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Il riscaldamento globale minaccia la Grande Barriera Corallina: “Serve azione immediata”

Se non si interviene subito contro l’innalzamento delle temperature la Grande Barriera Corallina non avrà alcuna speranza di salvarsi, qualunque altra misura di tutela venga intrapresa. A sottolinearlo un nuovo studio pubblicato su Nature.
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A cura di Andrea Centini
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Un team internazionale di 46 ricercatori coordinati dalla James Cook University ha determinato che se non si agisce immediatamente contro il riscaldamento globale, la Grande Barriera Corallina australiana è destinata inesorabilmente a sparire, indipendentemente dalle altre misure di tutela adottate per prevenire il fenomeno dello sbiancamento dei coralli. Quello degli studiosi è un drammatico appello rivolto principalmente al governo australiano e all'iniziativa promossa per proteggere la più grande barriera di coralli al mondo, Patrimonio Mondiale dell'Umanità e sede di una varietà biologica unica al mondo.

Un corallo sbiancato
Un corallo sbiancato

Secondo i ricercatori, gli ingenti investimenti stanziati per migliorare la qualità dell'acqua non servono a nulla se non si impedisce l'innalzamento delle temperature, come dimostra l'incipiente sbiancamento di massa rilevato dalle ultime osservazioni. Se verrà confermato, si tratterebbe del secondo consecutivo dopo quello catastrofico del 2016, che ha determinato una perdita di coralli del 22 percento: “È troppo presto per sapere se l’evento è della stessa intensità o anche più serio di quello del 2016 – ha sottolineato il direttore della Great Barrier Reef Marine Park Authority David Wachenfeld, coinvolto nella ricerca – ma ciò che è importante è che il clima sta cambiando e sta provocando una frequenza maggiore di eventi estremi nelle Grande Barriera Corallina”.

Per l'autore principale dello studio pubblicato su Nature, il biologo marino Terry Hughes, ciò che sta avvenendo non ha nulla a che fare con El Niño, come avvenuto in passato, ma l'unico responsabile è il riscaldamento globale catalizzato dai fattori antropici. Tra i principali responsabili indicati dallo studioso vi sono le emissioni di carbonio, il dragaggio e l'intenso traffico marittimo che attraversa la barriera corallina, per questa ragione ritiene inconcepibile l'approvazione dell'apertura di una nuova miniera di carbone nel Queensland. Si stima che il 91 percento dei coralli di tutta la barriera abbia avuto a che fare con problemi di sbiancamento negli ultimi venti anni, ma se non si agisce subito non sarà più possibile contare sulla resilienza naturale della specie.

[Foto di dom974]

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