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Covid 19

Il vaccino Covid di Moderna può provocare questa eruzione cutanea da ipersensibilità

Un team di ricerca della Scuola di Medicina dell’Università di Yale ha descritto alcuni casi di reazione di ipersensibilità cutanea innescata dal vaccino anti Covid di Moderna, ovvero la formazione di placche rosa pruriginose e dolenti che possono comparire (in media) 7 giorni dopo la somministrazione del farmaco. Si tratta di reazioni non associate a eventi avversi e dunque non rappresentano una controindicazione all’inoculazione della seconda dose. Il vaccino è infatti sicuro, efficace e ben tollerato.
A cura di Andrea Centini
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Reazione cutanea da ipersensibilità associata al vaccino. Credit: JAMA/Scuola di Medicina Università di Yale
Reazione cutanea da ipersensibilità associata al vaccino. Credit: JAMA/Scuola di Medicina Università di Yale
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Il vaccino anti Covid di Moderna può provocare una reazione cutanea di ipersensibilità che insorge in media sette giorni dopo l'inoculazione del farmaco. L'eruzione è pruriginosa, più o meno dolorosa e dura in media cinque giorni, sebbene possa persistere fino a tre settimane e ripresentarsi dopo la seconda dose. È stata definita una reazione ritardata a “placche rosa pruriginose, dolorose ed edematose” o a “placche anulari rosa” che si manifesta nei pressi o in corrispondenza del sito di inoculazione del farmaco. Fortunatamente non è associata a gravi effetti avversi del vaccino e, come spiegato dai ricercatori che l'hanno studiata, a differenza delle reazioni di ipersensibilità immediata come l'orticaria e lo shock anafilattico non rappresenta una controindicazione alla somministrazione della dose successiva.

A descrivere la reazione di ipersensibilità al vaccino Covid di Moderna è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Dipartimento di Dermatologia della Scuola di Medicina dell'Università di Yale, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Patologia. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Margaret S. Johnston, hanno condotto un'indagine retrospettiva sui casi di 16 pazienti seguiti tra il 20 gennaio e il 12 febbraio 2021 presso lo Yale New Haven Hospital per le suddette reazioni cutanee. Nella maggior parte dei casi si trattava di donne (13, pari all'81 percento), mentre l'età media era di 38 anni. Dalle analisi delle biopsie è stato rilevato un “lieve infiltrato misto prevalentemente perivascolare con linfociti ed eosinofili”, caratteristica che, spiegano gli studiosi, è “coerente con una reazione di ipersensibilità cutanea”. Gli scienziati hanno osservato che dei 15 partecipanti su 16 che hanno sviluppato la reazione dopo la prima dose, l'hanno manifestata anche dopo la seconda.

Reazione cutanea da ipersensibilità associata al vaccino. Credit: JAMA/Scuola di Medicina Università di Yale
Reazione cutanea da ipersensibilità associata al vaccino. Credit: JAMA/Scuola di Medicina Università di Yale

Gli scienziati ritengono che ad aumentare la reattogenicità dei vaccini anti Covid a mRNA siano le nanoparticelle lipidiche che contengono l'informazione genetica per permettere alle cellule di produrre la proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, il processo alla base dell'immunizzazione. Delle persone visitate presso il nosocomio del Connecticut per le suddette reazioni cutanee, tuttavia, nessuna aveva ricevuto il vaccino di Pfizer-BioNTech. Un recente studio condotto da scienziati americani del CDC COVID-19 Response Team di Atlanta (Georgia) ha determinato che il vaccino di Moderna innesca una frequenza superiore di effetti collaterali rispetto all'altro farmaco. Attraverso il programma di farmacovigilanza “v-safe” dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie è stato infatti determinato che l'mRNA-1273 di Moderna innesca dopo la prima dose l'8 percento in più di reazioni al sito dell'iniezione e il 3 percento in più di sintomi generalizzati rispetto al BNT162b2/Tozinameran (nome commerciale Comirnaty). Dopo la seconda dose il divario si acuisce ulteriormente, con un +13 percento per gli effetti nel sito di iniezione e un +10 percento per i sintomi generalizzati.

Va comunque sottolineato che il Moderna è un vaccino assolutamente sicuro, efficace e ben tollerato; questi dati servono soprattutto agli esperti per avere un quadro più preciso sulla reattogenicità dei farmaci impiegati nella campagna vaccinale contro la pandemia di COVID-19. Ad ogni modo, sebbene sussistano alcune differenze, nella stragrande maggioranza dei casi i sintomi innescati dai vaccini sono lievi e passeggeri. I dettagli sulla ricerca “Delayed Localized Hypersensitivity Reactions to the Moderna COVID-19 Vaccine A Case Series” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata JAMA Dermatology.

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