La crisi climatica sta “uccidendo” il ghiacciaio alpino più antico: coperto da teli per proteggerlo
Tra le conseguenze più drammatiche dei cambiamenti climatici vi è lo scioglimento dei ghiacci, in particolar modo quelli dei poli. A causa di questo processo catalizzato dalle emissioni di gas a effetto serra, infatti, non solo si rischia la sparizione di interi ecosistemi e della fauna che li popola (orsi polari, pinguini imperatori, foche e altri ancora), ma anche un significativo innalzamento del livello del mare. Entro la fine del secolo rischiano di sparire sott'acqua intere isole (soprattutto atolli nell'Oceano Pacifico) ma anche metropoli e regioni costiere, comprese quelle italiane. I ghiacci, tuttavia, non si stanno sciogliendo soltanto in Artide e Antartide, ma anche in cima alle montagne. Le Alpi sono tra le aree più colpite dalla fusione, con alcuni storici ghiacciai che rischiano letteralmente di sparire. Sono sconcertanti le immagini che giungono dal ghiacciaio del Rodano in Svizzera, il più antico dell'arco alpino: per proteggerlo dal devastante scioglimento in atto, infatti, gli esperti hanno deciso di coprirne una parte con teloni isolanti. Ma non basterà a fermare questo processo.
La situazione dei ghiacciai nelle Alpi svizzere è molto preoccupante, come rilevato recentemente dalla Commissione criosferica (CC) dell'Accademia svizzera delle scienze. Nel 2021, nonostante le abbondanti nevicate, complessivamente i ghiacciai svizzeri hanno perso l'1 percento del loro volume. Ciò significa che l'impatto del riscaldamento globale è talmente forte che non riesce a essere contenuto nemmeno in condizioni "ideali", che dovrebbero preservare gli antichi ghiacciai. La protezione delle nevicate è perdurata fino a luglio, spiegano gli esperti, poi la rete di monitoraggio dei ghiacciai “GLAMOS” ha rilevato perdita di ghiaccio in tutti e 22 i siti analizzati. Tra quelli che hanno subito le perdite maggiori figurano proprio il Rodano e il Grande Aletsch del Vallese settentrionale, con uno spessore ridotto di circa 20 centimetri. La riduzione è stata inferiore rispetto a quella registrata negli anni precedenti, proprio grazie alle nevicate, ma l'intero sistema continua a ridursi e quindi in alcuni casi è necessario intervenire con i teloni isolanti per evitare ulteriori perdite di massa.
Questa tecnica protettiva è stata sfruttata anche in Italia, per difendere dallo scioglimento alcuni dei ghiacciai storici. Tra quelli più colpiti vi è la Marmolada, che dall’inizio del 1.900 ha perduto ben l'85 percento del suo volume. Secondo un'indagine condotta da scienziati del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e dagli esperti della Carovana dei ghiacciai di Legambiente, il ghiacciaio della “Regina delle Dolomiti” ha un destino inevitabilmente segnato dai cambiamenti climatici: nel giro di due o tre decenni, infatti, scomparirà del tutto. In soli dieci anni la massa di ghiaccio si è ridotta del 30 percento, mentre la superficie occupata è diminuita del 22 percento. La situazione è drammatica su tutto l'arco alpino. In base allo studio “Glacier shrinkage in the Alps continues unabated as revealed by a new glacier inventory from Sentinel-2” pubblicato sulla rivista Earth system Science Data, i ghiacciai alpini in soli 13 anni hanno perduto complessivamente ben il 14 percento della superficie. La perdita è costante e va avanti ininterrottamente da circa 40 anni. Per molti ghiacciai – come quello della Marmolada – è stato avviato un processo irreversibile e sono destinati a sparire nel giro di alcuni decenni. L'uso dei teloni, dunque, ne prolungherà solo l'agonia.