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Incendi in Australia, gli animali uccisi sono oltre un miliardo: è una catastrofe

Il professor Christopher Dickman dell’Università di Sydney ha aggiornato la stima degli animali uccisi (direttamente o indirettamente) a causa degli incendi in Australia: dai 480 milioni di alcuni giorni fa, si è passati a oltre un miliardo. Il calcolo deriva da uno studio condotto dal ricercatore nel Nuovo Galles del Sud, dove gli animali coinvolti sarebbero ben 800 milioni.
A cura di Andrea Centini
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Un canguro morto tra le fiamme
Un canguro morto tra le fiamme

Gli animali uccisi dagli incendi che stanno devastando l'Australia sono oltre un miliardo, 800 milioni dei quali soltanto nel Nuovo Galles del Sud. È la drammatica stima fatta sia dal WWF Australia – che parla di circa 1,25 miliardi di animali coinvolti – che dal professor Christopher Dickman, lo scienziato dell'Università di Sydney che aveva diffuso il primo, agghiacciante calcolo sugli animali vittime dei roghi fra settembre 2019 (inizio dell'emergenza) e i primi giorni del nuovo anno, ovvero 480 milioni di esemplari. L'ultimo aggiornamento, pubblicato in un comunicato stampa ad hoc sul sito dell'ateneo australiano, è stato fatto sulla base del territorio distrutto dagli incendi, ben 8,4 milioni di ettari, un'area che per estensione è paragonabile all'intera Austria.

Lo studioso, docente presso la School of Life and Environmental Sciences dell'ateneo australiano, ha sottolineato che “non c'è nulla di paragonabile alla devastazione che si sta verificando su un'area così vasta in modo così rapido”. Lo ha definito “un evento mostruoso”, sia in termini geografici che per il numero di singoli animali coinvolti. Tra gli animali uccisi figurano mammiferi come koala (oltre 8mila), canguri, wallaby e piccoli marsupiali chiamati potoroo, ma anche uccelli alla stregua di cacatua e honeyeaters. La stima di un miliardo di animali riguarda solo mammiferi (tranne i pipistrelli), uccelli e rettili, ma non coinvolge anfibi – come le rane – o altri invertebrati. Gli scienziati sono fortemente preoccupati per alcune decine di specie rare ed endemiche – cioè concentrate in un solo punto geografico – che potrebbero essere addirittura estinte dopo il passaggio delle fiamme. Soltanto al termine dell'emergenza si potrà avere un'idea più chiara sugli effetti dei catastrofici incendi, che non sono innescati direttamente dai cambiamenti climatici ma che naturalmente ne vengono catalizzati sotto il profilo distruttivo.

Ma come è stato calcolato il numero di animali vittime degli incendi? Tutto si basa su uno studio del 2007 dello stesso professor Christopher Dickman. All'epoca lo scienziato doveva stimare l'impatto di un processo di “bonifica” sul territorio del Nuovo Galles del Sud, arrivando a determinare che per ogni ettaro vivevano 17.5 mammiferi, 20.7 uccelli e 129.5 rettili. Sulla base dello studio, lo zoologo stimò che per circa 650 mila ettari di foresta distrutti sarebbero morti direttamente o indirettamente 104 milioni di vertebrati. È alla luce di questi dati che è emersa la prima stima di 480 milioni di animali uccisi e poi quella di oltre un miliardo, a causa degli incendi degli ultimi mesi.

Anche se il comunicato stampa dell'Università di Sydney parla chiaramente di un miliardo di animali uccisi, in una intervista alla BBC lo scienziato ha leggermente corretto il tiro, spiegando che i numeri non sono effettivamente legati ad animali morti nell'immediato, ma “colpiti” dagli incendi, sia direttamente che indirettamente. Lo studioso suggerisce che una parte di animali veloci – come i canguri – potrebbe essere riuscita a scappare dalle fiamme, ma anche che i sopravvissuti si troveranno in un ambiente diverso, privo di risorse, dove la competizione è altissima. Larga parte dei superstiti sarà quindi destinata a perire indirettamente a causa dei roghi. Lo scienziato indica che anche la predazione da parte delle volpi rosse e dei gatti selvatici avrà un impatto significativo sugli animali più piccoli scampati agli incendi. Poiché le stime nello studio del 2007 furono molto conservative, è inoltre probabile che i numeri in gioco siano in realtà molto più importanti; senza contare che numerosi gruppi animali (come i già citati anfibi e gli insetti), non sono coinvolti nel conteggio.

In Australia vivono circa 300 specie di mammiferi autoctone, l'81 percento delle quali si trova soltanto lì. Basti pensare ai koala, o agli ornitorinchi e alle echidna (questi ultimi mammiferi monotremi). Questa preziosa diversità è stata (e lo è tuttora) fortemente minacciata dalle attività umane; in soli 2 secoli sono infatti scomparse oltre 30 specie e sottospecie di mammiferi nativi. Nessun altro Paese al mondo ha un tasso di estinzione di mammiferi paragonabile a quello australiano.

Lo studioso ha sottolineato che ciò che si sta verificando in queste settimane è un chiaro effetto dei cambiamenti climatici, e poiché essi si palesano in Australia prima che in altre parti del mondo, probabilmente ciò che stiamo osservando da lontano lo sperimenteremo altrove in futuro. Nonostante gli avvertimenti dei ricercatori, il governo guidato da Scott Morrison continua tuttavia a non rilevare legami tra gli incendi e i cambiamenti climatici. Tra le assurde soluzioni proposte per arginare il problema della siccità e delle alte temperature è stata decisa una campagna di abbattimenti di ben 10mila cammelli e dromedari, rei di bere troppa acqua e di intensificare l'effetto serra con le loro flatulenze. Si tratta di una ulteriore atrocità compiuta ai danni degli animali da uno dei peggiori Paesi al mondo nel contrasto al riscaldamento globale.

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