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La Luna avrà una rete elettrica basata sul nucleare: primo reattore entro 10 anni, annuncia la NASA

La prima rete elettrica sulla Luna si baserà su reattori a fissione nucleare. La NASA punta a inviare il primo dispositivo entro un decennio.
A cura di Andrea Centini
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La NASA punta a costruire una rete elettrica sulla Luna basata su reattori a fissione nucleare. Il primo di questi dispositivi dovrebbe essere lanciato sul satellite della Terra entro un decennio. L'obiettivo è fornire energia alle prime colonie umane, che nasceranno nel cuore del programma Artemis. La NASA, in stretta collaborazione con il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti (DOE), ha invitato le aziende specializzate statunitensi a proporre prototipi di reattori a fissione nucleare compatti e in grado di funzionare sulla superficie lunare; i progetti prescelti, che andranno presentati entro febbraio 2022, riceveranno supporto di 12 mesi – compreso quello finanziario – fino al raggiungimento del risultato finale. Come indicato, il primo dovrebbe raggiungere la regolite della Luna entro una decina di anni.

A oltre 50 anni dal pionieristico sbarco dell'Apollo 11, la missione Artemis del resto non punta solo a riportare l'uomo sulla Luna; stavolta l'obiettivo è rimanerci. Il satellite della Terra rappresenta infatti il trampolino di lancio ideale per raggiungere Marte, il traguardo più ambizioso e affascinante della rinnovata corsa allo spazio. Ma per restare su questi mondi lontani e inospitali c'è naturalmente necessità di energia elettrica, una vera e propria rete “sicura, efficiente e affidabile” basata un sistema di alimentazione superficiale a fissione, indica la NASA. “L'energia di superficie a fissione, insieme a celle solari, batterie e celle a combustibile, può fornire l'energia per far funzionare i rover, condurre esperimenti e utilizzare le risorse della Luna per produrre acqua, propellente e altri rifornimenti per il supporto vitale”, ha specificato la NASA in un comunicato stampa. “L'abbondanza di energia sarà la chiave per la futura esplorazione dello spazio”, ha dichiarato il dottor Jim Reuter, amministratore della Space Technology Mission Directorate (STMD) della NASA, finanziatore del progetto per portare sulla Luna i primi reattori nucleari. “Mi aspetto che i sistemi di alimentazione di superficie a fissione avvantaggeranno notevolmente i nostri piani per le infrastrutture energetiche sulla Luna e Marte e che possano persino guidare l'innovazione per gli usi qui sulla Terra”, ha aggiunto l'esperto.

Ma perché proprio un sistema a fissione nucleare? A spiegarlo è proprio la NASA. Innanzitutto viene considerato affidabile, dato che simili reattori possono funzionare ininterrottamente “24 ore su 24” all'interno di crateri non raggiunti dalla luce e anche durante le lunghissime notti lunari, che durano settimane. La durata del giorno lunare è infatti pari a 29 giorni terrestri e mezzo, di cui metà di luce e metà notturni. In queste condizioni diventa difficile generare energia dalla luce del Sole, sottolinea la NASA. Un altro vantaggio risiede nel fatto che si tratta di sistemi potenti, leggeri e compatti. I prototipi richiesti dalla NASA dovrebbero fornire 40 kilowatt di potenza “sufficienti per alimentare continuamente 30 famiglie per dieci anni”. Le prime colonie lunari saranno verosimilmente composte da poche decine di persone, tutti scienziati impegnati non solo a migliorare la vita sulla Luna, ma anche a progettare i sistemi per il venturo sbarco su Marte, che in base alle stime dovrebbe avvenire attorno al 2035 (anche se Elon Musk ha indicato tempistiche ben più ambiziose). Anche per i primi uomini che giungeranno sul Pianeta Rosso sarà fondamentale avere un sistema energetico efficiente e di piccole dimensioni, pertanto quelli a fissione nucleare sono considerati perfetti allo scopo.

La missione Artemis ha recentemente subito uno slittamento per via di una causa legale tra Blue Origin di Jeff Bezos e SpaceX di Elon Musk, oltre che per l'impatto della pandemia di COVID-19 e il ritardo nella preparazione delle xEMU, le nuove tute spaziali che indosseranno gli astronauti. Il ritorno dell'uomo sulla Luna, che collimerà anche con lo sbarco della prima donna e della prima persona nera sulla regolite lunare, è stato dunque posticipato "almeno al 2025" dopo la data iniziale del 2024. Nonostante il ritardo, la strada è stata tracciata e presto anche la Luna avrà la sua rete elettrica.

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