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Covid 19

Il coronavirus può sopravvivere sulla pelle fino a 9 ore, il quadruplo del virus dell’influenza

Un team di ricerca giapponese dell’Università di Medicina della prefettura di Kyoto ha determinato che il coronavirus SARS-CoV-2 può sopravvivere fino a 9 ore sulla pelle umana, il quadruplo di un virus dell’Influenza A. I test sono stati condotti su campioni di pelle donati per gli innesti. Sono stati sufficienti 15 secondi di trattamento con un gel idroalcolico per rimuovere del tutto le particelle virali.
A cura di Andrea Centini
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Il coronavirus SARS-CoV-2 può sopravvivere fino a circa 9 ore sulla pelle umana, il quadruplo del tempo di un virus dell'influenza di tipo A. Che il patogeno emerso in Cina fosse piuttosto stabile nell'ambiente – e su varie tipologie di superfici – era emerso da diverse indagini condotte nei mesi scorsi; ora sappiamo quanto può resistere anche sulle cellule dell'epidermide. Questo risultato sottolinea l'importanza della costante e certosina igiene delle mani, uno dei pilastri per proteggersi dall'infezione (COVID-19) assieme all'uso delle mascherine e al distanziamento sociale.

A determinare il tempo di resistenza del coronavirus SARS-CoV-2 sulla pelle è stato un team di ricerca giapponese della Scuola di specializzazione in scienze mediche dell'Università di Medicina della prefettura di Kyoto, composto da specialisti dei dipartimenti di Malattie Infettive, Medicina Forense, Gastroenterologia Molecolare ed Epatologia. Gli scienziati, coordinati dal professor Ryohei Hirose, per condurre i test hanno utilizzato la pelle di alcuni donatori deceduti, che sarebbe stata utilizzata per innesti cutanei. Hanno avuto accesso ai campioni circa 24 ore dopo le autopsie, un intervallo di tempo che non ne ha compromesso l'integrità funzionale e strutturale; l'epidermide, infatti, può essere trapiantata anche il giorno successivo del decesso.

Hirose e colleghi hanno contaminato i campioni con il SARS-CoV-2 puro e un virus dell'Influenza di tipo A, e hanno calcolato i tempi di sopravvivenza su di essi. Come indicato, il nuovo coronavirus ha resistito fino a 9 ore (9,04, per la precisione), mentre il virus influenzale si è fermato a 1,82 ore. Quando hanno usato del muco infetto per contaminare la pelle, simulando le goccioline espulse da un positivo con tosse e starnuti, la resistenza del coronavirus è arrivata a 11,09 ore; quella del virus dell'influenza si è addirittura ridotta (1,69 ore). Precedenti ricerche avevano dimostrato che particelle virali infettanti del coronavirus possono resistere fino a mezz'ora su carta da stampa e carta velina; fino a 24 ore su legno e tessuto; fino a 48 ore su banconote e vetro; fino a quattro giorni su acciaio inox, plastica e superfici interne delle mascherine; e fino a una settimana sulla superficie esterna delle mascherine.

Gli scienziati dell'ateneo di Kyoto non si sono limitati a determinare la resistenza del virus, ma hanno anche verificato la capacità di un gel idroalcolico – con l'80 percento di alcol/etanolo – di rimuoverlo. Ebbene, sono stati sufficienti 15 secondi per eliminare del tutto il coronavirus, sia “puro” che associato al muco. “Un'adeguata igiene delle mani porta alla rapida inattivazione virale e può ridurre l'alto rischio di infezioni da contatto”, hanno scritto Hirose e colleghi. L'OMS e i CDC americani raccomandano di lavare le mani con acqua e sapone per 40-60 secondi o con un gel idroalcolico (contenente almeno il 60 percento di alcol) per 20-30 secondi. I dettagli della ricerca giapponese “Survival of SARS-CoV-2 and influenza virus on the human skin: Importance of hand hygiene in COVID-19” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Clinical Infectious Diseases.

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