“Il latte caldo aiuta la nanna”… ma è vero?
E’ vero che bere un bicchiere di latte caldo prima di andare a letto concilia il sonno? I genitori sono le figure che maggiormente sfornano luoghi comuni attorno al benessere dei figli, ne avevamo già trattato in merito alle leggende sull’influenza. Stavolta invece ci sposteremo sul fronte alimentare. Non è impossibile che per abitudine ci si trovi a dormire meglio dopo aver bevuto qualcosa di caldo, non ultimo proprio il latte. Ma non sempre c’è un reale nesso di causa-effetto, la questione è molto più complessa di quanto possa sembrare.
Se con te funziona non smettere. Non è raro trovare pubblicazioni in Rete o nel cartaceo dove il bicchiere di latte caldo viene raccomandato come aiuto per prendere sonno. Infatti se si tratta di una abitudine consolidata, magari fin dall’infanzia e al netto di eventuali intolleranze al latte, non è sbagliata come raccomandazione. Si dovrebbe diffidare piuttosto di chi propone strani nessi tra chili di troppo e intolleranze, presentando addirittura i primi come sintomi delle seconde.
Le ragioni psicologiche
Quel che ci interessa capire è se si tratta davvero di un rimedio efficace per tutti. Quali sono le ragioni per cui chi ne ha fatto un’abitudine manifesta dei benefici nel sonno? Vanno attribuiti totalmente al latte? In un articolo della Harvard Medical School dedicato all’effetto placebo si fa riferimento anche al latte caldo prima di dormire:
Sebbene tu possa aver imparato più tardi nella vita che non ci sono molte prove scientifiche a sostegno della pratica [di bere latte caldo per aiutarti a dormire], puoi dormire meglio dopo una tazza di latte caldo prima di coricarti.
Qualsiasi bevanda calda che rievochi il senso di sicurezza, nutrimento e amore dell’infanzia è certamente un toccasana se ci si vuole predisporre in maniera ideale per prendere sonno. Tutto questo può concorrere a creare un effetto placebo. Non a caso nell’articolo di Harvard si parla di come la suggestione possa venire incontro ai medici e ai pazienti nell’affrontare certe terapie, posto che sarebbe inutile senza queste ultime. Se parliamo di salute del sonno è chiaro che il fattore psicologico può essere determinante.
Il ruolo ambiguo del triptofano
Va da sé quindi che non tutti possono avere giovamento con una tazza di latte caldo. Non ci riferiamo solo a chi soffre di intolleranze o allergie. Si tratta di un alimento che potrebbe aggiungere anche calorie indesiderate alla nostra dieta, specialmente se preso zuccherato. Tutto questo esula ovviamente dalla credenza infondata in base alla quale bere latte sarebbe una pratica innaturale. Certamente sono state trovate anche delle connessioni biochimiche, specialmente col triptofano, che ha dimostrato effettivamente di essere efficace nel trattamento dell’insonnia e della narcolessia. Non di meno, stando agli studi sul tema risulta che solo una fase del sonno (la prima quando ci si sta addormentando) è favorita dal triptofano. Ma se vogliamo dormire bene non basta. Conta soprattutto la quantità di sonno profondo raggiunto durante la notte, che il triptofano potrebbe invece disturbare. Si tratta di un problema che ha ridimensionato parecchio il ruolo del triptofano nella salute del sonno. Altri studi si sono concentrati invece sulla effettiva capacità del latte caldo di apportare livelli significativi di questa sostanza, con risultati scoraggianti.