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La tartaruga Aurora salvata dalla plastica: libera dopo mesi di “disintossicazione”. Il video

Col supporto della Capitaneria di Porto, i volontari dell’organizzazione senza scopo di lucro CESTHA hanno liberato al largo della Riviera romagnola la tartaruga marina Aurora. L’esemplare della specie Caretta caretta era stato soccorso un paio di mesi fa a causa della plastica ingerita, dalla quale è riuscita a liberarsi con l’aiuto dei veterinari. Ora è tornata libera nel suo habitat naturale.
A cura di Andrea Centini
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Credit: CESTHA/Facebook
Credit: CESTHA/Facebook

Dopo due mesi di “disintossicazione” dalla plastica che aveva ingerito, la tartaruga marina Aurora è stata liberata in perfetta salute al largo di Lido di Dante, una frazione del comune di Ravenna sita sulla celebre Riviera romagnola. Il grosso esemplare appartenente alla specie Caretta caretta era stato recuperato in mare in evidente difficoltà lo scorso aprile, e fu subito trasferito nel nuovo Centro di Recupero, Cura e Riabilitazione delle Tartarughe Marine gestito dall'organizzazione senza scopo di lucro CESTHA, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat.

Prima paziente. Giunta come prima paziente del nuovo Centro di riferimento per le aree territoriali del Nord della Regione Emilia Romagna col codice identificativo “CTH001”, Aurora ha immediatamente manifestato ai suoi soccorritori il suo problema; dalle feci espelleva infatti significative quantità di plastica. I rifiuti di questo materiale rappresentano una delle peggiori minacce per gli animali marini, in particolar modo uccelli, cetacei odontoceti (con denti) e tartarughe, che ne ingurgitano in grandi quantità poiché li scambiano per prede naturali. Le tartarughe, ad esempio, nelle buste fluttuanti rivedono la silhouette delle meduse di cui sono particolarmente ghiotte e ne fanno incetta.

Lieto fine. Fortunatamente per Aurora è stata avvistata e soccorsa prima che fosse troppo tardi. Nonostante le difficoltà, le sue condizioni di salute sono apparse buone, per questo i veterinari del CESTHA hanno preferito non procedere con un intervento chirurgico per rimuovere la plastica, ma favorirne l'espulsione tramite le naturali funzioni intestinali. Dopo due mesi di “disintossicazione”, la tartaruga è stata trasferita al Bagno saraghina di Lido di Dante, e dopo una breve parentesi dedicata alla sensibilizzazione dei presenti sui problemi causati dalla plastica, col supporto della Capitaneria di Porto è stata portata a largo e rilasciata nel suo habitat naturale. La speranza è che Aurora non ingerisca di nuovo altra plastica, anche se “schivarla” tutta non sarà facile; ogni anno riversiamo nei mari e negli oceani oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. L'equivalente di 34mila bottigliette viene gettato ogni minuto nel solo Mar Mediterraneo, come rilevato in un recente report del WWF, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani.

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