioca un ruolo importante, specialmente in menopausa (più del 75% dei casi colpisce donne sopra i 50 anni), e quindi anche lo scarso esercizio fisico è un fattore importante, non ultimo il consumo elevato di alcolici e grassi animali, ritenuto un altro importante fattore di rischio.

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