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Covid 19

I dati della pandemia in Russia “anomali”: la differenza con l’Italia spiegata dal prof. Lopalco

La pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 non ha colpito con la stessa violenza in tutti i Paesi, e in alcuni è stato registrato un tasso di letalità significativamente più basso. In Russia, ad esempio, è solo dell’1,4 percento, mentre in Italia è attorno al 14,5 percento. Abbiamo contattato il professor Pier Luigi Lopalco per farci spiegare il possibile significato di questa differenza: ecco cosa ci ha raccontato.
Intervista a Prof. Pier Luigi Lopalco
Epidemiologo, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia per l'emergenza Covid-19
A cura di Andrea Centini
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Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'università americana Johns Hopkins, in Russia si registrano circa 660mila contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 e 9.668 decessi. Con questi numeri emerge un tasso di letalità – ovvero il numero delle persone decedute diviso per il totale dei positivi – dell'1,4 percento, addirittura inferiore a quello della Corea del Sud (circa il 2 percento), considerato uno dei Paesi più virtuosi in assoluto nel contrasto alla pandemia (con 12.904 contagi e sole 282 vittime). I dati italiani, se confrontati con quelli russi, risultano a dir poco impietosi; nel nostro Paese si contano infatti 240.760 infettati e 34.788 morti, che determinano un tasso di letalità del 14,5 percento. Su scala mondiale i contagiati dal SARS-CoV-2 sono invece circa 10,7 milioni, con poco meno di 517mila vittime (e un tasso di mortalità poco al di sotto del 5 percento). I dati relativi ai casi russi sembrano dunque anomali e divergenti rispetto a ciò che sta accanendo nella maggioranza dei Paesi; per comprenderne il significato abbiamo intervistato il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva presso l'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia per l'emergenza COVID-19 (l'infezione innescata dal coronavirus SARS-CoV-2). Ecco cosa ci ha raccontato.

Professor Lopalco, i dati epidemiologici relativi alla diffusione della pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 in Russia sembrano piuttosto anomali, se messi a confronto con quelli di altri Paesi. Com'è possibile un tasso di letalità così basso?

Quando andiamo a confrontare questi casi dobbiamo andare a vedere bene come vengono calcolati, cioè dobbiamo capire bene la definizione di “caso”. Faccio un esempio: in Italia se un soggetto ha un problema di salute importante, si ricovera, e durante il ricovero viene diagnosticato il coronavirus, e poi questa persona muore per quel problema di salute, viene comunque segnalata come una morte da Covid. In Italia portiamo avanti questo ragionamento che è il massimo della trasparenza, diciamolo. Però magari qualche decesso in più è stato anche segnalato. Non sappiamo cosa fanno gli altri Paesi. Dipende molto da come vengono contati i casi, da come vengono diagnosticati. È davvero difficile in una fase del genere fare dei confronti.

Nel caso in cui in Russia fosse stato usato lo stesso metodo dell'Italia, dal punto di vista statistico secondo lei è improbabile una situazione del genere, oppure è verosimile? La differenza è notevole.

È molto differente. Diciamo che i nostri dati sono abbastanza coerenti con quelli della maggior parte dei Paesi europei, fatta eccezione ad esempio per la Germania, in cui c'è una certa differenza che secondo me andrà anche valutata da tanti punti di vista. Se effettivamente questa differenza è legata al fatto che i pazienti sono stati trattati meglio, oppure se anche lì non ci sia stata una differenza nella classificazione dei casi. Io direi che quando su 10-20 statistiche di Paesi diversi, 15 vanno in una direzione e 5 vanno in un'altra, secondo me bisogna cercare un po' di capire la tendenza.

Lei pensa che in qualche modo, se questa tendenza fosse veritiera, possa aver avuto un impatto la questione della temperatura, del clima? Molti virologi ritengono che il SARS-CoV-2 “preferisca” il freddo.

Beh sì, la maggior parte dei virus respiratori sicuramente in un ambiente freddo trova maggiore spazio, maggiore velocità di diffusione e maggiore facilità di diffusione. Quindi bisogna un po' vedere. Guardi, l'altra grossa differenza la fa il denominatore, col quale noi andiamo a contare il numero dei casi. Le faccio un esempio. In Italia avremo – spero presto – i risultati dello studio di sieroprevalenza, quello che ci dirà quante persone sono state colpite dal virus. Il numero di morti segnalati andrà rapportato a quel numero, che molto probabilmente è dieci volte superiore al numero dei tamponi positivi.

Quindi questo abbatterà l'elevato il tasso di letalità, che ora è al 14,5 percento

Esatto. Capisce bene che la letalità si valuta su tutte le infezioni, comprese quelle asintomatiche o quelle con pochi sintomi che non sono mai state sottoposte a un tampone. Così diminuisce anche di dieci volte. Ecco perché dico che sulla letalità, secondo me, è ancora presto per fare dei confronti, perché abbiamo bisogno di avere dei numeri un po' più stabili e un po' più certi. E soprattutto conoscere il modo in cui questi dati sono presi.

Per quanto concerne l'evoluzione della pandemia a livello globale, i dati le suggeriscono un certo andamento?

Diciamo che questa fase dell'evoluzione della pandemia è abbastanza drammatica, perché c'è un'impennata dei casi soprattutto in quei Paesi con i sistemi sanitari più deboli. E questo giustifica anche un po' gli allarmi e le preoccupazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Che ovviamente non sono rivolti all'Italia e all'Europa, ma sono rivolti a questi Paesi. Quindi è una situazione da monitorare attentamente. E poi bisogna seguire anche la situazione sul nostro territorio, su come continuerà a circolare il virus. Per il momento la circolazione è molto bassa, quindi speriamo si mantenga così per tutta l'estate. Però serve ancora una forte vigilanza, perché non sappiamo e non possiamo prevedere quale sarà il comportamento in autunno-inverno.

Quindi fare previsioni su cosa succederà dopo l'estate è azzardato

Non lo sappiamo, in tutta onestà, non lo sappiamo. È impossibile prevederlo.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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