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L’intelligenza artificiale predice quanto vivremo ‘guardando’ i nostri organi

Messa a punto da ingegneri informatici e radiologi, l’intelligenza artificiale è riuscita a prevedere con una precisione del 69% quanti pazienti sarebbero deceduti nell’arco di cinque anni. Per calcolare la ‘sentenza’ si basa sull’analisi di scansioni degli organi interni.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca internazionale coordinato da studiosi dell'Università di Adelaide (Australia) ha sviluppato un'intelligenza artificiale che, attraverso l'analisi delle immagini degli organi interni, riesce a predire con discreta precisione la longevità di una persona. Benché si sia trattato di uno studio sperimentale, le statistiche ottenute risultano estremamente incoraggianti poiché, a livello predittivo, sono paragonabili a quelle relative agli esami manuali – e soprattutto invasivi – adottati dai medici. In pratica, affinando ulteriormente gli algoritmi che sostengono l'intelligenza artificiale, sarà possibile ottenere uno strumento potenzialmente rivoluzionario in campo medico.

I ricercatori australiani, ingegneri informatici e radiologi provenienti dalla School of Public Health e dalla School of Computer Science dell'ateneo di Adelaide, dopo aver sviluppato il software in sinergia hanno coinvolto nel progetto 48 pazienti, dai quali, grazie a una sofisticata tomografia computerizzata (TC) a sezione trasversale, sono state ottenute diverse radiografie degli organi interni. Attraverso l'analisi di queste scansioni, il software con capacità di apprendimento automatico – o profondo – è stato in grado di predire con una precisione del 69 percento quali pazienti sarebbero deceduti nell'arco di cinque anni.

“La valutazione accurata dell'età biologica e la previsione della longevità di un paziente – ha sottolineato l'autore principale dello studio, il dottorando in radiologia Luke Oakden-Rayner – è stato finora limitato dall'incapacità dei medici di guardare all'interno del corpo e misurare la salute di ogni organo”. “Anche se per questo studio è stato utilizzato solo un piccolo campione di pazienti – ha proseguito lo studioso – la nostra ricerca suggerisce che il computer ha imparato a riconoscere i complessi aspetti visivi delle malattie, cosa che richiede una formazione specifica per gli esperti umani”.

L'unico limite (attuale) dell'intelligenza artificiale risiede nel fatto che i suoi calcoli non suggeriscono ai medici cosa effettivamente determini l'aspettativa di vita di una persona, sebbene la maggior accuratezza sia stata evidenziata per quei pazienti affetti da patologie come l'enfisema e l'insufficienza cardiaca. Tutti i dati dell'esperimento, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports-Nature, saranno utilissimi non solo per affinare ulteriormente il software dell'IA, ma anche per condurre ulteriori approfondimenti sulla diagnosi precoce – in particolar modo di eventi cardiaci – e sullo sviluppo di terapie ‘su misura' per i pazienti.

[Foto di geralt]

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