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Incendi in Australia, morti 37mila koala sull’Isola dei Canguri: è stata una strage

Il veterinario Steven Selwood del South Australia Veterinary Emergency Management ha dichiarato che dei 46mila koala presenti sull’Isola dei Canguri prima degli incendi sarebbero rimasti in vita soltanto in 9mila. Ciò significa che circa 37mila di questi splendidi marsupiali sono morti tra le fiamme.
A cura di Andrea Centini
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Un koala salvato presso il Kangaroo Island Wildlife Park
Un koala salvato presso il Kangaroo Island Wildlife Park

I koala morti a causa degli incendi che hanno colpito l'Australia sono decine di migliaia, molti di più degli 8.400 esemplari stimati inizialmente per le regioni centro-settentrionali del Paese. In base a quanto dichiarato all'AFP (Agence France Presse) dal veterinario Steven Selwood del South Australia Veterinary Emergency Management, si riteneva infatti che prima degli incendi boschivi vi fossero circa 46mila esemplari di koala (Phascolarctos cinereus) sulla grande Isola dei Canguri, la terza per dimensioni dell'Australia dopo la Tasmania e l'Isola di Melville; oggi, dopo il passaggio delle fiamme, ne resterebbero soltanto 9mila. Ciò significa che solo in quest'area relativamente circoscritta, dove sono andati in cenere oltre 200mila ettari di vegetazione, i koala morti sarebbero ben 37mila. Un numero di esemplari enorme, che potrebbe avvicinare la specie al baratro dell'estinzione. Al momento i koala sono classificati come vulnerabili (codice VU) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), tuttavia è molto probabile che al termine dell'emergenza incendi il loro stato di conservazione sarà rivisto al ribasso. Recentemente una donna australiana, Viv Benjamin, ha avviato una petizione su change.org per chiedere al governo di classificare immediatamente i koala come specie a rischio estinzione; hanno già firmato oltre 820mila persone tra cui moltissimi italiani.

Il dottor Selwood è a capo del team di veterinari presso il Kangaroo Island Wildlife Park, dove ogni giorno vengono portate dozzine di koala feriti. Arrivano nei trasportini per animali domestici, in cesti o direttamente aggrappati ai cittadini, ai volontari e ai soccorritori che stanno facendo il possibile per salvar loro la vita. Moltissimi hanno gravi ustioni sulle zampe e la pelliccia bruciacchiata; i più fortunati vengono salvati dal personale medico, ma per tanti le condizioni sono così gravi che si è costretti a ricorrere all'eutanasia. È ciò che è accaduto al povero Lewis, un esemplare salvato coraggiosamente da una donna nel Nuovo Galles del Sud, uno degli Stati più colpiti dalle fiamme. Le immagini del koala ferito e sotto shock, avvolto nella maglietta della signora, fecero il giro del mondo; purtroppo il personale veterinario dell'Ospedale di Port Macquarie dove fu portato fu costretto a sopprimerlo dopo alcuni giorni, a causa del peggioramento delle sue precarie condizioni di salute. Qualora si volesse contribuire al salvataggio di questi animali è possibile adottarne uno a distanza e fare versamenti alle cliniche veterinarie che li stanno curando.

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La situazione all'Isola dei Canguri è considerata drammatica anche per molti altri animali, come sottolineato da Selwood all'AFP: “Gli incendi qui sono stati particolarmente violenti e in rapido movimento, quindi stiamo assistendo a meno animali feriti rispetto ad altri incendi, questo perché molta della fauna selvatica è rimasta incenerita”. Si ritiene che oltre ai 37mila koala siano morti tra le fiamme anche 32mila animali di altre specie, tra i quali gli iconici canguri che danno il nome alla grande isola. In base alle stime del professor Christopher Dickman dell'Università di Sydney, gli animali morti a causa degli incendi che hanno devastato l'Australia negli ultimi quattro mesi sono stati oltre un miliardo. Si teme soprattutto per la sorte di alcune specie rare ed endemiche, che vivono concentrate in una ristretta area geografica. Alcune decine di esse potrebbero essere state spazzate via per sempre dai roghi.

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