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Covid 19

In un caso su 10 l’infezione da coronavirus esordisce con vomito e diarrea

Una nuova indagine condotta da scienziati della FISMAD (Federazione italiana delle società malattie dell’apparato digerente) ha rilevato che il 10 percento dei pazienti affetti da COVID-19 presenta problemi gastrointestinali come vomito e diarrea all’esordio della patologia, pertanto tali sintomi non vanno sottovalutati nell’ottica del contrasto al coronavirus.
A cura di Andrea Centini
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Un paziente su dieci affetto da COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, presenta una sintomatologia dell'apparato gastrointestinale, alla stregua di nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. In una percentuale di questi pazienti positivi le manifestazioni digestive esordiscono addirittura prima dei sintomi respiratori come tosse e dispnea (difficoltà respiratorie), pertanto gli scienziati raccomandano di non sottovalutarli.

A confermare la capacità del coronavirus SARS-CoV-2 di colpire l'apparato digerente è la dottoressa Elisabetta Buscarini, specialista in gastroenterologia che assieme al suo team di ricerca sta per pubblicare un articolo dedicato alla questione. "Il 10% dei pazienti ha manifestazioni digestive come vomito e diarrea all'esordio di malattia, ed in alcuni casi questi sintomi fanno da campanello d'allarme del Covid-19, e perciò non devono essere sottovalutati", ha dichiarato la scienziata. Buscarini, presidente della Federazione italiana delle società malattie dell'apparato digerente (FISMAD), ha raccolto un numero significativo di dati sui sintomi della COVID-19, lavorando in un ospedale (quello di Crema) in prima linea da diverse settimane nel contrasto alla pandemia. La FISMAD ha già pubblicato un documento con i consigli sull'assistenza dei pazienti con problematiche gastrointestinali.

L'impatto del coronavirus sull'apparato gastrointestinale era emerso sin dai primi studi sui pazienti di Wuhan, la metropoli da 11 milioni di abitanti dove alla fine dello scorso anno il patogeno avrebbe compiuto il salto di specie (tra il 20 e il 25 novembre, secondo uno studio guidato da scienziati del campus BioMedico di Roma). Ricercatori dei diipartimenti di Malattie Infettive e Tubercolosi e Malattie Respiratorie dell'Ospedale di Wuhan hanno rilevato diarrea e nausea in una piccola percentuale di pazienti trattati (rispettivamente 2 e 1 percento). Indagini più recenti hanno invece osservato quote superiori. In un dettagliato report pubblicato sul portale “Epicentro” dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), ad esempio, la diarrea è stata riscontrata nel 7 percento di un campione di circa 2mila pazienti deceduti in Italia, mentre il team del professor Hendrik Streeck , virologo di fama internazionale dell’Università di Bonn, l'ha rilevata nel 30 percento dei pazienti di Heisenberg, una città-focolaio in Germania.

Il coronavirus colpisce particolarmente l'intestino poiché in esso sono presenti molte cellule che esprimono il recettore ACE2, quello cui si lega la Proteina S (Spike) del coronavirus quando aggredisce l'organismo umano. La dottoressa Buscarini ha dichiarato all'ANSA che dagli esami endoscopici sono state rilevate anche lesioni caratteristiche nei pazienti positivi che hanno manifestato emorragie digestive. Lavorare su una nuova patologia come la COVID-19 “è stata una sfida molto interessante ed insieme tanto impegnativa. In questo momento di estrema difficoltà dalle persone sono venuti fuori, anche inaspettatamente, grande coraggio e abnegazione, oltre a una grande dose di equilibrio”, ha concluso la presidente della FISMAD.

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